2025-11-02
«No ai vaccini Covid in gravidanza». I veri esperti smontano il «Corsera»
Il quotidiano rilancia gli mRna (che non bloccano il contagio) alle gestanti rifacendosi a un datato studio sui rischi legati al virus. I medici seri concordano: vengono ignorati i pericoli dell’inoculo per feti e madri.A distanza di cinque anni dalla pandemia, il Corriere della Sera continua a promuove la vaccinazione Covid durante la gravidanza. Eppure, anche nell’aggiornamento del 19 settembre Pfizer dichiara: «I dati relativi all’uso di Comirnaty Omicron XBB.1.5 in donne in gravidanza non sono ancora disponibili». La scusa, per invitare a nuove dosi, sarebbe uno studio osservazionale di Boston su possibili associazioni tra l’infezione da Sars-CoV-2 nelle future mamme e il rischio di autismo nei bimbi «entro 3 anni». Dati raccolti tra marzo 2020 e maggio 2021, in piena emergenza, e fatti passare per oro colato. Mentre gli studi citati dal segretario alla salute degli Stati Uniti Robert Kennedy Jr. su vaccinazioni o utilizzo del paracetamolo che aumentano i casi di autismo sono carta straccia per la stampa mainstream. «La buona notizia è che per evitare i rischi dell’infezione esiste un’arma estremamente efficace: il vaccino, da tempo raccomandato anche in Italia alle donne incinte», annuncia il Corriere. Persino le virostar più ottuse hanno dovuto riconoscere già da anni che il vaccino Covid non previene l’infezione. Ma tutto fa brodo, per tentare di risultare credibili nell’ennesima campagna pro inoculo.Abbiamo lasciato la parola a veri esperti, che smontano le bugie sul vaccino sicuro in gravidanza. «Il nostro gruppo ha pubblicato dati che mostrano come il vaccino alteri la funzione endocrina dell’ovaio e determini alterazioni mestruali. Inoltre, studi recenti evidenziano che l’incidenza di eventi avversi è significativamente superiore dopo il vaccino Covid rispetto a quello influenzale (più del doppio). Si segnalano inoltre: parto prematuro, aborto spontaneo, anomalie cromosomiche fetali, malformazioni fetali, igroma cistico fetale, basso liquido amniotico, disturbi cardiaci fetali, trombosi placentare. L’elenco è davvero lungo e preoccupante», informa il professor Mariano Bizzarri del dipartimento di Medicina sperimentale, gruppo di biologia dei sistemi dell’Università La Sapienza di Roma. «L’articolo scientifico citato dal Corriere di per sé riporta solo lo studio su gestanti colpite da forme severe di Covid e non parla mai di vaccinazione. Quello che ritengo erroneo è la conclusione che se ne trae: non si può invitare alla cosiddetta vaccinazione per prevenire il contagio, perché al momento non esistono preparati idonei per prevenire l’infezione», osserva il biofisico oggi in pensione Simonetta Pulciani, che all’Iss si occupava delle problematiche legate all’uso dei farmaci ricombinanti. La dottoressa aggiunge che «gli effetti avversi dei cosiddetti vaccini anti Covid sono molto gravi e non rari, possono interessare la madre e di conseguenza il bambino». «Il vaccino dato in gravidanza è stato il punto di non ritorno della scienza: consigliare la vaccinazione in totale assenza di dati», commenta l’endocrinologo Vanni Frajese. «Il tentativo attualmente è di spingere per le vaccinazioni in gravidanza, peccato che gli studi non prendano in considerazione il ruolo dei vaccini stessi nello sviluppo delle patologie neuro comportamentali».«Mi permetto di fare una domanda. Pfizer ha dichiarato candidamente di non aver fatto sperimentazioni perché non c’era tempo per farle. Sacrosanto. Ci vogliono anni e il tempo non c’era. Ma allora come si può affermare che fosse, e che sia sicuro, senza dati a sostegno?», osserva il professore Roy de Vita, primario di Chirurgia plastica presso l’Istituto nazionale dei tumori Regina Elena di Roma. La sua considerazione conclusiva è che «fidarsi della letteratura scientifica è sempre più difficile. Purtroppo troppo spesso il ricercatore non fa più lo studio in maniera acritica, ma lo indirizza per dimostrare la propria tesi».«Pfizer ha dichiarato di non disporre di dati sui rischi e benefici in gravidanza. Lo studio previsto fu interrotto per mancanza di volontarie, con l’approvazione di Fda ed Ema. Nonostante ciò, le due agenzie hanno raccomandato la vaccinazione senza disporre di prove sulla sicurezza per la donna e per il feto», sottolinea il pediatra Eugenio Serravalle. «Se parliamo di infezione da Sars-CoV-2 come possibile fattore di rischio in gravidanza, ebbene è proprio ciò che i vaccini attuali non sono mai stati in grado di fare: prevenire l’infezione. Se parliamo di infiammazione come possibile concausa di danni per il feto, scatenare potenti squilibri immunologici infiammatori è proprio la caratteristica ormai riconosciuta e studiata nel dettaglio di questi vaccini», dichiara a titolo personale il biologo e immunologo Maurizio Federico, dirigente di ricerca presso l’Istituto superiore di sanità.«Oltre ad avvertenze su trombocitopenia e precauzioni nella somministrazione negli immunocompromessi, il foglietto illustrativo Pfizer parla chiaro anche per il periodo della gestazione. La somministrazione di Comirnaty durante la gravidanza deve essere presa in considerazione solo se i potenziali benefici sono superiori ai potenziali rischi per la madre e il feto», conclude la professoressa Maria Rita Gismondo, già direttrice del laboratorio di microbiologia clinica dell’Ospedale Sacco di Milano e oggi consulente del ministro della salute Orazio Schillaci. «Visto che parliamo di un “non vaccino” che non protegge dall’infezione e che oggi il Covid è un’influenza banale, perché vaccinare?».
Luca Palamara (Getty Images)
Silvio Berlusconi (Getty Images)