2024-02-05
«L’autonomia per la Calabria può essere un vantaggio»
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)
Il governatore Roberto Occhiuto: «Basta con l’atteggiamento rivendicativo del Sud: abbiamo problemi ma anche le risorse per risolverli. Partiamo subito col rigassificatore a Gioia Tauro».Roberto Occhiuto, da presidente della Regione Calabria non posso non chiederle dei contadini in rivolta… «La Calabria è tra le regioni maggiormente interessate. Ma questa è una protesta che sta dilagando in tutta Europa. La Regione non ha ovviamente possibilità di intervenire per risolvere i problemi. Guardiamo però con grande interesse alle rivendicazioni dei contadini perché la Calabria punta molto sull’agricoltura. È un settore trainante. Auspico un intervento incisivo del governo nazionale in Europa, affinché alcune istanze degli agricoltori possano essere ascoltate con maggiore ragionevolezza».Che cosa si coltiva in Calabria?«Siamo una delle regioni che fa più agricoltura biologica. Coltiviamo agrumi ma pure prodotti una volta riservati al Nord Africa. Un effetto positivo del cambiamento climatico, perché si aprono nuovi mercati».Perché lei non è preoccupato dell’autonomia differenziata? «Penso che molti di quelli che hanno pregiudizi sull’autonomia differenziata, che partecipano ai convegni ed animano le proteste, non hanno letto il testo approvato al Senato. Non ho pregiudizi, e trovo odioso il racconto che si è consolidato nel corso degli anni, per cui le Regioni del Sud hanno solo un atteggiamento rivendicativo nei confronti delle Regioni del Nord, nei confronti delle quali non nutro complessi. E soprattutto so che la Calabria ha tanti problemi, ma anche tante risorse con cui risolverli, pure attraverso l’autonomia differenziata».Insomma nessun atteggiamento «piagnone».«La Calabria ha il primo porto d’Italia che è Gioia Tauro. Oggi non produce ricchezza per la Regione, ma con un’intesa col governo nazionale potrebbe farlo. Siamo una miniera per le rinnovabili. E pensi che il governo ha dichiarato strategica l’attivazione del rigassificatore di Gioia Tauro. Se queste materie fossero oggetto di intesa i vantaggi sarebbero evidenti anche per la Calabria. Come le dicevo, penso che le classi dirigenti del Sud abbiamo avuto nel corso degli anni un atteggiamento meramente rivendicativo e non propositivo che ha finito per aumentare le sperequazioni. Come uomo del sud rivendico, invece, la necessità di sviluppare un pensiero “autonomo”».Una candidatura per Gioia Tauro insomma…«Ci sono tutte le autorizzazioni: intonse! Si potrebbe partire subito con la realizzazione di questo rigassificatore. È un investimento privato. Sarebbe il più grande rigassificatore d’Italia e produrrebbe più della metà del gas che prima importavamo dalla Russia. Se un’opera viene qualificata come “strategica” il suo ammortamento potrebbe essere realizzato grazie ad una spesa davvero irrisoria. Meno di un euro in bolletta per tutti. Ne vale la pena, no? Ne va della nostra indipendenza energetica!».Che in tempi di guerra ha un suo perché… «diciamo», direbbe Massimo D’Alema imitato dalla Guzzanti.«Siamo passati da una dipendenza nei confronti della Russia ad una dipendenza nei confronti dell’Algeria o dell’Azerbaigian. Quello che sta succedendo nel Mediterraneo dovrebbe convincerci che sarebbe più prudente costruire la nostra indipendenza su infrastrutture nazionali. Ma le dirò di più… il processo di rigassificazione ha comunque bisogno di un’infrastruttura strategica chiamata “piastra del freddo”. Ad Anversa ce l’hanno. Non a caso quello è un centro essenziale per il commercio del gas naturale liquefatto in tutta Europa, ma anche per l’industria agroalimentare. Sarebbe utile anche per l’agroindustria per la surgelazione dei prodotti. Gioia Tauro diventa così un punto di riferimento logistico anche per l’industria agroalimentare meridionale, nazionale ma anche internazionale. Insomma un’occasione straordinaria per tutto il Mezzogiorno. Potremmo fare come il Nord nel dopoguerra. Quel pezzo d’Italia si è sviluppato perché connesso al manifatturiero tedesco. Ma il motore dello sviluppo futuro sarà il Nord Africa e la Calabria è lì pronta a sfruttare questa opportunità».In effetti prima dell’invasione russa in Ucraina l’energia del gas arrivava da Nord… «Vede, si fa giustamente un gran parlare del piano Mattei e Gioia Tauro potrebbe essere il centro, oserei dire, la capitale di questo piano. Il vero hub logistico. Solo così noi fermeremo i flussi di immigrazione incontrollata. Assicureremo ai nostri partner africani tassi di crescita della loro economia significativamente superiori ai nostri; come è giusto che sia. Sarà però cruciale mobilitare l’Europa su questo progetto. Non bastano infatti i 5,5 miliardi assicurati dal nostro Paese. Di questo io vorrei parlassero i politici del Sud. Pensi che nonostante tutto quello che sta succedendo nel Mar Rosso, Gioia Tauro viaggia ad un +20% annuo».Stante tutte queste considerazioni il Ponte sullo stretto di Messina è inutile? «Tutt’altro. Eccome se serve. La comunità nazionale deve capire che bisogna investire sulle grandi opere. Queste attraggono grandi investimenti. Pensi all’autostrada del sole realizzata più di cinquant’anni fa. C’era chi sosteneva che era una follia perché mancavano le strade. Ma fu proprio grazie all’autostrada che furono realizzate opere di viabilità secondaria. Già il Ponte sullo stretto - ancora non iniziato - ha consentito alla Calabria di ottenere 3 miliardi per la strada statale jonica ed il miliardo necessario per il tratto autostradale che Renzi aveva inaugurato senza che fosse completato».Tornando all’autonomia differenziata, su cui lei è molto fiducioso, nel testo di legge cosa la convince maggiormente?«L’autonomia differenziata è una possibilità offerta dalla Costituzione e prevede livelli essenziali delle prestazioni. Parlo di diritti sociali e civili da garantire su tutto il territorio nazionale. Il testo ora all’esame della Camera prevede che debbano essere finanziati adeguatamente prima di procedere ad intese con le singole Regioni sulla base dei fabbisogni standard. Il centrosinistra si straccia le vesti solo perché è una cosa che ora sta attuando il centrodestra che in un anno ha fatto quello che non è stato deciso in 22 anni».Lei insiste molto sulla presunta convenienza del fabbisogno standard e sul superamento del criterio della spesa storica…«Sì, e sa perché? Ad oggi uno stesso servizio o diritto non è finanziato a Crotone tanto quanto a Vercelli. Con il nuovo testo prima di procedere all’intesa sull’autonomia della singola Regione si dovrà preventivamente definire il finanziamento per tutte le Regioni sulla base degli stessi criteri. Immagini un treno con tre vagoni…».Immagino… «In testa l’autonomia differenziata. Il secondo vagone è quello del superamento della spesa storica e quindi della definizione del finanziamento dei Lep (livelli essenziali prestazioni, ndr. Il terzo è quello della perequazione; stesso criterio per tutti. Se il treno arriva in stazione grazie all’autonomia differenziata che traina il tutto, ci arrivano anche le altre due carrozze. E questa è un’altra opportunità straordinaria per il Mezzogiorno. Però su un punto sono stato chiaro: servono soldi. L’ho detto al ministro Calderoli: “No money no party”».Presidente, una cosa di cui è particolarmente orgoglioso…«Ho chiesto di potermi occupare come commissario del governo della sanità in Calabria e ho trovato una situazione con una contabilità non solo non aggiornata ma che in molti hanno definito come “orale”. Il governo nazionale, attraverso i suoi commissari, non era riuscito a sistemare la situazione durante gli ultimi 12 anni. Sono orgoglioso di avere attuato iniziative di deterrenza contro gli incendi e di aver reclutato medici cubani per non chiudere gli ospedali».Leggenda narra che lei avrebbe scoperto 2 miliardi da spendere… «Fondi europei che non erano stati utilizzati dai miei predecessori e che in soli due anni sono riuscito a spendere accelerando tutte le procedure di spesa. A vantaggio di imprese e famiglie».Avrà commesso un errore? Qualcosa di cui si pente? «Tutti commettono errori. Ed io cerco di risolverli anziché parlarne».
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