
Guerra sulle controllate per piazzare i non eletti o privi di poltrona. I pentastellati stoppano Filippo Bubbico spinto da Liberi e uguali. Il Pd fa muro su Giorgio Sorial in Consap.Dal Mes fino alle nomine nelle aziende statali non quotate. Il governo giallorosso di Giuseppe Conte litiga su tutto. Ogni giorno ha la sua pena. Dopo sei mesi di proroga in questi giorni sembrava si fosse finalmente trovata una quadra su alcune società controllate dal ministero dell'Economia in scadenza. E invece sembra sia ancora tutto fermo. Due giorni fa era spuntato fuori un nome per la nuova presidenza di Acquirente Unico, il garante della fornitura di energia elettrica. Come nuovo presidente e amministratore delegato si parla di Filippo Bubbico, storico esponente della sinistra in Basilicata, prima Pci, poi Pds, quindi Ds. Bubbico è sostenuto da Liberi e Uguali. E si tratta di un ripescaggio perché alle elezioni del 2018 non riuscì a farsi eleggere in parlamento. Il politico lucano prenderebbe il posto di Andrea Peruzy, ex segretario generale della fondazione Italiani Europei di Massimo D'Alema, destinato a prendere il controllo del Gme. In questo valzer di poltrone marcate centrosinistra anche i 5 Stelle stanno cercando di strappare qualche posto. Da settimane Giorgio Sorial, vicecapo di gabinetto del Mise, è in predicato di diventare amministratore delegato di Consap, concessionaria pubblica per le assicurazioni. Anche lui come Bubbico non è riuscito a essere eletto nel 2018. Ha trovato posto prima con Luigi Di Maio al ministero per lo Sviluppo economico, poi con Stefano Patuanelli. Si è occupato in questi anni di crisi industriali, ma da mesi il suo posto è stato preso dal sottosegretario Alessandra Todde. Se i 5 stelle fanno muro su Bubbico, che è stato coinvolto in diverse inchieste di giustizia e dati i 66 anni sarebbe già in pensione, il Pd risponde proprio bloccando Sorial. È la guerra sui «trombati» eccellenti del parlamento. Ma oltre a questa sfida Pd-5 stelle, ce ne sarebbe un'altra ancora più importante, legata all'arrivo dell'ex direttore generale di Confindustria Marcella Panucci al Mise al posto di Salvatore Barca. Così da qualche giorno per Consap si fa il nome di Mauro Selvetti, ex Creval, un tecnico ma comunque nell'orbita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Sta di fatto che ascoltando le voci in parlamento sembrerebbe che lo stallo su Consap stia fermando tutte le altre nomine, tra cui alcune molto importanti tra le controllate del ministero dei Trasporti nel settore ferroviario. In queste ore non mancano critiche poi per le solite società cacciatrici di teste che stanno svolgendo da consulenti per il ministero dell'Economia. Sono le solite tre, Spencer Stuart, Key2People ed Egon Zehnder. La triplice è ormai da anni il barometro per capire gli spostamenti nei vari consigli di amministrazione e nei collegi sindacali. Hanno un potere enorme, basti pensare che Spencer Stuart è in questo momento impegnata anche nel cercare il nuovo amministratore delegato di Unicredit. Del resto Pier Carlo Padoan, attuale presidente di piazza Gae Aulenti, quando era ministro dell'Economia aveva spesso fatto ricorso a Spencer Stuart come ad altre società cacciatrici di teste per individuare i nomi da piazzare nelle partecipate pubbliche. Va ricordato che proprio Consap negli ultimi mesi ha stipulato un accordo di consulenza con Mercer, dove il vicepresidente è Enzo De Angelis, ex Spencer Stuart che proprio negli anni passati aveva suggerito l'attuale presidente Mauro Masi e selezionato il direttore generale Vittorio Rispoli. In sostanza gli head hunters spesso si ritrovano più coinvolti di quanto in realtà vorrebbe la politica. In ogni caso per capire i destini di Consap e Acquirente Unico bisognerà aspettare la prossima settimana. Il 7 è prevista l'assemblea della prima, con l'incognita sia del nuovo amministratore delegato sia del nuovo presidente, con Riccardo Villari ancora in lizza per insediare l'onnipresente Masi. Per le nomine nel comparto elettrico si dovrà aspettare il 10. La situazione è fluida.
Fabrizio Cicchitto (Ansa)
Rispunta Cicchitto e la spara: l’affaire Garofani sarebbe opera del Kgb. E per certi colleghi le uniche inchieste sono quelle su di noi.
Angelo Fanizza (Imagoeconomica)
Angelo Fanizza lascia l’Authority per la privacy: tentava di farsi svelare le fonti di «Report».
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Anziché sugli evidenti risvolti politici, il dibattito sul Quirinale gate si sta concentrando sui dettagli di colore: chi ha parlato? Non manca chi avvalora piste internazionali. Nessuno, tuttavia, sembra chiedersi se quelle dichiarazioni fossero opportune.
Gran parte della stampa non risponde alle logiche dell’informazione ma a quelle del potere. Prendete ad esempio il cosiddetto Garofani-gate. Invece di domandarsi se sia opportuno che una persona chiaramente schierata da una parte continui a ricoprire un ruolo super partes come quello di segretario del Consiglio supremo di Difesa, i giornali si sono scatenati alla ricerca della talpa che ha passato l’informazione.
Roberto Fico (Imagoeconomica)
Crosetto rivela: per il gozzo l’ex presidente della Camera paga 550 euro l’anno. La tariffa normale è dieci volte superiore. E nei prospetti che ha presentato da parlamentare il natante non c’è, alla faccia della trasparenza.
A Napoli si dice «chiagne e fotte»: trattasi di una espressione del dialetto partenopeo che indica una persona che ipocritamente mostra un modo di vivere spartano, gramo, mentre in realtà le cose gli vanno più che bene. In sostanza, chi «chiagne e fotte» adotta una doppia morale, una che vale per come vuole apparire, e una per come è. L’ex presidente della Camera, Roberto Fico, candidato alla presidenza della Regione Campania per il centrosinistra, può essere annoverato, in termini politici, tra i più autorevoli esponenti del «chiagne e fotte». Lui, che il primo giorno da presidente della Camera si fece riprendere mentre viaggiava in autobus; lui, il paladino degli ultimi; lui, il simbolo dell’anticasta, in realtà quando si è trattato di godere di privilegi che ai comuni mortali sono negati, non si è tirato indietro.






