2018-12-01
Oltre l’indagine, per Fredy c’è pure la gogna
Sui social è gara a infangare l'uomo che ha reagito a una rapina: «È pazzo», «Ha sparato per delle gomme», «Lo derubavano per colpa sua». Siti e agenzie si sentono in diritto di passarlo ai raggi X: se non è un delinquente, sarà di sicuro un bugiardo...Ma che vuole quel Fredy? Non poteva farsi rapinare in silenzio? E magari anche massacrare? Senza fare tutto 'sto casino? Non è che ha ordito tutto per aiutare Salvini? Per dare una spinta alla riforma della legittima difesa? Ecco sì: deve trattarsi di un piano studiato a tavolino. Diabolico. Il signor Fredy Pacini ha dormito per quattro anni in un magazzino, si è negato vacanze, serenità, vita familiare, ha convissuto con il panico e l'angoscia, e poi ha sparato a un ladro che stava cercando di prenderlo a picconate, con un unico obiettivo: farsi telefonare dal ministro dell'Interno. E agevolare il percorso parlamentare del disegno di legge di quest'ultimo. Come abbiamo fatto a non accorgercene prima? Per fortuna sono arrivati loro: i benpensanti. Quelli che #iononstoconFredy. Quelli che #Fredyèunassassino. Anzi: #Fredyèunesaltatoomicida. Dopo un primo momento di sconcerto, di fronte alla notizia del gommista toscano che, esasperato da 38 rapine, alla trentanovesima spara al ladro (che peraltro, come si è appreso ieri, avrebbe dovuto stare in galera: aveva ricevuto un ordine di carcerazione dalla Procura di Milano), si sono ripresi e sono andati all'assalto, manco fossero pure loro malviventi moldavi. Anzi si sono proprio scatenati, al grido di «psicolabile», «pazzo» e «pistolero». «Prima di rinchiuderlo in carcere bisognerebbe rinchiuderlo in manicomio», lo accusano sui social. E poi ancora: «Ha continuato a farsi derubare» (ma certo, come no: ha continuato, di sua volontà, proprio così. Forse mandava anche ai banditi degli inviti in carta da bollo: scusi, signor delinquente, potrebbe per cortesia continuare a derubarmi, così io poi aiuto Salvini con la legittima difesa?). Un altro, sempre sui social, sentenzia: «Se uno non vuol farsi derubare ha mille modi» (capito? Viene rapinato solo chi lo vuole. Cioè tutti i rapinati sono volontari. Si candidano proprio: scusi, malvivente, potrebbe rapinare me quest'oggi? Se non ce la fa oggi, potrebbe almeno domani? Mi potrebbe anche sparare, magari? Quelli che vengono uccisi dai ladri durante una rapina, in effetti, non sono vittime: sono diversamente suicidi). C'è poi chi taglia corto: «Quante storie per quel difendere quel negozio: Fredy vende gomme, mica diamanti». Dal che si deduce che solo se vendi diamanti, evidentemente, puoi difenderti. Straordinaria lettura elitaria della legittima difesa. Che dietro questo post ci sia il professor Burioni? Nel coro del «ma che cosa vuole questo Fredy?», detto anche: «Fredy ha delle storie», in altre parole: «Fredy è un sanguinario pistolero che si maschera da vittima», s'inserisce anche il ricco filone riduzionista sul numero delle rapine subite dal negoziante. Il primo a rilanciare il grande scoop è stato il sito Fanpage: «Ci hanno raccontato di 38 furti subiti ma non è vero niente», ha strillato l'altra sera. E subito si è messa in coda l'agenzia Agi: «Sono 2 e non 38 i furti subiti dal commerciante di Arezzo», ha rilanciato (ma ce ne sono anche 4 tentati). E come potete immaginare nella squadra #Fredièunassassino la notizia è stata accolta con grida di giubilo assortite. Non pare vero ai benpensanti di gettare un po' di fango sulla vittima. Ovviamente per difendere i ladri come si conviene. In effetti, bisogna capirli questi sinceri democratici. Sono andati a scandagliare il passato del povero Fredy come la sonda della Nasa sta scandagliando il suolo di Marte ma non hanno trovato niente che facesse al caso loro. Nemmeno una rissa, mai un bisticcio, mai una denuncia, niente di niente. Gli abitanti del paese, per altro, sono tutti con lui: nessuno che ne parli male (che li abbia comprati tutti Salvini?). Nella sua pagina Facebook nemmeno un'ode a Hitler, un pupazzo di Mussolini, niente. L'unica cosa che hanno trovato è un link con «pagine satiriche scambiate come notizie vere». Per quanto si sforzino, è meno imbarazzante del link al Club delle Giovani marmotte. E allora? Come si fa a farlo passare per un poco di buono? Per un losco figuro? Qualcuno di non raccomandabile? E dunque inevitabilmente pistolero? Semplice: lo si descrive come un cacciapalle. Non è granché come accusa, ma sempre meglio del niente trovato finora. Peccato che sfugga un piccolo dettaglio: le sei rapine in questione sono, con tutta probabilità, quelle denunciate ai carabinieri. Lo stesso Fredy Pacini però aveva raccontato in Tv che aveva smesso di denunciare perché si era accorto che era assolutamente inutile. «Il tempo di uscire dalla caserma dei carabinieri e escono anche i ladri», diceva. Era stato lui a parlare in Tv di 38 rapine. Se poi sono state 35 o 24 o forse di meno, chi se ne importa? Il dato di fatto, incontestabile, è che quest'uomo non dormiva più in casa sua da quattro anni. E perché, secondo voi, lo faceva? Perché aveva litigato con la moglie? Perché i vicini russavano forte? Perché il letto dell'officina era più comodo? O perché sentiva minacciata la sua azienda, la sua proprietà, cioè la sua vita? Mi fanno impazzire certi soloni bolliti e ribolliti: passano tutto il giorno a raccontare di quanto sia importante il lavoro, di come la manovra economica dovrebbe aiutare le aziende, di come le piccole imprese sono il cuore del Paese. Poi uno di questi piccoli imprenditori viene aggredito nel suo laboratorio e dicono «ma che diavolo vuole? Erano solo gomme». Già: erano solo gomme. Mica diamanti. Eppure chi conosce davvero la piccola impresa (e non per sentito dire) sa che in quelle gomme c'è tutta la vita di Fredy, tutto quello che aveva costruito, tutti i suoi giorni, la sua storia, la ricchezza creata sgobbando duro, mica andando in giro a rubare come quel moldavo. Per questo è offensivo dire che il commerciante, quella notte, stava difendendo delle gomme. Lui stava difendendo se stesso. La sua vita. E mi fa orrore che ci siano persone che fingono di non capirlo, magari per piccolo cabotaggio umano o politico. Mi fa orrore che quest'uomo perbene, oltre ad essere stato aggredito dai rapinatori e abbandonato dallo Stato, debba anche difendersi dai malfamatori di professione, avvelenatori perpetui di pozzi, pasdaran delle cause imbecilli. Anzi, penso che questi ultimi, tutto considerato siano persino peggio dei malviventi moldavi perché quelli, probabilmente, agivano per necessità. I benpensanti invece agiscono per stupidità. O, peggio, accecati dall'odio. Così accecati che, mentre si danno da fare per far partire la tradizionale caccia del «dagli al pistolero», non si accorgono che di pistoleri, in questa vicenda proprio non ce ne sono. Al massimo, i soliti pistola.