2020-09-19
Ogni strage ha un film. Però l’unico in croce è Vanzina per il Covid
Attacco ipocrita a «Lockdown all'italiana», accusato di ridere su un disastro. Ma guerre e calamità sono al cinema da sempre.Alè, «fiato alle trombe Turchetti!», come esortava Mike Bongiorno, rivolgendosi al regista dell'indimenticabile Rischiatutto. Poteva l'occhiuto tribunale del web, la Santissima Inquisizione di «quelli che ben pensano» (copyright di Frankie Hi Energy) lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione di soddisfare la preghiera dei «social-mentecatti» (questa invece è di Vasco Rossi): dacci oggi la nostra indignazione quotidiana?Potevano rimanere inascoltati gli alti lai di chi ha rischiato di rimanere soffocato dal disgusto di fronte al film di Enrico Vanzina, al debutto come regista, o meglio: davanti al titolo del medesimo - che nessuno ha visto, se non pochi addetti ai lavori, dato che uscirà il 15 ottobre - scelto apposta per farsi notare: Lockdown all'italiana?Certo che no.E quindi: apriti cielo! Si è scatenato uno sturm und drang, una levata di scudi che manco ai tempi di Pier Paolo Pasolini e il suo Salò o le 120 giornate di Sodoma (che col piffero oggi PPP avrebbe potuto realizzare).E perché? Perché «non si ride di una tragedia», «non ci si specula sopra» (strano che non sia ancora partita una campagna contro la Barilla che ha portato Roger Federer a casa delle due ragazze che giocavano a tennis da un balcone all'altro in Liguria, ricavandone uno spot), «così i morti di Covid vengono uccisi una seconda volta».Ora, sarebbe fin troppo facile elencare i film che, partendo da drammi veri, personali o collettivi, usandoli come pretesto o cornice, li hanno restituiti al pubblico sotto forma addirittura di parodia. Penso a Non guardarmi, non ti sento, esilarante racconto delle vicissitudini di un cieco e un sordo, pardon: un non vedente e un non udente, interpretati da Gene Wilder e da Richard Pryor. Oppure a Forrest Gump, nella parte in cui Tom Hanks si ritrova in Vietnam a combattere a modo suo (per non parlare di Good morning Vietnam, con Robin Williams, sul dj radiofonico che durante il conflitto intratteneva con frizzi e lazzi i militari americani). Ma per rimanere in Italia, che vogliamo dire di Divorzio all'italiana, incentrato su un femminicidio? Oggi Pietro Germi sarebbe inseguito con la roncola.Senza dimenticare che la stessa La vita è bella di Roberto Benigni fu accusata -senza che all'epoca ci fossero i social - di mettere in burla l'Olocausto con i suoi 6 milioni di morti, cosa che non gli ha impedito, anche grazie alla sapiente operazione di moral suasion fatta negli Usa dalla Miramax di Harvey Weinstein, di vincere l'Oscar.E che dire dell'altro film sugli ebrei deportati, Train de vie, non era essa stessa una commedia, ancor più spassosa?I picchiatori virtuali di Vanzina sarebbero stati più onesti intellettualmente se si fossero limitati a dire: Vanzina ci fa schifo, o meglio: non tanto lui, quanto i suoi film che sono l'epitome, il compendio, la Summa teologica della peggior commedia all'italiana.Invece no: hanno dovuto mettere di mezzo i morti di Covid, dicendo che era ributtante la mancanza di umana pietà per le vittime, i loro parenti e i positivi tutti.Ora, per salire in cattedra e fare la morale agli altri bisognerebbe essere pronti a rispondere a qualche domanda, che mi permetto di formulare agli indignados anche perché durante il lockdown ho perso mio padre e mia madre nell'arco di tre settimane.Ma voi che accusate Vanzina di mancanza di sensibilità, durante la quarantena esattamente cosa facevate? Non mangiavate (in abbondanza, talvolta)? Non ridevate? Non facevate l'amore? Non siete caduti nella tentazione esibizionistica di farvi vedere sui social mentre facevate ginnastica? O vi impegnavate in una cantatina, magari in qualche multichat con gli amici? E in tutti quei momenti, non vi veniva mai in mente che da qualche parte c'era gente che soffriva e che moriva? No? Allora passavate tutto il tempo in gramaglie per il lutto degli altri? Poi, terminata la quarantena, non siete usciti la sera, fatto cene allegre con gli amici, non siete andati al mare a svacanzare? Tutti sempre chiusi in casa a disperarsi per l'irrimediabile dolore altrui? Ecco: non sarebbe male ricevere una risposta da parte di almeno uno dei tanti sepolcri imbiancati che commentano a caso di cane, spesso dietro nomi e immagini di fantasia.Ps. Abbiamo cercato Vanzina, inutilmente. Possiamo però riferire quanto ha confidato a un amico: «Ho i capelli bianchi, ai pregiudizi e alle offese sono abituato. Mi dispiace che si parli di un film, rispettoso e malinconico, basandosi solo sul titolo, e che comunque si voglia eliminare il diritto alla commedia, l'intreccio di storie minimali sullo sfondo della grande Storia, talvolta anche tragica. Ma se all'epoca di mio padre Steno ci fossero stati Twitter, Facebbok e Instagram, non avrebbe potuto girare con Mario Monicelli Guardie e ladri, che peraltro la Dc dell'epoca voleva bloccare perché si riteneva offensivo mischiare banditi e forze dell'ordine in una trama». Per la cronaca, era il 1951, 70 anni fa.
Jose Mourinho (Getty Images)