
Il premier magiaro biasima l’elezione della maestra, ma loda Raffaele Fitto e Giorgia Meloni: «Una mia sorella cristiana». Poi attacca la «fallimentare» Commissione Ue e auspica mano libera a ogni Stato sull’immigrazione.Viktor Orbán è arrivato a villa d’Este nelle prime ore di ieri mattina, accompagnato da una pattuglia di van della sicurezza. Nel primo giorno del workshop Thea di Cernobbio, il premier ungherese, presidente di turno del consiglio europeo, è stato l’ospite più importante insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenuto nel tardo pomeriggio. Per qualche ora sembrava possibile che i due si incrociassero («spero che Zelensky sia qui oggi», aveva risposto a chi gli chiedeva se avesse in programma un incontro). Poi, però, dopo il pranzo sulla terrazza di villa d’Este, Orbán è ripartito.In mattinata, non si è però sottratto alle telecamere e alle tante domande dei giornalisti. A cominciare dal caso di Ilaria Salis. Secondo il presidente ungherese «è strano» vederla seduta al Parlamento Europeo. «È una questione italiana («italian way», ha detto in inglese) e se vi piace delegare questo tipo di persone è un affare vostro. Venire in Ungheria in modo organizzato e commettere atti di violenza contro cittadini che camminano per strada e poi essere eletti nel Parlamento europeo è nello stile italiano, non ungherese. È un crimine anche se adesso non possiamo perseguirla perché il Parlamento probabilmente le concederà l’immunità», ha poi aggiunto. Nel tardo pomeriggio è arrivata la, prevedibile, replica della Salis («Orbán disprezza lo stato di diritto»), insieme a quella del duo Bonelli-Fratoianni («ridicolo che Orbán dia lezioni di legalità). Parole di apprezzamento sono state invece espresse da Orbán per il governo. Per Raffaele Fitto («non sono il presidente della Commissione europea, sono solo il presidente del Consiglio, ma conosco Fitto ed è un uomo eccezionale» e soprattutto per Giorgia Meloni. «Non è solo una collega, è una mia sorella cristiana», l’ha definita. Sottolineando che «prima questo tipo di relazioni non aveva molto peso nell’Unione europea, ma ora le basi culturali giocano un ruolo molto più importante». E a chi gli domandava se la premier italiana fosse la nuova Merkel ha risposto: «Non mi risulta che aspiri a diventare cancelliera della Germania, non è il migliore dei mestieri oggi». Incalzato sul futuro della Ue, Orbán ha poi attaccato la precedente Commissione europea che «si è dimostrata fallimentare in termini di competitività dell’economia europea, immigrazione, stop alla guerra», ha detto ai cronisti. «Ma oggi a Bruxelles hanno deciso di creare sostanzialmente la stessa Commissione, quindi anche se penso che le persone possono cambiare e fare meglio di prima, è molto difficile da credere. Io proverò a supportare la Commissione quanto più possibile, ma essendo un uomo razionale penso che abbiano ignorato il desiderio di cambiamento degli elettori. «Lo stesso establishment è ancora lì a Bruxelles. E non è una cosa buona», ha sottolineato. Per Orbán «immigrazione, guerra, questione di genere e lavoro» sono le problematiche «su cui non c’è intesa e su cui si rischia di disintegrare la Ue». L’immigrazione, ha detto sul palco del forum, «è un «fattore disintegrante» e non si può imporre a un Paese di accettare persone «che pongono rischi in termini di sicurezza e carico sociale. Chi definisce se abbiamo bisogno di migranti?» chiede, «Se voi (l’Italia, ndr) e la Germania pensate che la migrazione sia una questione di civiltà, se pensate che sia utile per una società migliore, allora fatelo. Ma se altri pensano che sia un rischio in termini di sicurezza e carico sociale dovrebbero avere il diritto di dire no. Alcune problematiche», ha proseguito, «non dovrebbero essere decise a livello europeo, ma nazionale. Chi può decidere che Bruxelles deve gestire l’immigrazione per tutta l’Ue? Sono i singoli leader delle singole nazioni a dover decidere». E poi il tema della competitività che il leader ungherese collega alla necessaria riconsiderazione del green deal «perché ora è gestito contro la comunità imprenditoriale, la logica e l’interesse delle aziende europee». Orbán ha anche riferito di aver incontrato tutti i leader delle principali case automobilistiche europee. «Mi hanno detto che il green deal è contro i loro interessi. Perché lo stiamo facendo?», ha sottolineato. E ancora: «Sono nella politica internazionale da decenni e nel Consiglio europeo da oltre 16 anni, la mia esperienza è che il linguaggio che usiamo e i target politici che perseguiamo sono sempre stati la pace», ora invece «sembra essere pro guerra». Il problema, secondo Orbán, è che né a Mosca, né a Kiev c’è la volontà di arrivare alla pace perché «entrambe le parti sono convinte che il tempo giocherà a loro favore». Secondo il premier ungherese, aspramente criticato per essersi recato a Mosca durante la presidenza di turno magiara dell’Ue senza concordare la visita con i vertici europei, i passi da seguire per arrivare alla fine del conflitto sono la comunicazione con le parti, il negoziato per una tregua e poi quelli per la pace, magari garantita da una missione internazionale. «Nella storia europea poche guerre sono finte senza la comunicazione. Abbiamo bisogno della comunicazione con l’Ucraina, ma anche con la Russia. Se siamo in attesa di un piano di pace accettato e accettabile dalle due parti, non ci sarà mai la pace, perché il primo passo non è la pace, ma il cessate il fuoco». Un incontro tra Putin e Zelensky, comunque «è sicuramente possibile e necessario» per il primo ministro dell’Ungheria. Che poi è ripartito da villa d’Este poche ore prima dell’arrivo del presidente ucraino.
Ansa
Secondo indiscrezioni Stellantis valuta di usare l’alleato Leapmotor per produrre vetture elettriche a basso costo in Spagna da rivendere poi con lo storico brand italiano. La stessa operazione può riguardare Opel.
Perché Stellantis dovrebbe spendere tempo e risorse per sviluppare modelli full electric, quando ha a disposizione le vetture a batteria di Leapmotor che per costi e tecnologia sono le «migliori» in circolazione? La domanda circola da tempo negli ambienti più vicini alle cose della casa automobilistica italo-francese ed è diventata ancor più pertinente dopo il susseguirsi dei dati poco lusinghieri per le e-car in Italia.
2025-12-03
Dimmi La Verità | Elena Bonetti (Azione): «Manovra, riforma della giustizia e situazione politica»
Ecco #DimmiLaVerità del 3 dicembre 2025. Il presidente di Azione Elena Bonetti commenta la manovra, la riforma della Giustizia e la situazione politica generale.
Lo ha detto l'eurodeputato della Lega a margine dell'evento Conferenza Pro Vita-Vannacci contro 'epidemia' di transizioni sessuali nei minori in Europa riguardo all'ideologia di genere che si prefigge lo scopo di distruggere la società occidentale.
Esistono casi peggiori di quello della famiglia del bosco. A Francesca hanno portato via i figli due volte. La prima nel 2022, con un incredibile spiegamento di forze che fu mostrato da Mario Giordano a Fuori dal coro. Poi nel 2024, addirittura separando i due bambini. Ora il più piccolo è gravemente malato, e lei non può abbracciarlo.






