2023-03-07
No di Vivendi alle offerte per Tim
Pietro Labriola (Imagoeconomica)
Il primo azionista pronto a bocciare le proposte da 20 miliardi per la rete di tlc arrivate da Cdp e dal fondo Usa Kkr. Ancora margini per un’intesa comune.E adesso che le offerte per la rete Tim sono due, c’è chi già fa i conti con il terzo incomodo, i francesi di Vivendi che dall’alto della posizione di primo azionista del gruppo di tlc sarebbero pronti a dire no ai 20 miliardi circa messi sul piatto per l’infrastruttura dell’ex monopolista. Ma andiamo con calma e vediamo cosa succede. Le carte sono queste. A oggi sul tavolo del consiglio di amministrazione di Tim ci sono due proposte. Quella di Cassa Depositi e Prestiti, che con poco meno del 10% è il secondo azionista di Tim, in compagnia del fondo australiano Macquarie, che offre un paio di miliardi di cash in più rispetto al fondo Kkr. Poco più di 10 miliardi e 7,7 di debito. La Cassa in sostanza valuta di più la rete primaria e dà una valutazione bassa di Fibercop, la società di posa della fibra di Tim di cui Kkr ha il 37,5%. Problemi? C’è da capire dove verranno reperiti i fondi (6 miliardi è la quota di Cdp) e come verranno risolti i problemi di antitrust con l’Europa visto che Cdp e Macquarie sono anche gli azionisti di Open Fiber l’altra società che sta lavorando per collegare con la fibra il Paese. Quindi c’è l’offerta di Kkr. Come detto gli americani mettono sul piano meno cash e sono già stati chiamati a fare un rilancio. Lo faranno? Al momento la loro posizione è molto in bilico e oltre a porre il vero su Fibercop avendone il 37,5% potrebbero anche uscire dalla società e far valere una clausola che gli dà diritto, in caso di exit,a una sorta di penale. La situazione insomma è quanto mai complicata. Anche perché secondo quanto risulta alla Verità non solo Vivendi non giudica congrue le due offerte da un punto di vista economico (valuta la rete 31 miliardi), ma ragionando nell’ottica di un investitore industriale vede male investimenti finanziari come quelli dei fondi.Ecco perché già domani in occasione delle presentazione dei conti del gruppo, l’ad Arnaud de Puyfontaine sarebbe pronto a prendere una posizione chiara rispetto alle due proposte in campo.Va ricordato infatti che Vivendi che non ha rappresentanti nel consiglio di amministrazione di Tim ma può far valere il suo peso in assemblea in passato non ha nascosto la sua preferenza per soluzioni come la scissione proporzionale o il take private.Eppure ieri il titolo ha fatto festa e a Piazza Affari ha guadagnato poco più del 3% a quota 32 centensimi. C’è tempo fino la consiglio di amministrazione del 15 e fino alla scadenza di fine mese per le due offerte non vincolanti.Ma l’impressione è che senza un intervento forte del governo che rimetta tutte le parti intorno a un tavolo alla ricerca di una soluzione che vada incontro agli interessi di tutti sarà impossibile uscirne.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)