2018-12-29
Oggi alla Camera l’ordine del giorno per querelare Renzi sui doni di Stato
La proposta arriva da Giovanni Donzelli di Fdi: una mossa per evitare che si verifichi un altro caso Unicef. Scatenati anche i 5 stelle. Con l'appoggio della Lega i numeri ci sono. «La Verità» aveva rivelato che alcuni regali erano finiti in mano a babbo Tiziano e ai suoi collaboratori.La vicenda dei regali di Palazzo Chigi donati da Tiziano Renzi ad amici e parenti è diventata un caso di Stato. Stasera o, più probabilmente questa notte, dopo aver votato la fiducia alla manovra economica, la Camera dei deputati si dedicherà agli ordini del giorno. Tra questi c'è quello proposto dal parlamentare di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli che chiederà all'Aula di impegnare il governo «a presentare esposto-querela come eventuale parte lesa per chiedere agli organi competenti di verificare quanto riportato dalla stampa sui doni ricevuti da Matteo Renzi nella sua qualità di presidente del Consiglio e non trattati come disposto» dal decreto Prodi del 2007, quello che obbliga tutti i membri del governo e i loro famigliari a riconsegnare gli oggetti ricevuti per il ruolo ricoperto e che abbiano un valore superiore ai 300 euro.A innescare l'ordine del giorno è stata l'inchiesta della Verità sulla collaboratrice domestica amica dei Renzi che ha regalato al suo datore di lavoro, un pensionato, almeno otto oggetti che originariamente erano stati consegnati a Renzi nella sua veste di premier durante incontri istituzionali in Italia e all'estero. Come ne era entrata in possesso? Li avrebbe ricevuti direttamente da Tiziano Renzi, dopo che il figlio aveva fatto arrivare a Rignano sull'Arno un camion di omaggi mai restituiti e conservati sino alla scorsa primavera a Palazzo Chigi. Con la sua mossa Donzelli vuole evitare che si verifichi un altro caso Unicef. Ci riferiamo all'inchiesta contro i fratelli Conticini, parenti acquisiti di Renzi, che rischia di essere archiviata dopo che il governo Gentiloni ha reso procedibile solo su querela di parte il reato di appropriazione indebita. L'ordine del giorno è stato collegato alla Finanziaria e in particolare a un articolo riguardante la «partecipazione dell'Italia a iniziative in sede internazionale» e alla «promozione» del nostro Paese». Infatti «in molte di queste occasioni» ha sottolineato Donzelli «è uso scambiarsi doni di rappresentanza». Che cosa farà il Parlamento? Viste le dichiarazioni dei deputati dei 5 stelle che hanno annunciato battaglia dopo la pubblicazione della nostra inchiesta, non è detto che a Montecitorio la proposta di Donzelli non racimoli i voti necessari. Per esempio è difficile che la deputata grillina Lucia Azzolina, insegnante di origine siracusana, non condivida l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia. Giovedì ha dichiarato: «Potremmo trovarci di fronte a un'appropriazione indebita, grave e squallidissima». E, per essere il più chiara possibile, ha elencato alcuni dei regali distribuiti da Tiziano Renzi: «I tre tappeti donati a Renzi dalla delegazione di Recep Tayyip Erdogan, la piccozza dorata simbolo dell'alpinismo e la moneta d'oro con sopra inciso il nome “Matteo Renzi", che sarebbe stata rivenduta in un compro oro a 400 euro». Sulla stessa linea il collega Francesco Silvestri, trentasettenne romano: «Se le notizie riportate dalla Verità venissero confermate, saremmo di fronte all'ennesimo scandalo targato Renzi. (…) Probabilmente, se avesse potuto, si sarebbe portato via anche la poltrona. Mi domando se da una persona che si comporta in questo modo - fra l'altro cedendo alcuni doni ad altre persone - ci si possa aspettare un briciolo di rispetto per la cosa pubblica. Renzi faccia chiarezza». Un'altra bordata è arrivata dalla capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Affari costituzionali alla Camera, la barese Anna Macina: «Sembra addirittura che sia partita una rocambolesca ricognizione degli stessi omaggi, che la famiglia di Matteo Renzi aveva già provveduto a smistare tra i propri cortigiani. (…) Se i fatti venissero confermati, Renzi dimostrerebbe ancora una volta il suo atteggiamento da sovrano autoproclamato che non perde occasione per rinfacciare il suo potere ai propri sudditi, anche infrangendo la legge».La deputata calabrese Vittoria Baldino ha domandato: «Come mai Renzi non commenta l'inchiesta sui doni? (…) L'ex premier chiarisca subito la sua posizione: i regali di Stato ricevuti in questi anni, infatti, sarebbero stati ceduti ad amici e collaboratori, mentre i più preziosi ed eleganti sarebbero stati utilizzati per arredare l'appartamento di Matilde Renzi e del marito Andrea Conticini, già indagato per riciclaggio nell'inchiesta sui fondi Unicef. Sarebbe l'ennesimo schiaffo di Renzi e della sua famiglia a tutti gli italiani onesti». Anche la deputata catanese Maria Laura Paxia ha invitato l'ex premier a chiarire «subito come stiano le cose». Le ha fatto eco il trentatreenne deputato laziale Luca Frusone: «Matteo Renzi batta un colpo. Ci basterebbe anche un tweet, ma dica qualcosa! (…) Gli italiani hanno il diritto di conoscere la verità».Il presidente della Regione Valle d'Aosta Augusto Rollandin, che aveva regalato a Renzi la cosiddetta «piccozza d'oro», ha provato a prenderla sportivamente: «Se ci sentiamo offesi? Sta a chi l'ha ricevuto capire il senso del regalo e decidere se conservarlo o no. Io non voglio commentare».Ma se Renzi ha distribuito a destra e a manca i doni di rappresentanza ricevuti da premier, in questo momento non sembra avere problemi per fare dei lussuosi regali a sé stesso. Dopo la villa da 1,3 milioni di euro in via Tacca a Firenze, a Santo Stefano è stato visto sfrecciare su un Suv verde metallizzato con interni in pelle chiara mentre lasciava la casa del padre a Rignano sull'Arno. Un gioiellino da circa 80.000 euro e 3000 di cilindrata, preso in leasing (al Pra Renzi risulta locatario). La macchina è stata immatricolata lo scorso 12 dicembre. Circa un mese prima l'ex premier aveva acquistato una berlina con 2000 di cilindrata e del valore di circa 30.000 euro. Nessuna sorpresa. In fondo Renzi lo aveva detto: ora, tra programmi tv e discorsi a pagamento, guadagna molto di più di quando faceva il premier. Peccato che non si sia ancora deciso a pubblicare la dichiarazione dei redditi.