2025-10-05
Netanyahu tratta, però non si fida: «L’Idf rimarrà nella Striscia»
Benjamin Netanyahu (Ansa)
La destra radicale contro la tregua, ma i voti mancanti possono venire dall’opposizione.Benjamin Netanyahu ha confermato a Channel 12 che i negoziati per il rilascio degli ostaggi in Egitto entreranno nel vivo già nelle prossime ore, come previsto dal piano di Donald Trump.«Jared Kushner e Steve Witkoff arriveranno presto per concludere. Non vengono per fare giochetti. Non sono pronti a riaprire alcuna clausola relativa al rilascio degli ostaggi. Prima portate gli ostaggi, poi arriveranno gli altri. Credo che ci siano buone probabilità che ci riusciremo», ha dichiarato Netanyahu. I due emissari americani - Kushner, genero e consigliere di Trump per il Medio Oriente, e Witkoff, inviato speciale - raggiungeranno l’Egitto in questo fine settimana per definire i dettagli operativi del piano. L’emittente pubblica Kan ha rivelato che la delegazione israeliana è già pronta a recarsi al Cairo sotto la guida di Ron Dermer, ex ambasciatore a Washington e attuale ministro per gli Affari strategici.Intanto, a Gerusalemme Netanyahu ha convocato il ministro della Sicurezza Itamar Ben-Gvir e quello delle Finanze Bezalel Smotrich per un confronto successivo allo Shabbat, dopo che Hamas ha fatto pervenire la sua risposta alla proposta americana. I due esponenti della destra radicale non avevano preso parte all’incontro di venerdì, dove erano invece presenti il ministro degli Esteri Israel Katz e Dermer. Smotrich, al suo primo commento dopo la risposta di Hamas, ha criticato duramente la scelta del premier israeliano: «La decisione del primo ministro Benjamin Netanyahu di interrompere le operazioni militari a Gaza City e di avviare colloqui di pace è stata un grave errore».Secondo Channel 12 nell’entourage del capo del governo la posizione di Hamas è stata definita «una risposta negativa». Gli stessi ambienti avrebbero spiegato che lo sforzo diplomatico di Washington è sostenuto «solo perché non esiste un’altra opzione». Netanyahu, scrivono i media israeliani, sarebbe rimasto sorpreso dall’entusiasmo con cui Trump ha accolto l’annuncio di Hamas, ritenuto in Israele un’accettazione condizionata e ambigua. Una fonte diplomatica ha chiarito: «Il governo israeliano ha deciso di andare avanti con il piano Trump, perché al momento non c’è un’altra alternativa». Netanyahu ha ribadito che il Paese «si prepara al rilascio» degli ostaggi, ma unicamente alle condizioni stabilite da Israele e dagli Stati Uniti.In alcune dichiarazioni rilasciate ieri sera, Netanyahu ha poi chiarito: «Spero che durante la festività di Sukkot (cioè dal 6 al 12 ottobre, ndr) potrò annunciare il ritorno di tutti i nostri rapiti, mentre l'Idf rimane in profondità nella Striscia. Il nostro esercito rimarrà nei territori che controlla nella Striscia di Gaza».L’esercito non ha escluso nuove operazioni militari qualora emergessero minacce dirette. Nella prima fase il piano prevede il rilascio immediato degli ostaggi israeliani. In parallelo le autorità di sicurezza stanno elaborando un elenco di prigionieri palestinesi che potrebbero essere liberati in cambio, una prospettiva che divide l’opinione pubblica ma che viene ritenuta necessaria per dare concretezza al processo.Sul fronte politico l’opposizione guidata da Yair Lapid si è schierata con Trump e ha garantito a Washington che Netanyahu dispone del sostegno parlamentare per procedere, anche qualora l’estrema destra decidesse di sfilarsi. Secondo fonti diplomatiche un’eventuale firma del piano rischierebbe di spaccare Hamas e di favorire defezioni verso gruppi rivali come la Jihad islamica o il Fronte di liberazione palestinese. I negoziati rimangono comunque appesi a un equilibrio fragile. A Gerusalemme prevale lo scetticismo: la convinzione è che Hamas, nonostante le aperture, non intenda rinunciare alla leva degli ostaggi come strumento di pressione. Ma il tempo che rimane per fare giochetti stavolta è finito.