2022-08-20
Ogni giorno è buono per un allarme. Questa volta è il turno di Medvedev
Dmitri Medvedev (Getty Images)
Le sparate del «falco» putiniano fanno presa solo in Italia, dove ai progressisti conviene abboccare per urlare alle «ingerenze straniere». Ma gli amici delle potenze estere (Cina) sono Di Maio e la sinistra.Forse funziona con i giorni della settimana. Mercoledì allarme fascismo, giovedì niente gnocchi bensì no vax, venerdì insalata russa. Pausa di riflessione nel fine settimana, e lunedì si ricomincia con la stessa solfa. Magari variando un poco, quando si presenta l’occasione, con qualche articolone su omofobia, razzismo, terrapiattismo, sessismo e menate assortite. Comunque sia, ora è di nuovo il turno della perfida Mosca. Ieri i principali media italiani, all’unisono, sparavano in prima pagina la «minaccia russa». Secondo il Corriere della Sera «la Russia agita il voto italiano». Repubblica paventa «ingerenze russe». Per La Stampa - il quotidiano degli scoop riciclati anche noto come La Ristampa - ci sarebbero «ombre russe sul voto». Che cosa sarà mai accaduto? Forse ci sono i carri armati sovietici a Chiasso? Hanno arrestato agenti dormienti del Kgb a Lissone? No, niente di tutto questo. Il delirio putinfobico scaturisce da una dichiarazione di Dmitri Medvedev, ex presidente della Federazione Russa che attualmente ricopre l’incarico di vicepresidente del consiglio di sicurezza nazionale. È piuttosto noto: costui da mesi ci ha abituato alle più roboanti sparate, comportandosi sui social come una sorta di hater dell’Occidente in servizio permanente. Nessuno, nei luoghi che contano, lo prende sul serio. E non si può nemmeno dire che la sua sia la voce ufficiale di Mosca. Egli evidentemente parla pro domo sua, intenzionato a raccogliere consensi in patria e a ritagliarsi un ruolo di falco con il becco particolarmente acuminato. I media internazionali e i ministri di peso delle altre nazioni europee non se lo filano più di tanto, cosa che forse lo spinge ad alzare ogni volta il tiro. La sua ultima uscita, a dire il vero, non è nemmeno delle più violente. «Alle urne», ha scritto il caro Dmitri, «vorremmo vedere i cittadini europei non solo esprimere il malcontento per le azioni dei loro governi, ma anche dire qualcosa di più coerente. Ad esempio che li chiamino a rendere conto, punendoli per la loro evidente stupidità». Uh, sai che paura.Gli unici ad abboccare (volontariamente) alla pagliacciata sono i progressisti italiani e i loro fidi alleati. Ad esempio l’ologrammatico ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che appare preoccupatissimo. In un’intervista concessa alla Stampa grida: «Quella destra che oggi tace sulle parole di Medvedev mette a rischio la sicurezza nazionale». Ebbene, di fronte a tanto accorate parole non si può non prendere seriamente la questione. E se vogliamo fare sul serio, dobbiamo notare prima di tutto che dal centrodestra qualche commento è arrivato (citiamo quello di Galeazzo Bignami di Fdi ieri mattina presto a Omnibus), e non ci sembra che ne servissero molti di più, visto il peso reale delle parole di Medvedev. Secondo punto, molto più grave: è grottesco che sia proprio Di Maio a cianciare di ingerenze straniere. Vale la pena di ricordare che, in un report datato dicembre 2020, consegnato al Congresso degli Stati Uniti d’America e realizzato con il contributo dell’intelligence americano, il simpatico Gigi viene indicato come l’uomo di Pechino in Italia. «Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha pianificato l’ingresso dell’Italia nella Via della Seta», si legge nel report statunitense, «è chiaramente predisposto a favorire la Cina». Proprio lui parla di ingerenze? Siamo seri.Ovviamente, la patetica polemica è stata immediatamente ripresa pure da Enrico Letta, che in questi giorni non si sta facendo mancare nulla. «Putin ha deposto la scheda nell’urna e vuole cambiare il corso della politica estera italiana che con Draghi è stata molto netta», dichiara il segretario del Pd. «Dobbiamo confermare questa scelta ed è chiaro che il voto del 25 settembre sarà anche su questo». Di nuovo, facciamo un enorme sforzo e cerchiamo di prendere sul serio le frasi del dolce Enrico. Per cominciare, potremmo notare che lui e i suoi allegri compari proferiscono sui partiti e i governi stranieri bestialità ben peggiori di quelle snocciolate da Medvedev. Tanto per avere qualche esempio basterebbe rileggersi ciò che dichiarano gli esponenti del Pd ogni volta che l’Ungheria va al voto. Dunque, se i nostri democratici sono autorizzati a infamare i politici esteri, perché i politici esteri non dovrebbero poter fare la stessa cosa con loro?In ogni caso, non ci interessa certo dare spago al frenetico twittatore russo. Ci interessa di più far emergere l’ipocrisia di cui sono intrise le fanfaronate di Letta & C. Essi la raccontano così: i russi sono pronti a interferire con le elezioni italiane per far sì che la linea segnata da Draghi in politica estera non sia più mantenuta. Ora, a noi risulta che il governo guidato da Mario Draghi non sia stato abbattuto dai russi, ma sia caduto per i fatti suoi (con un contributo non del tutto irrilevante dello stesso Draghi). Dunque, esattamente, quale governo vorrebbero far crollare i russi? Quello che è già crollato da solo e che una gran parte dei cittadini italiani ha mostrato di non gradire granché? Non è tutto. A noi - e a chiunque sia vissuto in Italia negli ultimi mesi - risulta anche che il governo Draghi fosse appoggiato da tutte le principali forze politiche attualmente impegnate nella campagna elettorale, tranne Fratelli d’Italia. Dunque la linea del governo Draghi l’hanno data anche Forza Italia e Lega. Soprattutto gli azzurri non sono stati certo tiepidi nei confronti degli ucraini, anzi ne hanno abbracciato pienamente la causa, mentre i leghisti hanno approvato le decisioni dell’esecutivo sulla guerra. Quanto a Fdi, beh, è difficile sostenere che sia un partito filorusso. Da mesi non fa che spendere parole di solidarietà per Kiev, ha ribadito fino allo sfinimento il proprio atlantismo, al punto da scontentare persino una parte dei suoi elettori (a differenza di quanto hanno fatto Verdi e Sinistra italiana, alleati del Pd che hanno votato contro l’ingresso di Svezia e Finlandia nel Patto atlantico). Quindi, esattamente, di che stiamo parlando? Se Medvedev teme un governo troppo schierato con la Nato, forse dovrebbe prodigarsi per fare cadere un eventuale governo Meloni, mica quello agli sgoccioli di Draghi.Già che parliamo di rapporti con l’estero, potremmo anche ricordare che i nobili esponenti della sinistra italiana sono stati, per anni, gli scendiletto di ogni potenza straniera disponibile: Francia, Germania, Stati Uniti. Che ora gli ominicchi con la Legion d’onore vengano a far la morale è semplicemente disarmante. Soprattutto, però, i simpatici sinistrorsi hanno un’altra grave colpa. Con la fuffa tossica che ogni mattina montano per avvelenare il dibattito, sottraggono tempo ed energie che andrebbero dedicate a questioni serie. Aumento dei prezzi, approvvigionamento di gas, immigrazione, gestione della pandemia: tutti questi temi passano in secondo piano o vengono annegati nella mota sparsa a piene mani dal Pd e dai media consociati. Il risultato è che la campagna elettorale, finora, si è concentrata su banalità e stupidaggini, a danno dell’intera nazione. Il problema vero, in conclusione, non è l’ingerenza russa, ma l’ingerenza dei progressisti.
Jose Mourinho (Getty Images)