2021-12-21
Omicron, BoJo cauto ma contro il lockdown
Niente stretta in Uk. Il premier raccomanda prudenza. In Danimarca la variante colpisce di più gli inoculati.Non ci sono dati certi sulla gravità di Omicron, mentre rimane poco chiara l’efficacia dei booster nel fermare la crescita di nuovi casi e dei ricoveri ospedalieri. Per questo il Regno Unito non chiude, parola di Boris Johnson. I contagi sono 91.743, i morti risultano in leggero calo ( 44) ma anche se la situazione viene definita «estremante difficile», il primo ministro si è limitato a raccomandare maggiore cautela. Ieri pomeriggio aveva convocato una riunione per discutere degli ultimi dati sulla diffusione della variante sudafricana, e se fosse necessario un lockdown di due settimane, ma così a ridosso delle festività era impossibile riunire il Parlamento in 48 ore e decidere nuove restrizioni quando molti inglesi sono già in movimento per Natale. Johnson ha già dovuto incassare le forti critiche alla Camera dei Comuni per l’introduzione del pacchetto di restrizioni, non voleva ulteriori tensioni. Rishi Sunak, Liz Truss e Kwasi Kwarteng sono tra i numerosi ministri che hanno respinto le richieste di misure più severe senza ulteriori prove dell’impatto che il virus avrebbe. Prima che Johnson rendesse nota la scelta del governo, venti club della massima divisione inglese di calcio avevano deciso di non sospendere la stagione. Si continuerà dunque a giocare, nonostante le nove partite rinviate nell’ultima settimana a causa di decine di contagi. Dal 27 dicembre, oltre Manica potrebbero essere stabilite nuove regole all’interno dei locali e per le riunioni familiari, ma intanto la variante non toglierà il piacere di augurarsi «Merry Christmas» in relativa tranquillità. Tutto il contrario di quanto stanno pensando in Italia, pronti a rovinare il Natale a milioni di persone piuttosto che accettare la circolazione della variante e fronteggiarla senza ulteriori emergenze. Dopo Omicron, quante ne arriveranno? Saranno feste, vacanze, normalità sempre calpestate perché il virus non si ingabbia? Omicron si diffonde più velocemente della variante delta, affermano gli scienziati, e ha un’enorme capacità di aggirare la protezione immunitaria, ma causa una malattia più lieve. Secondo il South African medical research council (Samrc), l’organizzazione che si preoccupa di migliorare la salute della popolazione del Paese attraverso la ricerca, lo sviluppo e il trasferimento tecnologico, «l’aumento esponenziale del tasso di positività», nei pazienti sudafricani «non sembra essere associato a un concomitante aumento del tasso di ricoveri per Covid grave (polmonite)». Anzi, «nella maggior parte degli ospedali i ricoveri sono per diagnosi non correlate al Covid-19. La positività alla Sars-CoV-2 è una scoperta accidentale in questi pazienti ed è in gran parte dovuta alla politica ospedaliera che richiede il test a tutti», si legge nel loro osservatorio. Da uno studio su più di 200.000 casi in Sudafrica, i ricoveri ospedalieri durante Omicron sono i più bassi delle quattro ondate di Covid e un terzo di quelli che abbiamo sperimentato durante Delta», ha detto Ryan Noach, ceo di Discovery Health, una grande compagnia di assicurazioni sanitarie. Eppure solo un quarto dei sudafricani era stato vaccinato prima dell’arrivo di Omicron, ma la stragrande maggioranza era probabilmente già stata infettata da precedenti varianti» riporta la National public radio (Npr) che comprende circa 1.000 stazioni radio statunitensi. Aggiunge: «Secondo gli scienziati la maggior parte dei sudafricani probabilmente aveva già un certo livello di protezione immunitaria generata da queste precedenti infezioni». L’immunità naturale, enorme risorsa che invece si pensa di evitare continuando ad aggiungere dosi su dosi di vaccino che non può proteggere dalle mutazioni del virus. Basta guardare i dati, dal 22 novembre al 15 dicembre e riguardanti la popolazione over 12 della Danimarca, dove le persone con due dosi sono vulnerabili all’infezione da Omicron quanto i non vaccinati, anzi di più. Secondo l’ultimo report dell’Istituto danese Statens Serum, tra gli oltre 14.000 casi di Omicron (quindi un campione più che significativo) registrati nel Paese, il 79,3% era doppiamente vaccinato, il 10,3% con tre dosi, l’8,5% non era vaccinato e l’1,9% aveva ricevuto una sola dose. «Con i vaccini l’uomo cerca di mettere all’angolo il virus, o si arrende o cambia. Ma è una scommessa rischiosa, potrebbero anche venire fuori mutanti più aggressivi», avverte Anders Fomsgaard dello State Serum Institute, uno dei virologi più noti della Danimarca. Intanto, a Oslo, in Norvegia, 117 partecipanti a una festa aziendale sono stati contagiati da un invitato arrivato dal Sudafrica, insieme ad altri 70 clienti del locale. Il 96% dei 117 invitati alla festa, positivi, è vaccinato.