
L’ufficio europeo pubblica un manuale di istruzioni anti bufale che paragona le critiche a una patologia, l’infodemia. Anche solo cercare termini chiave «proibiti» diventa sintomo del contagio.La disinformazione è ormai classificata dalla governance sanitaria internazionale come una «malattia». Lo si apprende leggendo il Manuale operativo contro la disinformazione pubblicato dall’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), guidato da Henri P. Kluge. «A seguito della pandemia di Covid, si è verificata un’allarmante accelerazione nella diffusione di “disturbi dell’informazione”», si legge nel manuale. E dunque, così come esistono i disturbi dell’apprendimento, dell’umore o dell’alimentazione, anche «la diffusione di disinformazione» è ormai stata inventariata come patologia. Sarà forse questa la famosa malattia X? I sintomi ci sono tutti: la disinformazione, secondo l’Oms Europa, «ha conseguenze sulla salute pubblica»; si manifesta attraverso «focolai (sic) di informazioni false»; è «una parte cruciale di un intervento di sanità pubblica di emergenza»; è «virale», e, infine, può essere sconfitta con il debunking e soprattutto con il prebunking, «approccio simile a un vaccino che funziona, fornendo al corpo una piccola quantità innocua di antigene di vaccino per rafforzare l’immunità contro le malattie». «Il prebunking», si legge nel manualetto, funziona tramite inoculazione, «vaccinando le persone contro le false informazioni. Esponendo le persone a piccole dosi di false informazioni e fornendo loro subito dopo informazioni accurate, il prebunking può aiutare le persone a sviluppare resistenza a future false informazioni». C’è da dire che la somministrazione istituzionale di disinformazione dev’essere evidentemente sfuggita di mano…È un fatto, comunque, che l’insensata bulimia vaccinale abbia sconfinato anche online: per sconfiggere la malattia della disinformazione, autorevoli istituzioni come l’università di Cambridge, insieme con la stessa Oms, hanno creato il gioco GoViral! per insegnare ai debunker «le tattiche del manipolatore dall’interno» e imparare ad abbatterlo. Come? Esponendo il giocatore a false informazioni in un contesto protetto che, per gli ideatori del demenziale videogame, equivale a una «inoculazione attiva». Se non bastasse tutto ciò per prendere coscienza dell’assurda paranoia che dilaga ormai in tutti i panel delle istituzioni mondiali, bisogna assolutamente leggere l’opuscolo di Oms Europe, fresco di stampa. Il Manuale operativo contro la disinformazione arriva pochi giorno dopo che, al World economic forum di Davos, la cattiva informazione è stata posta al primo posto della classifica dei maggiori rischi globali nel 2024 e nel 2025. E dopo che leader come António Guterres (Onu), Tedros Ghebreyesus (Oms) e Ursula von der Leyen (Ue) l’hanno innalzata a minaccia incombente: niente a che vedere con quisquilie come guerre e recessione. Il manuale descrive un processo in cinque fasi per gestire i «falsi segnali informativi»: «rilevamento, verifica, valutazione del rischio, progettazione della risposta e sensibilizzazione». Le premesse della fase 1 sono particolarmente inquietanti: «L’infodemia non scaturisce esclusivamente dalla disinformazione», si legge, «ma include anche domande legittime, preoccupazioni e vuoti informativi. Questi segnali fanno da precursori della diffusione di notizie false». Chiaro? Osare sollevare dubbi, fare domande o esprimere perplessità e preoccupazioni sono il primo sintomo che un «disturbo disinformativo» è in arrivo: ci si deve curare. Ad esempio, identificando attraverso le query dei motori di ricerca quali sono le parole chiave maggiormente digitate quando scoppia l’infodemia. È quindi sufficiente digitare alcune parole chiave sul proprio motore di ricerca per far scattare l’allarme fake news. Il manualetto Oms le elenca: «morte cardiaca», «coagulazione del sangue», «effetti collaterali del vaccino», «uso di mascherine», «deossigenazione», «ivermectina», «creato in laboratorio», «Usa labs», «Laboratorio degli Stati Uniti» o «laboratorio di Wuhan» e perfino «passaporto vaccinale», per citarne soltanto alcune. Guai a fare una ricerca con queste parole chiave, se non si vuole passare per disinformatore. E poco importa se, con questo bavaglio, persone come la donna siciliana danneggiata dal siero di cui parliamo in queste pagine non troveranno mai giustizia.È nella fase 2 che entrano in scena i fact checkers: «Il fact-cheking», predica l’Oms, «implica la verifica dell’accuratezza delle informazioni consultando fonti affidabili come il mondo della ricerca scientifica, le agenzie governative e fonti giornalistiche rispettabili (sic, ndr)». Il momento «progettazione della risposta» (fase 4) viene efficacemente sintetizzato con la casuale citazione - in piena campagna elettorale Usa - di «un influente personaggio pubblico che ha suggerito che le iniezioni di candeggina potrebbero curare o prevenire la malattia». Ça va sans dire che la fase 5 consista nella character assassination del suddetto personaggio pubblico. Il debunking si fa anche in altri modi, insegna l’Oms agli aspiranti David Puente: bisogna ripetere ossessivamente le informazioni sanitarie «accurate» per rafforzare il più possibile il concetto, è necessario collaborare con fonti affidabili, «ad esempio leader religiosi, sfruttando la loro credibilità all’interno della comunità» e infine confezionare «sandwich di verità», tattica anti fake news che prevede di «presentare la verità, descrivere brevemente la falsità e quindi ripetere la verità». Suona familiare, ma stavolta è tutto ufficializzato con tanto di manuale di istruzioni di censura. E in questo manuale c’è scritto nero su bianco che non sarà più possibile elaborare tesi e antitesi, che costituiscono il presupposto del metodo scientifico. Se il nostro futuro è questo, c’è soltanto da preoccuparsi.
iStock
Varato in nome della «sovranità monetaria» (ora è un valore?), il nuovo sistema nasce già vecchio. E c’è l’incognita privacy.
Ad un portale dedicato alla fornitura di energia green era collegato uno schema Ponzi, che prometteva forniture da impianti fantasma collocati all'estero. Circa 6.000 i clienti truffati. 95 i conti correnti sequestrati oltre a criptovalute e beni di lusso.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
Continua a leggereRiduci
2025-10-31
«The Traitors Italia», il gioco del sospetto sbarca su Prime Video con Alessia Marcuzzi
True
«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)
Dopo il successo internazionale, arriva anche in Italia The Traitors. Nel cast quattordici vip e Alessia Marcuzzi alla conduzione, per un reality che rinuncia al gossip e punta tutto su logica, tensione e inganni all’interno di un castello misterioso.






