Il tema è tornato alla ribalta perché, in attesa della decisione finale sulla tassonomia Ue, è uscita la bozza del terzo atto che etichetta i progetti su gas e nucleare nell’elenco delle attività sostenibili dal punto di vista ambientale. Questo all’atto pratico significa che anche il nucleare potrà essere finanziato dagli stati. Queste anticipazioni hanno fatto letteralmente imbufalire alcuni stati membri dell’Ue tra cui la Germania che dopo l’incidente di Fukushima aveva preso la decisione di smantellare le sue centrali. Decisione cavalcata e ribadita anche dai Verdi oggi al governo e forti del successo delle ultime elezioni. Per i tedeschi infatti cambiare idea sul nucleare potrebbe essere un autogol clamoroso ma, come vedremo, questo non vuol dire che si opporranno alla decisione sulla tassonomia Ue.
Il tema è tornato alla ribalta perché, in attesa della decisione finale sulla tassonomia Ue, è uscita la bozza del terzo atto che etichetta i progetti su gas e nucleare nell’elenco delle attività sostenibili dal punto di vista ambientale. Questo all’atto pratico significa che anche il nucleare potrà essere finanziato dagli stati. Queste anticipazioni hanno fatto letteralmente imbufalire alcuni stati membri dell’Ue tra cui la Germania che dopo l’incidente di Fukushima aveva preso la decisione di smantellare le sue centrali. Decisione cavalcata e ribadita anche dai Verdi oggi al governo e forti del successo delle ultime elezioni. Per i tedeschi infatti cambiare idea sul nucleare potrebbe essere un autogol clamoroso ma, come vedremo, questo non vuol dire che si opporranno alla decisione sulla tassonomia Ue. Il tema è tornato alla ribalta perché, in attesa della decisione finale sulla tassonomia Ue, è uscita la bozza del terzo atto che etichetta i progetti su gas e nucleare nell’elenco delle attività sostenibili dal punto di vista ambientale. Questo all’atto pratico significa che anche il nucleare potrà essere finanziato dagli stati. Queste anticipazioni hanno fatto letteralmente imbufalire alcuni stati membri dell’Ue tra cui la Germania che dopo l’incidente di Fukushima aveva preso la decisione di smantellare le sue centrali. Decisione cavalcata e ribadita anche dai Verdi oggi al governo e forti del successo delle ultime elezioni. Per i tedeschi infatti cambiare idea sul nucleare potrebbe essere un autogol clamoroso ma, come vedremo, questo non vuol dire che si opporranno alla decisione sulla tassonomia Ue.Insieme a Berlino, anche Austria, Svizzera, Belgio, Lussemburgo e Spagna hanno messo un punto sull’energia dell’atomo e criticano quindi severamente la decisione dell’esecutivo. La vicepresidente e ministro per la transizione ecologica spagnola, Teresa Ribera ha dichiarato che: “Indipendentemente dal fatto che si continui a investire nell’una o nell’altra, riteniamo che non siano energie verdi o sostenibili” riferendosi anche al gas. Il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck invece si chiede “se questo greenwashing sarà accettato anche sui mercati finanziari”. Tra le nazioni a favore ci sono invece Francia, Finlandia e Repubblica Ceca che hanno puntato sull’energia nucleare di vecchia e nuova generazione. Proprio la Finlandia ha lanciato pochi giorni fa "Olkiluoto 3" un potente reattore di terza generazione. La maggior parte dei reattori presenti nel mondo, (oggi sono 438 quelli attualmente in funzione) sono di seconda generazione, ma quelli di terza che si basano ancora sulla fissione, offrono grandi vantaggi in termini di sicurezza. I sistemi sono passivi non prevedono l’intervento umano e in caso di incidente allagano il nucleo o si spengono evitando qualsiasi problema. Il reattore finlandese è uno di questi. La quarta generazione invece, su cui tutti stanno investendo e che vedrà la luce nel giro di 15 anni, si basa invece sulla fusione che imita le stelle e non potrà essere utilizzata per produrre armi nucleari. Per funzionare i reattori utilizzano l'uranio naturale, non arricchito, e permettono un ciclo chiuso. Inoltre i rifiuti radioattivi diminuiscono come nei reattori a piombo.Il no al nucleare oggi ha contenuti molto più politici che scientifici perché tutto si basa sulla distribuzione delle risorse da investire. La Germania che ha chiaramente rinunciato all’atomo ha deciso che non farà ricorso contro la tassonomia lasciando alla Francia il quasi monopolio del nucleare per prendersi quello del gas. Quindi la battaglia ideologica è mascherata da un tacito accordo per spartirsi le risorse. La Francia ha bisogno dei fondi perché il parco reattori è ormai vetusto ed ha più di 30 anni. Alcuni addirittura più di 40. Per la Germania è assolutamente necessario sfruttare il gas per riuscire a ottenere l’obiettivo di decarbonizzazione che si sono fissati per il 2030. La nuova tassonomia, classificando il gas come sostenibile ai fini della transizione, assicurerebbe ai tedeschi la possibilità di utilizzare il Nord Stream 2. Ecco spiegata la decisione di non rovinare i piani alla Francia. In Europa i piani energetici sul nucleare sono diversi per ogni Paese. In Italia ci sono 4 centrali nucleari dismesse a seguito del referendum del 1987, ma il governo apre alla possibilità di investire nei reattori di quarta generazione. In Austria invece, dove le centrali sono state chiuse con un referendum nel 1978 e mediante legge costituzionale nel 1999, non hanno intenzione di investire sul nucleare, come in Germania. Il Belgio ha 7 reattori, 2 sono in fase di smantellamento e tre sono dedicati alla ricerca. La Bulgaria ne ha 6 ma sono attivi soltanto 2 che chiuderanno tra il 2027 e il 2029, ma non ha in previsione di costruirne altri. La Finlandia oltre a quello appena avviato possiede 3 impianti nucleari per 6 reattori atti alla produzione di energia elettrica. La Francia ne ha 56 attivi sul territorio. In Romania ci sono 2 reattori attivi e uno in fase di costruzione, si chiamerà “Alfred” e promette di non produrre scorie. Al progetto partecipa anche l’Italia. Nella classifica delle fonti di approvvigionamento energetico europeo del 2019 (ultimi dati disponibili), in testa abbiamo il petrolio, a seguire il gas naturale e poi carbone e nucleare rispettivamente in terza e quarta posizione. Il nucleare con la nuova tassonomia è destinato a risalire la classifica, ma anche il gas si rivelerà necessario per quei Paesi, come l’Italia, che hanno rinunciato al nucleare e che se anche dovessero cambiare idea, impiegheranno anni prima di poterne approfittare. L’Italia è il primo paese importatore di energia elettrica nel mondo e la maggior parte di questa energia viene comprata dall’eccesso della produzione del nucleare francese. Vien da sé che investire nel nucleare e sfruttare il gas nazionale disponibile sul territorio, non può che divenire una scelta di sopravvivenza.Il testo sulla tassonomia è solo una proposta, l’obiettivo è quello di adottare l’atto entro la fine di gennaio 2022. L’Esecutivo Ue ha inviato il testo agli esperti degli Stati membri sulla finanza sostenibile e alla Platform on Sustainable Finance, aprendo ufficialmente le consultazioni e fino al 12 gennaio i tecnici avranno tempo per inviare le loro osservazioni.
Matteo Ricci (Ansa)
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