
Se anche Claudio Foti è innocente, non lo è il suo metodo. Ci sono 17 persone rinviate a giudizio, i bambini venivano tolti a mamme e papà senza alcun valido motivo. È acclarato, tanto che sono stati restituiti alle famiglie di provenienza. A loro dovremmo chiedere scusa.Parlateci di Bibbiano. Sì, parlatecene ancora. Perché noi non smetteremo di parlare di Bibbiano. Non smetteremo di parlare di bambini strappati ingiustamente alle loro mamme e papà. Non smetteremo di parlare del business sulla pelle dei piccoli. E non smetteremo di parlare dell’attacco portato al cuore della famiglia sulle base di teorie bislacche o, peggio, tendenziose. Non smetteremo di parlare di Bibbiano perché il problema sollevato lì a Bibbiano c’è ancora, e riguarda tutta l’Italia, ed è enorme. E questo tentativo di seppellirlo dietro l’insufficienza di prove che ha portato all’assoluzione dello psicoterapeuta Claudio Foti non è solo patetico. È maledettamente vergognoso. Perché va a colpire non tanto chi, come noi per primo ha sollevato il caso (ci siamo abituati, abbiamo le spalle larghe), ma perché va a colpire i bambini che del metodo Bibbiano sono state e continuano ad essere le vittime. Altro che polverone, manipolazione, altro che teorema che viene a cadere. Altro che sciacallaggio come abbiamo sentito ripetere a più riprese in queste ore con Enrico Mentana che si prostra in diretta Tg davanti a Claudio Foti, Matteo Renzi e Carlo Calenda che vanno all’attacco di Giorgia Meloni («chieda scusa»), i giornali che se la prendono con le trasmissioni che si occuparono del caso (guarda caso La Repubblica che spara su Fuori dal Coro) e i giornali che dovrebbero essere cattolicamente dalla parte dei bambini che si coprono di ridicolo accusando il «populsovranismo che utilizzò il caso per creare consenso» (neologismi da Avvenire). Tutte parole a vanvera. Fuori dalla realtà. In realtà, infatti, il processo di Bibbiano resta tutto in piedi, come ha spiegato ieri Maurizio Tortorella su questo giornale e come ha ribadito il procuratore di Reggio Emilia, Gaetano Paci, al Corriere della Sera. Non a caso ci sono 17 persone rinviate a giudizio, fra assistenti sociali, psicoterapeuti e amministratori. E c’è di più: ci sono anche otto bambini, quelli oggetto delle indagini di Bibbiano, restituiti alle loro famiglie da cui erano stati ingiustamente strappati. Dove sarebbe, dunque, il polverone, la manipolazione, il teorema caduto? Il teorema è confermato. Confermatissimo. I bambini venivano tolti a mamme e papà senza alcun valido motivo per farlo. Questo è acclarato. Talmente acclarato che, per l’appunto, quei bambini sono stati restituiti alle loro famiglie. Quindi il fatto sussiste. Non ci piove. E vi sembra poco? Vi sembra poco che in un Paese civile si tolgano bambini a mamme e papà perché sono in difficoltà economica, perché magari si vuole dare quel piccolo a una coppia di amici (come sospettava l’indagine) o perché si vuole arricchire qualche cooperativa? Vi sembra poco? Lo psicoterapeuta Claudio Foti è stato assolto dall’accusa di lesioni dolose gravi su un minorenne e dall’accusa di abuso d’ufficio. Il giudice ha usato la formula che equivale alla vecchia insufficienza di prove. Benissimo, Foti è innocente, evviva. Ma fra i 17 a processo ci sono sua moglie, Nadia Bolognini, e gli psicologi della sua cooperativa, Hansel e Gretel. Ciò significa che lui è innocente, ma il suo metodo no. Non ancora almeno. Altro che «sgretolato il teorema accusatorio» come va cianciando con la corte dei miracoli giornalistici. Il teorema accusatorio resta in piedi per 17 persone. E, in ogni caso, anche se quelle 17 persone fossero dichiarate tutte innocenti resterebbe comunque il fatto che a Bibbiano otto bambini sono stati strappati ingiustamente dalle loro famiglie. È questo l’orrore che non si vuole vedere. È a quei bimbi che dovremmo chiedere scusa. Altro che balle renziane. E dico di più: il teorema di Bibbiano resta talmente in piedi che, sulla base di quell’inchiesta, abbiamo poi scoperto che si applicava (e purtroppo si applica ancora) in tutta Italia. Abbiamo scoperto la mamma di Cuneo cui erano stati portati via 4 figli ingiustamente (messi in quattro comunità diverse e poi restituiti). Abbiamo scoperto i video degli assistenti sociali di Pavia che traumatizzano i bambini strappandoli con la forza dalle braccia dei familiari. Abbiamo visto le cooperative di Massa Carrara che facevano soldi sulla pelle dei piccoli mentre gli operatori li trattavano come bestie e dicevano: «Bisognerebbe scioglierli nell’acido…». Parlateci di Bibbiano? Eccome, se ne parliamo. Ne parliamo e ne parleremo ancora. Perché parlandone si è fatta un po’ di luce su una piaga che colpisce non da oggi il nostro Paese (si veda il caso dei Diavoli della Bassa). Perché in base all’inchiesta di Bibbiano si è in parte modificata (per fortuna) la legge sugli affidi. Perché aspettiamo ancora l’indagine conoscitiva per sapere quante sono le comunità che ospitano i minori e qual è il loro business. Per questo continueremo a parlare di Bibbiano. E ci viene da sorridere a sentire quelli che si riempiono la bocca di «polverone» e «manipolazione» senza conoscere ciò di cui parlano. O forse, ed è peggio, conoscendolo benissimo. Fa sorridere soprattutto quando dicono che chi si è occupato di Bibbiano lo ha fatto per non parlare dello scandalo Metropol che coinvolgeva il leader della Lega, Matteo Salvini, e che scoppiava più o meno negli stessi giorni. Si dà il caso, dopo quattro anni, che il caso Metropol si sta rivelando quel che era: una bufala. Bibbiano, invece no, era tutt’altro che una bufala. I soldi a Salvini, non c’erano. I bambini strappati alle loro famiglie c’erano eccome. Per cui se l’accusa è quella di aver parlato di una cosa vera per nascondere una cosa farlocca, beh, quell’accusa ce la prendiamo volentieri. Come una medaglia sul petto.
Elly Schlein (Getty images)
I dem vogliono affondare la riforma Nordio ma dimenticano che alle ultime elezioni politiche assicuravano la creazione di un nuovo «tribunale» disciplinare per i magistrati. Se lo fa il governo, però, è da boicottare.
«Proponiamo di istituire con legge di revisione costituzionale un’Alta corte competente a giudicare le impugnazioni sugli addebiti disciplinari dei magistrati e sulle nomine contestate». La citazione sopra riportata non proviene da un documento elettorale del centrodestra o da un intervento pubblico del guardasigilli Carlo Nordio, bensì dal programma elettorale del Pd alle elezioni politiche del 2022. Eppure, nonostante questo, durante l’approvazione della riforma della giustizia varata dal centrodestra, i dem, contrari al pacchetto di modifiche varato dalla maggioranza, hanno lanciato strali anche contro questo punto, dimenticandosi che era parte del loro programma. «Si vuole costituire una magistratura giudicante e una magistratura requirente come due corpi separati e culturalmente distanti, selezionati da due concorsi diversi, con due Csm distinti e con un’Alta corte disciplinare che risponde a logiche esterne alla magistratura stessa.
Papa Leone XIV (Ansa)
Nel commentare la dichiarazione dei vescovi Usa sull’immigrazione, il pontefice ha ribadito il diritto a controllare i confini. I media francesi hanno omesso il passaggio.
Papa Leone XIV ha risposto ai giornalisti che si trovavano a Castel Gandolfo martedì sera e si è espresso su vari argomenti: la pace in Ucraina, le stragi in Nigeria, i suoi progetti di viaggi apostolici per il 2026 e anche delle sue abitudini quando soggiorna a Villa Barberini. Tra temi trattati c’era anche la gestione dell’immigrazione negli Stati Uniti. Come scritto da Vatican News, il Santo Padre ha commentato la dichiarazione sui migranti pubblicata, giovedì scorso, della Conferenza episcopale statunitense.
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Commissione prepara nuove regole per la circolazione rapida (massimo tre giorni) di truppe e cingolati tra i Paesi dello spazio Schengen. Un tempo simbolo di pace...
«Vi sono molte cose che contrassegnano l’Ue e la sua storica integrazione, ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen. È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei». Firmato Sergio Mattarella. Correva l’anno 2018 e l’Austria in accordo con la Germania aveva proposto di chiudere il confine con l’Italia per non far arrivare i migranti. Sono passati sette anni e la Commissione europea presenta un regolamento per far viaggiare i carri armati senza frontiere. Schengen doveva essere il simbolo della pace e della libertà e ora diventa la Schengen con le stellette che ci costa malcontati 270 miliardi in dieci anni, in modo che le truppe si muovano liberamente e velocemente.
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni (Ansa)
Dalla riforma della giustizia alla politica estera: sono molti i temi su cui premier e capo dello Stato dovranno confrontarsi nei prossimi mesi, malgrado le tensioni.
Come in una qualsiasi relazione, quando si insinua nella coppia lo spettro del tradimento, i rapporti si incrinano e non possono più tornare ad essere come erano prima. Lo tsunami che si è abbattuto sul Quirinale a seguito dello scoop della Verità, rischia di avere gravissime ripercussioni a lungo termine, sui legami tra governo e presidente della Repubblica. E anche se il Colle sminuisce la questione, definendola «ridicola», il consigliere per la Difesa del capo dello Stato, Francesco Saverio Garofani, non solo conferma ma aggiunge particolari che mettono a dir poco in imbarazzo i soggetti coinvolti. E hai voglia a dire che quelle fossero solo battute tra amici. La pezza peggiore del buco.






