2021-03-08
Non solo la base navale, la Turchia in Libia si prende il porto commerciale di Misurata
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Recep Tayyp Erdogan (Ansa)
La zona B dello scalo portuale, snodo fondamentale, dovrebbe andare al colosso turco Albayrak, già impegnato per la costruzione dell'aeroporto. La concessione fu vinta nel 2010 da Vincent Bollorè, ma non ha mai potuto esercitarla. Recep Tayyp Erdogan avanza anche in Somalia con la gestione dello scalo marittimo di MogadiscioL'avanzata della Turchia in Libia passa per la conquista del porto di Misurata. Nell'agosto dell'anno scorso era circolata la notizia che il Governo di accordo nazionale (Gna) della Libia avesse formalmente concesso al premier turco Recep Tayyp Erdogan uno degli scali portuali libici più importanti come base per le navi militari operanti nel Mediterraneo Orientale. Si era parlato di una concessione di 99 anni, un dono per aver fermato l'avanzata del generale Khalifa Haftar in una Libia ormai spartita tra turchi e russi. A distanza di 6 mesi sono cambiate diverse cose. In queste ore si discute del nuovo governo voluto dalle nazioni unite che vedrà come primo ministro a interim l'ingegnere sessantunenne Abdul Hamid Dbeibah, ricco uomo d'affari che aveva guidato la Libyan Investment and Development Company quando c'era ancora Gheddafi. Le cose andranno ancora meglio per Istanbul. I turchi stanno proseguendo nella loro avanzata. Secondo African Intelligence, giornale vicino ai servizi segreti francesi, la gestione della zona B del porto di Misurata potrebbe andare al gruppo industriale turco Albayrak. Questa holding che a dicembre si è vista assegnare anche il porto di Mogadiscio in Somalia, sta negoziando con le autorità della zona franca di Misurata una concessione per i terminali della Zona B del porto. Dopo aver presentato un'offerta per l'ampliamento dell'aeroporto internazionale della città a novembre, il gruppo con sede a Istanbul ora ha gli occhi sull'infrastruttura portuale della zona. Al momento l'offerta sarebbe quella migliorare le tecnologie portuali, ma dovrebbe presto estendersi alla gestione per tutti i terminal portuali. Del resto, avendo avuto il via libera alla costruzione di una base navale, ora spetterà ai turchi la gestione di una delle parti più strategiche del porto, ovvero quella che si occupa del traffico di componentistica per le raffinerie e anche per lo stoccaggio delle armi. Va ricordato che il porto di Misurata è autonomo rispetto a Tripoli. E' ormai diventato l'hub principale di entrata per le merci che devono arrivare in Libia, vero avamposto per i ricchi imprenditori libici. Non è un caso, fanno notare alcuni analisti, che Dabaiba arrivi proprio da Misurata e sia molto orientato a favorire l'arrivo della Turchia. A questo si aggiunge che sarà il gruppo turco SCK il responsabile del nuovo sistema di tracciamento elettronico delle merci importate annunciato dal governo all'inizio di febbraio. In questo modo non solo avrà informazioni sulle merci che entrano in tutti i porti libici, ma deciderà anche le tariffe doganali. L'aspetto particolare è che questa concessione andò nel 2010 a Vincent Bollorè, l'uomo d'affari bretone che prima della caduta di Gheddafi aveva conquistato la gestione di diversi porti dell'Africa, come anche quello di Conakry in Guinea. Bollorè, titolare della Bolloré Africa Logistics ,non ha mai potuto di fatto usufruire della licenza del porto di Misurata, anche perché la caduta di Gheddafi nel 2011 ha portato il paese in una guerra civile che ancora adesso si fa sentire. In Francia qualcuno aveva sperato di poter riottenere la licenza, ma l'avanzata dei turchi è ormai inarrestabile. Albayrak è anche impegnato nella costruzione di carri armati, tramite la controllata Tumosan. Non dovrebbero esserci contraccolpi per Eni, che opera in Tripolitania con le attività di fatto sviluppate nord sud dall'offshore al deserto lungo la direttrice nord-sud da Tripoli. I turchi sono sempre più presenti. A fine febbraio il gruppo Karanfil ha reso noto di aver inaugurato a Misurata quello che viene descritto come il più grande impianto di produzione di calcestruzzo in tutta la Libia. A distanza di vent'anni dalla sua fondazione la Misurata Free Zone (MFZ) a 200 km a est di Tripoli, è diventata uno snodo strategico, principale punto di accesso in Libia, paese che ha bisogno di importare beni di prima necessità. A gestire la zona è la famiglia Sgoutri arrivata al potere grazie all'appoggio dei Fratelli Musulmani, Turchia e Qatar.