2025-01-08
Il no vax non curato va a «Fuori dal coro». Il ministro Schillaci resta non pervenuto
Stasera Rete 4 ospita Franco, il cardiopatico a cui l’ospedale di Trieste negò l’operazione. Silenzio dal titolare della Salute.Orazio Schillaci rientra dalle vacanze di Natale ma non trova il tempo (né la voglia) di mandare anche solo un messaggio a Franco, il paziente cardiopatico e non vedente di Trieste escluso dalla lista di attesa di un intervento salvavita. Eppure sarebbe doveroso far capire che il ministro della Salute non rimane indifferente alla sofferenza di un malato, cui è stata diagnosticata una «cardiopatia valvolare con insufficienza aortica severa» però non gli è permesso di operarsi.Il ministro della Salute non può accettare che un cittadino si senta umiliato, discriminato da una lettera, quella della cardiochirurgia dell’ospedale triestino Cattinara, in cui era scritto che non lo si operava «per rifiuto di sottoporsi a vaccinazione». Schillaci deve intervenire, per rispetto verso Franco e verso tutti gli italiani che hanno accolto con incredulità e sgomento la notizia di una «cancellazione» con la sola motivazione di non accettare il vaccino contro Covid, influenza, herpes zoster e pneumococco, come procedura chirurgica fatta passare per obbligatoria. Il rispetto, parola dell’anno 2024 secondo la Treccani, manca totalmente nel comportamento del nostro ministro della Salute. «C’è un’interrogazione. Risponderemo in quella sede», si è limitato a dire. Dovrà certo tener conto dell’interrogazione a risposta scritta presentata nei giorni scorsi dalla deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fdi in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, ma il silenzio del ministro della Salute è offensivo. E manca di umanità. Tutta la vicenda del paziente respinto e cancellato dalla lista d’attesa è attraversata dal filo rosso cupo della disumanità. Questa sera, la storia del rifiuto a Franco denunciato dalla Verità la vigilia di Natale sarà uno dei servizi più d’effetto della trasmissione Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano su Rete 4. Raffaella Regoli è andata a Trieste, per raccogliere la testimonianza del paziente e della moglie Denise. «Abbiamo vissuto una discriminazione, un ricatto», li sentiremo dire. Ascolteremo Antonio Poggiana, direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi), che parlerà di «lettera sbagliata», di «procedura interna sbagliata, da correggere», come se questa ammissione bastasse a giustificare l’accaduto. Poggiana ammette l’errore ma non si è preso il disturbo di chiamare il paziente, di dirgli che era costernato per quanto successo in un ospedale della Asl che dirige. Nemmeno Enzo Mazzaro, il primario del polo cardiochirurgico triestino la cui firma compare in calce alla lettera spedita lo scorso 12 dicembre, si è sentito in dovere di parlare con una persona che è stata trattata in modo così disumano dal suo reparto. Il medico, minacciato in maniera vergognosa da imbecilli violenti quando la lettera è circolata sui social, ha scelto di mettersi in ferie facendo calare il suo silenzio sull’accaduto. Non prima, però, di aver detto: «Mi sento lo strumento di un fatto che non ho innescato io e che viene strumentalizzato da qualcuno. […] Tutto questo per una vicenda di cui non mi sono occupato e per un paziente di cui non conosco nemmeno il volto». Poteva decidere di incontrare quel cardiopatico a lui sconosciuto eppure destinatario di una missiva a sua firma. Magari due righe di suo pugno poteva farle recapitare. A Mazzaro è andata la doverosa solidarietà del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, della responsabile nazionale giustizia Pd, Deborah Serracchiani e di molti altri, ma per Franco non si sono trovate parole. Solo commenti di odio contro i non vaccinati, comparsi tra gli utenti dei social. E vergognose affermazioni fatte da emittenti televisive, come la Rai regionale che ha parlato di «minacce (al primario, ndr) seguite al post di un paziente che sosteneva di essere cancellato dalle liste d’attesa». Franco non vede, non ha profili social. L’avvocato Alessandra Devetag ha fatto sapere: «Il mio assistito è intenzionato ad agire in tutte le sedi, ivi compresa quella penale, per tutelare le proprie ragioni sia nei confronti della struttura ospedaliera, sia nei confronti degli organi di stampa che, senza svolgere i doverosi accertamenti né premurarsi di sentire la sua versione dei fatti hanno diffuso informazioni false, diffamatorie e calunniose».Franco l’aveva detto alla Verità e l’ha ribadito a Fuori dal Coro: «Non ho mai rifiutato l’intervento, sono sempre stato favorevole a operarmi». Comunque vada a finire questa bruttissima storia di malasanità, speriamo nel miglior modo per il paziente, rimane lo sconcerto per l’assenza di umanità dimostrata. Soprattutto da parte del primario, del direttore sanitario, del governatore del Friuli Venezia Giulia, del ministro della Salute.
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