2024-11-11
Nicola Bux: «La vittoria di Trump è un’ottima notizia anche per la Chiesa»
Il teologo: «Il pensiero woke è penetrato pure tra i cattolici ma Dio può servirsi di persone borderline per capovolgere gli schemi».Nicola Bux è un teologo di fama con idee molto chiare non soltanto riguardo le sorti della Chiesa, ma anche a proposito degli avvenimenti politici. Ha seguito con interesse il percorso che ha portato alla elezione di Donald Trump negli Stati Uniti e la legge come una buona notizia anche per l’Europa e l’Italia. A differenza di altri che nella Chiesa hanno preso la parola subito dopo il voto americano, per Bux il fatto che Trump si opponga alle esondazioni del politicamente corretto è un fatto estremamente positivo e, forse, di importanza epocale. Come dobbiamo leggere la vittoria di Trump? Come una sconfitta del wokismo e del progressismo senza limiti?«Certamente. È una lettura che hanno già proposto vari commentatori anche perché è la lettura del buonsenso. Bisogna guardare anche nell’intimo degli avvenimenti e la lettura che un uomo di fede cristiana dà è sempre una lettura più alta, San Paolo dice che non dobbiamo mai dimenticare che la battaglia è contro le potenze dell’aria. Direi che lo stesso Trump in qualche momento ha fornito questa lettura. E non dimentichiamo che poi in America gli evangelical, quelli che noi chiamiamo banalmente i protestanti, hanno posizioni molto più radicali di quelli europei. Gli europei sono diventati più liberal, diciamo così».Quindi secondo lei è una sorta di lotta contro il male?«Se prendiamo l’ultimo libro della Sacra scrittura, l’Apocalisse, vediamo che è uno sguardo di teologia della storia per cui la lettura che deve essere data ai tutti gli avvenimenti è che è Dio quello che guida tutto. Oggi c’è un transfert nel senso che si tende a credere che chi guida tutto sia la Dea Natura. Ma cambiando l’ordine non cambia la sostanza: in realtà chi guida la storia è Dio e Dio si serve degli uomini. Non è che necessariamente gli uomini - gli imperatori come i presidenti - debbano essere campioni di fede. Dio si serve di loro come si è servito nella Bibbia di Ciro di Persia per ammonire il suo popolo, che pure era il popolo eletto, il popolo ebraico, e ricondurlo sulla retta via». Insomma secondo lei le vie del Signore passano anche da Donald Trump. «Certamente». E il compito di Trump è quello di fermare alcune derive in corso nella politica americana e mondiale?«Sì. Pensiamo ad esempio alla questione russa, alla guerra». Che Trump promette di fare cessare. «Sì. Negli ultimi due anni ne sono state date letture fondamentaliste, estreme. L’Onnipotente si serve degli uomini per rovesciare i potenti dai troni e innalzare gli umili, quelli che vengono emarginati». Trump rappresenta posizioni che sono state emarginate?«Basta vedere come tutta la grande stampa mainstream si è comportata fino alle soglie dell’elezione, dicendo una serie di menzogne. Ho visto che in questi giorni, sui social, molti si sono divertiti a mettere a confronto la realtà con le affermazioni fatte appena prima del voto anche da giornalisti che sono ormai dei guru. E che però si sono rivelati tutti falsi profeti se non addirittura prezzolati e pilotati». Trump non è esattamente un campione né di moralità né, appunto, di fede cristiana. Anzi è uno che ha avuto più mogli e varie amanti, viene dal mondo degli affari, del denaro...«Vero. Ma ripeto, siccome per i cristiani il libro che rivela in qualche modo la maniera di agire di Dio è la Bibbia, se uno conosce bene le Scritture si accorge che non di rado il Signore si serve di queste persone borderline per capovolgere gli schemi. Qui è tutta la libertà di Dio, direbbe San Tommaso. Dio liberamente si serve di queste persone per ribaltare certi scenari. E di questo non ci si deve meravigliare, anche perché è fondamentale la libertà di Dio. Il gioco tra la libertà di Dio e il libero arbitrio umano è molto importante, per la storia e anche per in certo senso far comprendere all’uomo che ha dei limiti, non è onnipotente». Lei dice che l'uomo non è onnipotente, però al fianco a di Trump c’è un signore di nome Elon Musk il quale pensa invece di creare un uomo onnipotente, una sorta di uomo-dio come lo intendono i transumanisti. «Io credo che Musk sia un uomo in trasformazione, in metamorfosi diciamo così. Certo lui forse ha questo delirio, chiamiamolo così, di onnipotenza, dovuto non so se alla sua ricchezza o ad altro. Ha creato un impero tecnologico, ma non ci si deve troppo preoccupare perché poi i fattori in gioco sono molteplici. In realtà Musk non mi pare un utopista, è uno anzi che ha bene i piedi piantati per terra, altrimenti non avrebbe realizzato quel che ha realizzato. Certo c’è nel suo successo anche una componente di fortuna, ma esso è frutto anche della sua capacità. Accanto a Trump c’è poi il vicepresidente J.D. Vance che come è noto è un convertito che avrà pure un po’ la verve del neofita - tutti i neofiti possono sembrare un po’ eccessivi - però si rende molto bene conto di ciò che accade in America, di questa sorta di ribaltamento del senso comune che conduce fino alle cose più assurde».Lei è molto diretto, altri la pensano in maniera radicalmente diversa. Avvenire ha accolto l’elezione di Trump con un editoriale che evocava la notte della democrazia. Avvenire è il giornale della Cei e si potrebbe pensare che parteggiasse per i repubblicani, che sono almeno in parte pro life e contrari al gender, e invece...«Questi giornalisti o questi chierici che oggi occupano posti nella Chiesa non rappresentano il pensiero cattolico. Gliela dico con un’espressione di Paolo VI rivolta al famoso filosofo Jean Guitton. Previde che un pensiero non cattolico sarebbe penetrato nella Chiesa e avrebbe raggiunto anche dei posti di potere. Ma non avrebbe comunque rappresentato, mai, il pensiero cattolico. Pensavo: se per caso nella Chiesa si eleggesse la leadership con un voto popolare, che cosa succederebbe? Lei tenga conto che in Europa il 90% dei battezzati non va più in Chiesa. Il 10% frequenta, parliamo di una parte minima. Un terzo di questo 10%, a essere ottimisti, è quello che adesso occupa la leadership ecclesiale. Lei immagina se si facesse un voto democratico nella Chiesa cosa succederebbe? D’altronde anche all’ultimo sinodo si è notato che gran parte di quelli che sono stati nominati rappresentavano una visione di élite. E perché sono stati cooptati? Perché potesse andare avanti questo pensiero woke, ormai penetrato anche nella Chiesa cattolica. Io credo che molti cattolici ormai se ne stiano accorgendo. I pifferai che ancora scrivono su queste testate sedicenti cattoliche forse sanno bene che devono eseguire ordini più che fare funzionare il buon senso».
Martha Argerich (Michela Lotti)