2020-07-14
Fermiamo i voli da mezzo mondo, poi paghiamo milioni per i clandestini
Anziché percorrere la via più saggia, e cioè chiudere i porti, il governo cerca navi per isolare i migranti. A spese nostre.E il Viminale ordina: requisire navi. Per ospitare gli immigrati. E permettere loro di fare la quarantena in santa pace. Non è geniale? Avanti, venite pure, arrivate in massa, malati di coronavirus e non: noi vi accoglieremo a bordo delle nostre migliori imbarcazioni per tutto il tempo necessario, cabine con ogni comfort, cibo e bevande compresi. Per il momento ne è in funzione una: il traghetto Moby Zaza che, soltanto per l'affitto, ci costa un milione e 200.000 euro al mese. Ma è evidente che una sola nave non basta: negli ultimi tre giorni, infatti, sono arrivate oltre mille persone, l'incremento degli sbarchi rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso si avvicina al 300 per cento. E dunque, che aspettiamo? Ecco l'idea intelligente: requisiamo (e paghiamo) altri traghetti. Ma sì, e poi magari anche navi da crociera, velieri, vascelli, panfili, ogni tipo di cabinato, barche a vela di grandi dimensioni e superyacht. E poi vorrete mica lasciare questi natanti fermi davanti al porto? Non è che poi gli ospiti a bordo si annoiano? E allora perché non sfruttare il tempo della quarantena per organizzare una bella crociera davanti alle nostre coste? A rimirare i paesaggi più incantevoli? Ovviamente il tutto a carico del contribuente italiano. Il quale, è ovvio, di questi tempi non vede l'ora di buttare milioni di euro in traghetti deluxe per gli immigrati. Del resto che ci volete fare? Il coronavirus è stato bloccato in Italia, ma continua a crescere nel mondo. Quindi il rischio che da oltremare arrivino persone infette è altissimo. L'altro giorno, per dire, su 70 pakistani sbarcati a Roccella Ionica, 28 erano positivi. Le navi per la quarantena garantirebbero di evitare il contagio. Ma hanno per l'appunto un difetto: prima vanno requisite, poi vanno pagate. E sono piuttosto costose. Davvero lo Stato italiano ha tutti quei soldi da spendere? L'immagine degli immigrati sulle navi da crociera mentre ci sono centinaia di migliaia di cassa integrati che ancora attendono il dovuto e altrettanti artigiani e commercianti italiani che non sanno come sbarcare il lunario, non è bellissima. Sarà sostenibile? Non provocherà sussulti d'ira? Moti di rabbia? Furia di indignazione? Il ministro degli Interni Luciana Lamorgese nei giorni scorsi ha profetizzato il rischio di tensioni sociali nelle prossime settimane. Non è che, così facendo, vuole fare in modo che la sua profezia si avveri in tempi rapidi? Il Viminale, per la verità, ha proposto un'alternativa alla dispendiosa opzione nautica: vorrebbe far fare la quarantena agli immigrati sulla terra ferma, scegliendo però strutture militari che si possano blindare e organizzando tutto attorno massicci servizi di vigilanza. Non che i costi, economici e sociali, di questa scelta sarebbero di molto inferiori, dal momento che sarebbe necessario distogliere edifici, mezzi e uomini delle nostre forze armate e delle nostre forze dell'ordine, che dovrebbero lasciare ogni altra loro attività per trasformarsi in vigilantes del Covid e custodi degli immigrati. E in più, con questa soluzione, non sarebbe nemmeno garantita la sicurezza sanitaria: in queste settimane infatti si è visto in molte circostanze (basti vedere quello che è successo ad Agrigento) che, per quanto sia alta la vigilanza, fughe e allontanamenti dai centri di accoglienza sono all'ordine del giorno. Inevitabili. Avere immigrati infetti di coronavirus che girano indisturbati per il Paese, al di fuori di ogni controllo, sarà perciò la regola. Come lo è stato finora. E dunque? Dunque è evidente che c'è solo un piano che può funzionare. Quello di non far arrivare gli immigrati. Punto. Chiudere i porti, organizzare blocchi navali, difendere il nostro Paese. Se questo è vero sempre, tanto più è vero ai tempi del coronavirus. Ma vi pare? Perché, per ragioni sanitarie, si possono chiudere in casa gli italiani, ma non si possono chiudere i porti? Perché si possono fermare i turisti che arrivano dagli Stati Uniti e non i clandestini che arrivano dalla Libia? È normale che si costringano le aziende italiane al fallimento e poi si usino i soldi dello Stato per pagare cabinati deluxe agli immigrati? Non è assurdo che il governo chieda di prolungare lo Stato d'emergenza, anche se l'emergenza in Italia non c'è, e poi non faccia nulla per evitare che l'emergenza, attraverso gli sbarchi incontrollati, riesploda? O forse è quello che vuole Conte? Ma come si permette? Abbiamo fatto enormi sacrifici per fermare il contagio: adesso dobbiamo importarlo dall'Africa? I rapporti che stanno sul tavolo del ministero degli Interni parlano di almeno 10.000 persone pronte a partire dall'altro lato del Mediterraneo. E dicono anche che le organizzazioni criminali si stanno muovendo per fare entrare queste 10.000 persone in Italia, trasformandola nel campo profughi d'Europa. Ma per quale ragione noi dovremmo spendere soldi e rischiare la nostra salute per far arricchire queste organizzazioni criminali? A proposito di Europa: il ministro Lamorgese ci risparmi i nuovi vertici e i nuovi proclami sulla redistribuzione. Lo scorso settembre a Malta annunciò che il problema immigrazione era risolto perché i nostri partner Ue si sarebbero accollati la loro quota di immigrati. Non è successo. Era una balla. Tanto meno succederà ora quando tutti i Paesi europei pensano a difendere i loro confini e la loro salute. Tranne noi che, come solito, siamo vittime dell'ideologia e dei proclami. Porti aperti. Porte aperte. Accoglienza per tutti. Senza capire se lo facciamo per interessi inconfessabili. Per aiutare le mafie. Per destabilizzare il Paese. O semplicemente perché siamo fessi. In ogni caso, sul problema dell'immigrazione, ogni volta andiamo in barca. Nel vero senso della parola. E ovviamente a danno degli italiani.
Charlie Kirk (Getty Images)
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