2024-11-19
Olanda, eutanasia per anziani sani con la norma «esistenza esaurita»
Il Parlamento discuterà presto la mozione sugli over 75 che desiderano morire.Si parte dal caso estremo, quello che fa breccia nella coscienza della moltitudine, e poi il piano inclinato fa il resto del lavoro per arrivare all’obiettivo prefissato fin dal principio. Quello dell’eutanasia è un esempio da manuale, e basta guardare ai Paesi che per primi l’hanno introdotta - come Olanda, Belgio o Canada - per avere un quadro esaustivo di come vanno queste cose. Nella Camera bassa del Parlamento olandese, è prevista per i prossimi giorni la discussione di una proposta di legge che mira a introdurre la possibilità, per chi ha più di 75 anni, di ricorrere alla «dolce morte» a prescindere dalla presenza di malattie terminali o sofferenze fisiche o psicologiche senza prospettive di miglioramento (categorie già di per sé piuttosto ambigue e fumose). La proposta arriva da D66, un partito liberale attualmente all’opposizione rispetto all’esecutivo di centrodestra guidato da Dick Schoof, in seguito a un sondaggio effettuato dall’emittente olandese Rtl secondo cui l’86% dei cittadini sarebbe favorevole all’idea di concedere l’eutanasia a prescindere dai requisiti oggi richiesti. L’indagine ha coinvolto 20.000 persone, e i risultati dicono che una maggioranza piuttosto schiacciante si trova d’accordo con la legge sulla cosiddetta «vita completata». In altre parole, gli over 75 che dimostrano di essere in un buono stato di salute mentale potrebbero richiedere di morire semplicemente perché considerano la loro vita esaurita. Sarebbe sufficiente un minimo di sei mesi di colloqui con un consulente di fine vita, al fine di certificare che la volontà sia autentica, per avere il via libera alla morte indotta medicalmente. Perfino l’associazione medica olandese ha espresso delle perplessità, sottolineando come sia «più probabile che alcuni anziani abbiano più bisogno di aiuto per vivere piuttosto che per morire». Anche a causa del generale allentamento dei legami familiari - indubitabilmente favorito, se non causato, dal progressismo liberale di sinistra - è facile che chi chieda di morire sia semplicemente affetto da depressione o solitudine. La soluzione di quella che Papa Francesco definisce «cultura dello scarto», dunque, è la soppressione volontaria della vita. L’idea, in realtà, non è affatto nuova, ed è oggetto di discussione nei Paesi Bassi da diversi lustri. Il punto di partenza è addirittura precedente all’introduzione stessa della legge sull’eutanasia, avvenuta nel 2002, e risale al 1991, quando il giudice della Corte Suprema Huibert Drion firmò un articolo sul Nrc Handelsblad nel quale affermò: «Mi sembra (...) che molte persone anziane potrebbero trovare grande conforto se potessero avere un modo per porre termine alla propria vita in modo accettabile nel momento in cui (...) sembra loro giusto». Il tema è dibattuto pubblicamente almeno a partire dal 2016, il che mostra come siano bastati appena 14 anni - ma probabilmente anche meno - per spostare la finestra di Overton.I legislatori olandesi, come riporta ItaliaOggi, sono divisi: alcuni vorrebbero addirittura ridurre l’età minima, altri invece si oppongono alla modifica della norma già in vigore. Molti partiti della coalizione di governo - tecnicamente un esecutivo conservatore - hanno dunque lasciato libertà di voto. La direzione, in ogni caso, è abbastanza chiara: oggi gli over 75, domani si abbassa ancora un po’ l’asticella, e infine si arriva alla destinazione finale: l’individuo padrone assoluto della sua vita e della sua morte, con il sostegno però dello Stato (ossia della comunità che lo circonda). Qualcuno lo aveva previsto.