2024-09-05
Le promesse tradite non sono affari di Stato
Maria Rosaria Boccia (Instagram)
Se Sangiuliano ha viaggiato con la Boccia, pagandole di tasca propria gli spostamenti come provano le carte, la faccenda è privata. Così come la mancata nomina della donna a consigliera che, probabilmente, ha dato il via allo scandalo cavalcato dall’opposizione.Chiariamo subito una cosa: non sono Mr. Wolf e non risolvo i problemi, come invece ha scritto in maniera spiritosa il sito Dagospia. Se incidentalmente martedì passavo da Palazzo Chigi non era per ricevere dalle mani di Gennaro Sangiuliano un dossier che lo discolpasse dal cosiddetto caso Boccia, come ha scritto La Stampa. O per partecipare a una riunione tra il presidente del Consiglio e il ministro della Cultura, come ha scritto Il Fatto quotidiano. Cerco notizie e non ho ambizioni politiche (qualcuno ha perfino ipotizzato che fossi stato convocato per prendere il posto di Sangiuliano). Detto ciò, occupiamoci di cose più serie. Al momento in cui scrivo, il caso Boccia è una faccenda privata di un ministro della Repubblica. Per quanto a sinistra cerchino di infilarsi fra le lenzuola del responsabile della Cultura (come sanno fare soltanto quando il politico è di centrodestra, mentre da Sircana a Marrazzo invocano la privacy, forse perché c’erano di mezzo i trans) e per quanto le uscite a orologeria di registrazioni e documenti abbiano trasformato una relazione fra il ministro e una signora in una soap opera, la faccenda non ha risvolti penali. Si può sghignazzare e darsi di gomito fin che si vuole per le disavventure di ’o ministro ’nnammurato che oggi in tv piange lacrime, ma se non c’è abuso o spreco di denaro pubblico, la questione non riguarda né la Corte dei conti (che qualcuno ha invocato) né il Tribunale dei ministri (come qualcun altro ha sperato).Sangiuliano per settimane o mesi ha viaggiato su e giù per l’Italia con appresso una donna? E allora? Se i biglietti dei viaggi li ha pagati di tasca propria - come lui sostiene e come sembra provare l’estratto conto della sua carta di credito che pubblichiamo - sono affari suoi, non certo dell’opposizione. Ma a che titolo Maria Grazia Boccia viaggiava al seguito di Sangiuliano, insistono compagni e giornali? Con lo stesso titolo per cui altre signore o signorini sono spesso al seguito di alte cariche istituzionali di destra e sinistra senza che fino a ieri nessuno si sia preso la briga di ficcare il naso. Per non so quale strana ragione, la sinistra libertaria, quella del poliamore e della schwa, quella che per non turbare gli orientamenti sessuali critica chi si azzarda a parlare di maschio e femmina, ha deciso di moralizzare la vita privata di Sangiuliano, decidendo chi debba frequentare e chi debba portare con sé nelle visite ufficiali e in quelle meno ufficiali. Giornali e opposizione si dicono preoccupati che l’accompagnatrice del ministro abbia avuto accesso a notizie riservate. E quali sarebbero questi documenti segreti? Il menù del G7 della cultura? Il programma della giornata? Oppure gli appuntamenti? Con un calembour su un classico dello spionaggio si potrebbe dire che il ridicolo è il loro mestiere, degli indignati speciali. Al momento, io non ho trovato nulla di riservato in quello che ho letto. Quanto poi alla nomina a consigliera per gli eventi speciali della signora Boccia, premesso che ogni ministro è libero di nominare chi vuole se ricorrono i requisiti (e io da quando faccio questo mestiere ne ho visti passare parecchi e non tutti con i titoli), il collega di un’agenzia di stampa mi ha detto di aver controllato tutti i decreti firmati da Sangiuliano nell’ultimo anno e di non aver trovato quello che riguarda Anna Maria Boccia. Questo vuol dire che la donna si è inventata tutto ed è una mitomane? No. Il ministro le aveva promesso la nomina, ma poi, all’ultimo momento ha deciso di non firmarla (come dimostra una mail al suo capo di gabinetto) e per questo, molto probabilmente, è successo tutto il resto. Può accadere che un atto dato per sicuro, sul quale si sono ricevute rassicurazioni fino all’ultimo e forse anche dopo, poi non sia sottoscritto? Sì. E allora? La questione rimane una faccenda fra chi ha promesso e chi ha creduto alla promessa: non certo un affare di Stato. Quanto all’accusa di aver ottenuto ospitalità a Polignano a mare da un’associazione privata che riceve anche qualche contributo pubblico, per smentire la tesi che neppure un euro del contribuente è stato speso per la signora Boccia, siamo oltre il ridicolo. Un po’ perché basta vedere la lista degli sponsor dell’iniziativa per capire che il bilancio lo sostengono i privati e un po’ perché è sufficiente passare in rassegna l’elenco degli ospiti e dei loro accompagnatori nelle scorse stagioni per domandarsi se qualcuno, fra compagni e giornalisti, possa scagliare la prima pietra.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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