2022-10-29
Non è lotta all’evasione, ma controllo. La prossima tappa? L’euro digitale
La sinistra ha nel monitoraggio dei cittadini un suo pilastro ideologico. Dopo il green pass, tocca alla moneta elettronica, che in futuro potrà essere ancorata a un sistema di crediti sociali e finanziari.Non solo grandi economisti e medi economisti di sinistra hanno spiegato e, nel secondo caso, ammesso che le limitazioni al contante non impattano sulla lotta all’evasione fiscale, le statistiche del Mef disegnano un paesaggio completamente diverso da quello descritto dalla vulgata. Eppure il messaggio è che l’uso del contante va limitato il più possibile. Tanto chi non ha nulla da nascondere non deve temere di essere tracciato. Se non evadi le tasse non hai nulla da nascondere. Punto primo. Il nero parla con altro nero. E dunque dentro quella cerchia non esiste limite. Una banalità. Ma è il caso di ripeterla vista l’indignazione scaturita dalla proposta di alzare la soglia a 10.000 euro (anche se poi in manovra si scenderà a 3.000 o 5.000 euro). Secondo punto. La vera elusione si fa attraverso schemi consolidati per transfer pricing, cioè la gestione da parte delle multinazionali delle marginalità nei Paesi fiscalmente più convenienti. La grande evasione è tutta digitale e scavalla le singole nazioni. Per non parlare del boom, in certi settori, dell’uso degli Nft e di criptovalute dietro le quale si nascondono immense lavatrici di denaro. Certo, il piccolo idraulico, citato sempre dai giornaloni, evaderebbe anche con il limite più basso. E così si torna al punto di partenza. Se i numeri spiegano che tale approccio al contante è uno specchietto per le allodole, perché la sinistra - al solo sentire che qualcuno voglia fare un passo indietro rispetto al progetto di totale digitalizzazione delle valute - impazzisce? La prima risposta è quella più superficiale. Chi vive a sinistra non sopporta la libertà. Di conseguenza l’idea di poter controllare gli altri cittadini diventa un pilastro del programma sociale. Abbiamo sperimentato il paradigma durante i mesi peggiori del Covid. L’imposizione del green pass non aveva alcun valore scientifico. Né significato sanitario. Semplicemente lo Stato è riuscito a creare una grande base dati utenti, nemmeno immaginabile in precedenza. L’applicazione sugli smartphone di un particolare modello di blockchain ha consentito la sperimentazione massiva di una realtà anonimizzata e quindi completamente tracciabile. In parole povere ciascun italiano, scaricando il green pass, veniva tracciato nei suoi spostamenti e poteva godere di privilegi (entrare in locale specifico se vaccinato) o essere vittima di discriminazioni (restare fuori dalla porta). Il tutto senza conoscere gli estremi, il nome e cognome del portatore di green pass. Ed è su queste opportunità di controllo che entra di nuovo in campo la sinistra e un partito come il Pd, che si batte strenuamente per eliminare il contante. Si batte per fare in modo che tutte le transazioni siano veicolate da telefoni o altri device simili. Perché l’obiettivo dichiarato dall’Unione europea a febbraio del 2020, poco prima che scoppiasse l’epidemia, è quello di trasformare i governi del Vecchio continente in piattaforme e i cittadini in identità digitali. L’obiettivo è quello di arrivare al 2030 con una società fondamentalmente cashless, senza contante come dice in inglese, e al tempo stesso garantire/imporre a chi usa i propri portafogli digitali di fare praticamente tutto dentro il mondo virtuale. Il salto avverrà fra cinque anni quando verosimilmente la Bce sarà pronta a trasformare l’euro cartaceo in euro digitale. Se si confronta la blockchain utilizzata per allestire il green pass si scopre che è uguale a quella studiata dalla banca centrale per portare l’euro digitale sui nostri smartphone. Sarà ufficialmente una valuta al portatore, ma non anonima come la banconota. Sarà anonimizzata come il green pass. Tradotto, anche in questo caso e in parole più semplici, significa che la Bce non saprà esattamente a chi appartengono i soldi sul conto, ma al tempo stesso potrà bloccarli, bonificarli ad altri senza il consenso del titolare. Il Parlamento tedesco già studia queste applicazioni per bypassare le dichiarazioni dei redditi. Il 16 del mese i soldi spariranno dal conto digitale e sarà lo stesso gestore a fare il prelievo incrociando le altre banche dati. Incassi, fatture, spese sostenute e così via. Una società olandese finanziata da Bruxelles sta studiando la possibilità di prelevare l’Iva dovuta al momento stesso della transazione. E qui ci corre di nuovo l’obbligo di prevedere le obiezioni di quelle stesse persone che nel 2020 godevano delle chiusure dei bar alle 18 o delle multe per chi circolava dopo le 22. «Chi non ha nulla da nascondere non deve temere l’occhio dello Stato». Falso. Deve temerlo eccome. Non solo perché la libertà si esercita attraverso il denaro. Il proprio. Ma anche perché il percorso di sviluppo digitale, così come è studiato dall’Ue, consentirà alle banche centrali un controllo massivo sull’intera filiera della moneta. In un momento come l’attuale di iper inflazione e di debiti pubblici alle stelle per evitare che la bolla scoppi, la Bce dovrà cercare di farla implodere. Assegnare a ciascuno di noi un rating finanziario consentirà di selezionare i buoni e i cattivi e assegnare ai secondi un costo del denaro molto più elevato. Fino ad immaginare la possibilità di limitare gli acquisti o impedirli. A gennaio del 2020 si è tenuto un meeting a Pechino dal titolo inquietante. «Blockchain technology helps China’s new social credit system». La tecnologia della blockchain spinge il sistema dei crediti sociali. Un titolo doppiamente inquietante se si pensa che succedeva solo il mese prima che Bruxelles emanasse la strategia «Europa digitale». Senza mettere a confronto diretto i due sistemi di controllo, è facile immaginare le infinite potenzialità dell’euro digitale e delle sue connessioni. Sanzioni se non si rispettano le norme della transizione digitale, interdizione dell’uso delle vetture elettriche se non si è pagato una multa. E se la multa è sbagliata, a chi faremo ricorso? A un algoritmo? Non vogliamo rinnegare lo sviluppo digitale, ma bisogna battersi per salvare il contante, fino a che non avremo discusso democraticamente di come vogliamo usare la tecnologia. Una scelta che spetta a noi in modo libero e senza alcun lavaggio propagandistico del cervello. È proprio quello che la sinistra non accetta: lasciare agli altri la possibilità di scegliere. Perché? Perché nessuno consapevolmente la sceglierebbe.