2022-11-05
Ong, Parigi apre alla redistribuzione. Ma arriva già un’altra nave tedesca
Mentre la Norvegia se ne frega, il ministro francese Jean Christophe Combe dichiara: «Accoglieremo parte dei passeggeri della Ocean Viking». Intanto un quarto natante, la Rise Above, punta su Lampedusa con 94 clandestini.Mentre la Norvegia, in risposta all’appello dell’Italia a Oslo e alla Germania di farsi carico dei migranti bloccati nel Mediterraneo, fa sapere di non avere «nessuna responsabilità sui diritti umani o del diritto del mare per le persone imbarcate a bordo di navi» private o di Ong «battenti bandiera norvegese nel Mediterraneo», la Francia si dice pronta ad accogliere i passeggeri della Ocean Viking. «Deve esserci un porto in Europa o in Francia che possa accoglierli, che possa curarli», ha dichiarato ieri il ministro della Solidarietà francese Jean Christophe Combe. Nell’operazione potrebbe essere coinvolta anche la Germania. Ma la notizia, per ora, arriva da Parigi. E non è stata confermata da autorità tedesche. A tirare in ballo i tedeschi è stato proprio Combe, con queste parole: «Abbiamo detto all’Italia, e lo diciamo assieme alla Germania, che qualora l’imbarcazione fosse arrivata in Italia, noi accoglieremo una parte dei migranti, delle donne e dei bambini perché l’Italia non sia l’unica ad avere il peso di questo arrivo di migranti». Il governo italiano rilancia nuove modalità di riassegnazione dei profughi senza cedere alle richieste di sbarco degli oltre mille passeggeri tirati a bordo da quattro taxi del mare fermi nel Mediterraneo da giorni e per i quali le Ong chiedono un immediato sbarco. Poco dopo l’apertura comunicata dalla Francia, la Ocean Viking si è spostata dalle acque a Sud della Sicilia (a largo di Porto Empedocle) verso Est. Ma è per il peggioramento delle condizioni meteo, fanno sapere: «Cercheremo di ripararci il più possibile dal mare che è previsto a forza 6». E sono partiti con il solito pressing: «La situazione sulla nave sta precipitando rapidamente. Le scorte di cibo e acqua cominciano a esaurirsi. Le persone a bordo sono stressate, esauste e hanno una situazione sanitaria che richiede immediate cure a terra». In attesa ci sono anche la Humanity 1 (tedesca) di Sos Humanity con 179 a bordo e Geo Barents (norvegese) di Medici senza frontiere e 572 passeggeri. Il Viminale, guidato da Matteo Piantedosi, con fermezza ha detto no al loro ingresso nelle acque territoriali italiane. E i taxi del mare si sono fermati al largo, tra Catania e Augusta. In serata si è affacciata una quarta nave: la tedesca Rise Above, che sembra puntare su Lampedusa con 94 passeggeri. Le acque sono presidiate da diverse unità della Guardia di finanza e da una trentina di pattugliatori della Guardia costiera. Uno schieramento che fa da sbarramento a chiunque voglia tentare di infrangere la direttiva del ministro, che nel giorno del suo insediamento aveva definito due delle navi Ong «non in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale», richiamando i governi che hanno concesso la bandiera ai natanti (Norvegia e Germania) di provvedere al recupero dei passeggeri. Dalla direzione centrale della Polizia di frontiera sono arrivati al Viminale per tutta la giornata di ieri continui aggiornamenti sulla situazione in mare. E se da Parigi arriva una richiesta di confronto con una serie di Paesi Ue, l’Italia ha risposto chiedendo l’identificazione degli stranieri a bordo. Da Bruxelles hanno replicato che l’atto amministrativo va fatto dalle autorità del Paese d’approdo al momento dello sbarco. Un modo per prendere tempo. Intanto a Lampedusa continuano ad ammassarsi, nonostante Viminale e Prefettura abbiano implementato i trasferimenti. Ieri ne sono partiti altri 110. Ma nell’hotspot di contrada Imbriacola restano 1.372 ospiti a fronte di una capienza di 400 posti (cresciuti di 50 dopo la recente ultimazione dei lavori di ristrutturazione e ampliamento). Nelle ultime ore, con sette diversi sbarchi autonomi, sono approdati in 251. A Pozzallo, invece, in 37 sono stati salvati da una nave mercantile francese. Mentre a largo di Siracusa è stato intercettato l’equipaggio del veliero Blue Diamond, battente bandiera Ucraina con a bordo 99 passeggeri di nazionalità afghana e pachistana: tre cittadini russi sono stati fermati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’imbarcazione, partita da una località costiera nelle vicinanze della città turca di Bodrum, è stata agganciata dalle autorità italiane a circa 38 miglia dalle coste siciliane, che ha successivamente trasportato gli stranieri nel porto commerciale di Augusta. «I flussi vanno governati e non subiti», ha detto il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni (Lega), che ha aggiunto: «L’Italia non prende ordini da altri, quella dei migranti è una responsabilità globale europea». «Lascia stupiti», afferma il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Di Palma, «la generale indisponibilità degli Stati membri a partecipare alla redistribuzione delle persone soccorse, una volta terminata la fase di salvataggio. Ancora una volta viene a mancare lo spirito che è alla base dei valori fondanti dell’Unione Europea». Tra le Ong qualcuna comincia a traballare: «Gli Stati dell’Europa centrale devono farsi carico di alleviare la pressione degli arrivi dei migranti sull’Italia e su Malta», fanno sapere da Sos Méditerranée. Poi aggiungono: «Per noi l’importante è che la Ocean Viking sbarchi nel porto sicuro più vicino e speriamo che questo avvenga il più presto possibile». Ovviamente la redistribuzione dei migranti non è di loro competenza. Ma che il pressing si sia spostato anche sugli Stati dell’Europa centrale è un primo segnale.
Jose Mourinho (Getty Images)