2021-09-23
Tirate fuori i numeri degli «immuni» che s’infettano
Giorni fa papa Francesco, rispondendo ai giornalisti durante il viaggio di ritorno da Bratislava, si è lasciato sfuggire una notizia, accompagnandola da un piccolo commento al veleno: «Anche nel collegio cardinalizio ci sono negazionisti e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus». «Ironia della vita», ha commentato, aggiungendo una certa dose di cattiveria. Si riferiva ovviamente al cardinale Raymond Burke, che oltre a essere stato in terapia intensiva per il Covid è anche il capofila dei conservatori, ossia uno degli alti prelati che hanno firmato i «dubia» su Amoris Laetitia, l'esortazione apostolica che ha aperto dottrinalmente alla comunione per i divorziati risposati. Peccato che di lì a pochi giorni anche l'arcivescovo slovacco Jan Babjak, che negazionista non è, tanto da essersi vaccinato, sia stato contagiato dal coronavirus e sia finito in quarantena. Si potrebbe commentare con lo stesso stile del Pontefice: «Ironia della vita», ma siccome non siamo né negazionisti né non negazionisti, ma semplicemente cronisti, ci limitiamo a riportare i fatti e a registrare che si può essere vaccinati oppure no, ma questo non significa essere immuni dal virus. Certo, il vaccino aiuta, perché riduce i rischi di mortalità, cioè evita il peggio, o per lo meno ci prova, ma non è uno scudo che protegge totalmente dalla malattia.Se ne sono accorti in alcuni Paesi in cui hanno spinto molto sulle vaccinazioni, convinti che questo avrebbe consentito di tornare in fretta a una vita normale, senza limitazioni. Il caso più noto è quello di Israele dove, nonostante la spinta iniziale che ha consentito di iniettare il siero a un'ampia fascia della popolazione, il virus ha continuato a circolare, infettando anche i vaccinati. Colpa di chi non si è immunizzato, ma anche del calo, dopo otto mesi, della protezione garantita dal vaccino, hanno spiegato gli esperti. E per questo a Gerusalemme hanno deciso di procedere con una terza dose, anche se nessuno ha la certezza che questa sia una soluzione. Lo dicono gli stessi medici che hanno deciso di richiamare i pazienti per inoculare nuovamente il siero. Ma lo dice anche la Food and drug administration, l'ente che in America vigila sui farmaci, che di recente ha consigliato la terza dose solo per le persone fragili e anziane, considerando che i rischi di ammalarsi di coronavirus possano controbilanciare i rischi di eventuali effetti collaterali.Ma il caso di Israele, con un ritorno del Covid anche tra persone già vaccinate e non con esiti lievi come sostiene la stampa mainstream in Italia, si registra anche in altri Paesi. Prendete l'Australia, uno degli Stati più rigoristi in fatto di pandemia, nel senso che non ha esitato a prendere misure dure sin dall'inizio. Nell'ultimo mese, nella regione Sud-Orientale, eccetto uno, tutti i ricoverati per Covid sono vaccinati e in gran parte giovani. Su 141 persone ospedalizzate, 60 hanno meno di 55 anni, 28 hanno un'età inferiore ai 35 anni. Su 43 persone in terapia intensiva, 18 sono intubati, ma tra questi uno solo aveva ricevuto una dose, gli altri avevano compiuto l'intero ciclo vaccinale.Ad ammalarsi di Covid nonostante siano vaccinati, finendo in ospedale e a volte in terapia intensiva, sono solo gli israeliani e gli australiani? No, succede anche in Italia. Giorni fa abbiamo raccontato la vicenda di un professore dell'università della Calabria, Battista Sangineto, vaccinato e contagiato da un altro vaccinato. Altro che infezione blanda e senza rischio: il docente è finito in ospedale e solo grazie alle cure si è evitato il peggio. Ma casi come quelli di Sangineto non sono isolati. Conosco personalmente un paio di manager contagiati nonostante il vaccino e so che se la sono vista brutta. Esempi sporadici? Niente affatto. In Sicilia un operatore sanitario vaccinato di 43 anni è ricoverato per Covid all'Ismett in gravissime condizioni. E di recente abbiamo citato i quasi 2.000 infermieri contagiati nonostante avessero ricevuto prima e seconda dose.Vi state chiedendo dove voglia andare a parare? Lo spiego subito. Innanzitutto, intendo dimostrare che il green pass non serve proprio a niente, perché non dimostra che non si è contagiati e nemmeno che non lo si possa essere. Perché il famoso Qr code è solo un documento che attesta di essersi sottoposti al vaccino (oppure di aver fatto un tampone nelle ultime 48 ore), niente altro. In secondo luogo, vorrei che il ministero della Salute cominciasse a dirci quanti sono i contagiati non vaccinati e quelli che hanno completato il ciclo vaccinale, aggiungendo per favore gli stessi elementi a proposito dei ricoverati. È un atto di trasparenza e di chiarezza, che altrove si ottiene facilmente, mentre curiosamente in Italia si preferisce nascondere i dati. Se Roberto Speranza non ha nulla da temere, ci dia i numeri. Credo che dopo un anno di previsioni sballate e rassicurazioni inutili, la nostra richiesta sia il minimo.