2024-09-09
Nicola Molteni: «No a redistribuzioni. Noi abbiamo successo bloccando chi parte»
Il sottosegretario Nicola Molteni: «È la nostra linea quella che funziona: nel 2024 gli sbarchi sono scesi del 63% e i rimpatri sono saliti del 20%».«L’Italia è stata più tempestiva della Germania sull’immigrazione clandestina. Ciò che sta attuando ora Berlino, nel nostro Paese è già operativo». E poi: «Con il ddl sicurezza proteggiamo gli anziani dalle truffe e contestiamo le occupazioni abusive». Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell’Interno, affronta i temi più caldi sul tappeto. A che punto è il contrasto all’immigrazione irregolare?«Da 11 mesi consecutivi gli sbarchi irregolari complessivi nel nostro Paese sono in netta diminuzione, il 63% in meno rispetto al 2023, l’80% in meno dalla Tunisia, il 60% in meno dalla Turchia. Abbiamo azzerato gli sbarchi dalla Costa d’Avorio. Rispetto al 2022 siamo al 30% in meno di flussi migratori e i rimpatri rispetto ad agosto 2023 sono aumentati del 20%. Gli arrivi di minori stranieri non accompagnati si sono sensibilmente ridotti rispetto al 2023. Dati straordinari che confermano che le politiche del governo e del Viminale stanno funzionando, sia per gli accordi di cooperazione con Libia e Tunisia sia grazie ai tre decreti immigrazione voluti dal ministro Piantedosi. L’Italia ha ritrovato dignità, orgoglio e centralità nel Mediterraneo».Dopo l’attentato di Solingen il cancelliere Scholz ha annunciato un pacchetto sicurezza che prevederebbe la possibilità di espellere anche in Paesi considerati non sicuri. È un modello da applicare in tutta Europa e anche in Italia?«L’attacco al coltello di Solingen in Germania che ha causato la morte di tre cittadini e il ferimento di altre 8 persone è responsabilità di un siriano radicalizzato richiedente asilo che era in accoglienza nel sistema di protezione tedesco e che si era già sottratto a una procedura di espulsione. Non doveva essere sul territorio nazionale. Un dato che ha portato la Germania a stringere le maglie sia sull’accoglienza sia sui rimpatri sia a limitare il welfare sociale per i richiedenti asilo. In Italia quest’anno registriamo grazie a una intensa e straordinaria attività delle questure locali e a una normativa più rigorosa un’implementazione dei rimpatri: più 20% rispetto al 2023. Per avere più rimpatri ed espulsioni è fondamentale rafforzare la rete dei controlli e la presenza dei Cpr, che consentono più espulsioni e più sicurezza sui territori. Il piano anti immigrazione che si sta attuando in Germania è già operativo in Italia. Ad esempio, quest’anno sono già 305 i richiedenti asilo ai quali il Viminale ha revocato il permesso di soggiorno e fatto cessare la protezione perché volontariamente rientrati nel paese di origine. Zero tolleranza per i falsi richiedenti del permesso di soggiorno».È arrivato il momento di rivedere le politiche migratorie in tutta Europa con misure più stringenti?«Le istituzioni europee in questi anni hanno totalmente fallito nelle politiche di contrasto all’immigrazione illegale. Scelte sbagliate e visione miope del fenomeno. L’immigrazione selvaggia va contrastata e bloccata perché crea sfruttamento, caporalato, ghetti e criminalità. Non è sradicando i popoli dai loro territori che si alimentano i sogni di speranza dei migranti. Il Mediterraneo, da sempre simbolo di civiltà e crescita, si e trasformato in un cimitero. Per anni l’Europa ha pensato di affrontare il tema dei flussi attraverso una logica di distribuzione e di relocation dei migranti, un fallimento totale. Solo lavorando sulla dimensione esterna e contrastando i movimenti primari attraverso gli accordi di cooperazione bilaterale e multilaterale con i Paesi di transito e di partenza possiamo spezzare la rete criminale dei trafficanti generando prosperità e crescita in questi paesi con un approccio da pari a pari. Il Piano Mattei va in questa direzione e l’Europa lo dovrebbe sostenere non solo a parole».A che punto siamo con i centri di accoglienza in Albania? Quando saranno operativi?«A breve partiranno come ha confermato il presidente Meloni. Il protocollo con l’Albania, Paese amico e sicuro, rappresenta uno straordinario modello di solidarietà extra Ue, vincente e funzionale a contrastare l’immigrazione illegale, ad alleggerire la pressione migratoria su Lampedusa e la Sicilia, un deterrente alle partenze dei barconi. Ben 15 Paesi europei hanno mostrato condivisione e interesse a questo modello di esternalizzazione delle domande di asilo. Sarà un modello pilota in Europa. L’obiettivo finale è poter gestire le domande di asilo direttamente nei Paesi di partenza delle migrazioni in un perimetro di diritto internazionale, con la collaborazione delle reti diplomatiche, con Unhcr e Oim e nel rispetto ovviamente dei principi di umanità delle persone. Le polemiche della sinistra italiana sono strumentali e intrise di ideologia, dannose in primis ai veri profughi».Il decreto Piantedosi per l’attività delle Ong sta dando risultati?«Il decreto Ong funziona grazie a un codice di condotta, un sistema di regole per interventi coordinati e autorizzati per evitare il Far West. Soccorrere e salvare vite in mare è un dovere universale di umanità cristiana oltre che un obbligo giuridico primario. Ma il salvataggio ha delle regole e va effettuato da chi ha competenze e professionalità: la Guardia Costiera, le Capitanerie di porto e la Guardia di Finanza sono una eccellenza assoluta per il soccorso pubblico, che vanno ringraziati e non processati. A loro compete il salvataggio. Le Ong invece sono un pull factor di immigrazione illegale, lo dice Frontex in un suo report, sono soggetti privati che fungono da calamita per le partenze soprattutto dalla Libia, dalla Tripolitania. Il governo italiano non delegherà mai la flotta civile spesso straniera alla difesa delle frontiere nazionali. Le Ong hanno dimostrato inoltre di essere un megafono politico di ideologia e di propaganda dell’accoglienza illimitata senza regole».Il pacchetto sicurezza domani va in aula alla Camera, quali sono i punti più importanti?«Il pacchetto sicurezza è uno straordinario tassello di un percorso di legalità per difendere e tutelare al meglio le nostre forze di polizia, per proteggere i più deboli, per difendere le comunità e per contrastare alcuni fenomeni di allarme sociale che generano pericolo e paura nei cittadini. Con il ddl sicurezza contrastiamo più efficacemente le truffe agli anziani, le occupazioni abusive illegali, il blocco stradale, le borseggiatrici nelle metro. Vado particolarmente orgoglioso di aver rafforzato la tutela legale per le nostre Forze di polizia, militari e Vigili del Fuoco quando vanno a processo nell’esercizio delle loro funzioni, innalzando l’anticipazione a 10.000 euro per ogni fase processuale e aver introdotto le body cam sulle divise come strumento di trasparenza e tutela da accuse strumentali e di garanzia del loro operato. Le nostre Forze di polizia sono un autentico orgoglio nazionale al servizio del Paese da ringraziare e sostenere con azioni concrete».