2022-06-29
Moto di Bochicchio sabotata? Nel 2019 andò a fuoco pure la barca
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Nell'agosto di 3 anni fa l'imbarcazione del broker, vittima di un incidente mortale a Roma, fu avvolta dalle fiamme al largo di Capalbio. Era un Magnum. Tutti gli occupanti furono tratti in salvo. Non risultano inchieste. Intanto a partire dall'ottobre del 2020 la moglie ha cominciato a ricevere minacce: «Dove vivono la madre e il fratello di Massimo? Lo faccio cercare». Ecco la telefonata nelle carte del processo.Ci vorrà ancora del tempo per avere una esatta dinamica dell’incidente di Massimo Bochicchio, il trader finanziario vittima di un incidente mortale domenica 19 giugno a Roma mentre era a bordo della sua motocicletta Bmw. Gli inquirenti dovranno anche stabilire una volta per tutte se c’è stato un malfunzionamento della moto o se è stata sabotata. Nel frattempo, dal passato dell’ex manager di banca Hsbc, spunta un altro incidente, questa volta non mortale, che aveva causato la distruzione del suo motoscafo Magnum. La storia circola da tempo tra i salotti romani e nei circoli sportivi. La notizia all’epoca comparve anche sui quotidiani locali in Toscana. E’ il 13 agosto del 2019 e su Il Giunco si può ancora leggere: «un’imbarcazione sta andando a fuoco nelle acque antistanti a Porto Ercole, nel comune di Monte Argentario. La barca si trova in questo momento tra l’Isolotto e Punta Avvoltore. Gli occupanti sono già stati tratti in salvo e trasbordati su un gommone privato, e la Capitaneria di porto sta imbarcando in questo momento i Vigili del fuoco di Orbetello sulla motovedetta per raggiungere la barca alla deriva e spegnere le fiamme. La barca a fuoco è una Magnum di 13 metri». A quanto risulta alla Verità quell’imbarcazione è proprio di Bochicchio. Non risultano inchieste della magistratura sulla vicenda. La conferma di quell’incidente arriva poi dalle intercettazioni della Guardia di finanza nel 2020. A parlarne al telefono sono il presidente del Coni Giovanni Malagò e il fratello di Antonio Conte, Daniele. E’ il 10 luglio del 2020. Bochicchio da qualche mese ha fatto perdere le sue tracce. Lo cercano in tanti. Chiedono i loro soldi. Daniele Conte, che ha lavorato con lui, parla con Malagò della «montagna di soldi» che ha gestito in questi anni Bochicchio. «Perché è una montagna di soldi…dove li ha messi?» dice il fratello dell'ex allenatore dell'Inter. «Eh, perché per quanto abbia fatto un tenore di vita molto importante in questi anni qui stiamo a parlare di cifre molto importanti no? » risponde Malagò che si domanda anche lui dove possano essere finiti tutti i quattrini gestiti in questi anni da Kidman e Tiber, le due società che veicolano spesso in paradisi fiscali il denaro raccolto. «Sì per guarda Giovanni» risponde Daniele Conte «sì il tenore di vita, io ho vissuto in questi anni a fianco a fianco perché in ufficio insieme a tutto…lui se ne veniva anche con me, a volte in metro […], una vita benestante assolutamente, nel senso avessi io la vita del genere, ma comunque non da milionario, capito voglio dirti, che comunque prendeva elicotteri [,,,] aveva la barca lì a Capalbio che è andata a fuoco l’anno scorso». Risponde Malagò: «Che era mia pensa». E Daniele Conte: «Ah era tua? Era un Magnum, non è che stiamo parlando un». «Panfilo» conclude Malagò. Quella barca infatti, di nome Joker, fu venduta a Bochicchio tra il 2002 e il 2005. Poi è andata in fiamme. Che la famiglia del broker non vivesse una vita tranquilla lo si può capire sempre dalle intercettazioni di quell’estate del 2020. Bochicchio è scomparso dalla circolazione. Ha preso una stanza in un albergo di Acapulco, in Messico. In realtà le forze dell’ordine scoprono che è a Madrid, perché contatta comunque la moglie cambiando più volte sim del telefono. I clienti lo cercano ovunque. Tutti chiedono indietro i loro soldi. E qualcuno eccede durante le telefonate. Come F.S collaboratore di Rodolfo Errani, uno dei soci di Bochicchio. E’ lui il 7 ottobre del 2020 a chiamare alle 10 di sera Arianna Iacomelli, moglie del broker in fuga. «Buona sera, vorrei chiederle se, per cortesia, se sente Massimo, se mi può chiamare, se si degna di chiamare, perché visto che sono ormai diverse settimane che, né chiama, né risponde, né risponde alle mail, quindi sa, la situazione è abbastanza difficile per tutti». La Iacomelli si difende, anche lei non sa dove sia il marito e insieme con i 2 figli attende notizie da settimane. Ma l’interlocutore non demorde. Spiega che ha parlato con il fratello di Bochicchio e dice che è pronto anche a chiamare la madre del broker. «Purtroppo non serve chiamare nessuno in questo momento, perché Massimo non dà risposte a nessuna, e la situazione è drammatica…» è la risposta della donna.Ma S. incalza: «Ma per lui è normale, perché tanto non risponde a nessuno, poi qualcosa succederà». La telefonata prende una brutta piega. Perché S. inizia a chiedere se l’indirizzo dove abita la madre di Bochicchio è sempre lo stesso. Poi vuole l’indirizzo su dove abita il fratello del broker: «Dove vive, lei lo sa?». La Iacomelli resiste: «Non penso che io possa permettermi di darle l’indirizzo di mio cognato». Ma l’interlocutore le sta addosso: «Lo faccio cercare». La donna continua a difendere il marito. «E’ partito più di un mese fa, e non vede me e i figli. Io non so dov’è». Si parla di conti in Svizzera chiusi. Ma poi sul finale della conversazione, S.aggiunge di aver atteso Bochicchio il 7 agosto scorso sotto la sua casa per 12 ore, ma lui non si era mai fatto vedere. La Iacomelli il giorno dopo chiama la cognata, moglie di Tommaso Bochicchio. Le parla delle minacce velate. Ma durante la conversazione si parla anche di Luca De Lucia, il socio del marito che lavorava per la Tiber morto in circostanze misteriose a Londra, nell’ottobre del 2019. Era cugino dei Bochicchio. Ma questa è un’altra storia.