
Resa dei conti nella maggioranza per la bocciatura di Simonetta Di Pippo all'Esa. Restano i direttorati, ma non giustificano il maxi investimento voluto da Riccardo Fraccaro.Poteva essere la grande occasione per riconquistare la direzione generale dell'Esa, dopo vent'anni dall'incarico di Antonio Rodotà. Invece il governo Conte è andato a sbattere contro il muro del comitato di selezione che ha bocciato sia Simonetta Di Pippo, candidata ufficiale dell'esecutivo, sia Roberto Battiston, ex numero uno dell'Asi e noto per aver sposato una nipote di Prodi. C'è molta confusione sotto le stelle in Italia. Anzi, sembra essere già iniziata la resa dei conti nella maggioranza: a palazzo Chigi già iniziano a circolare commenti poco benevoli sulla Di Pippo, «una candidatura superficiale e politicizzata». Del resto è sempre stata considerata vicina a Massimo D'Alema, anche se è stata pesantemente sponsorizzata dai Cinque stelle.Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, con delega allo spazio, non commenta. Eppure fu lui l'anno scorso ad annunciare i 2,3 miliardi di euro di investimento nel settore spaziale europeo. Posizione che fu assunta con molta leggerezza visti i risultati dei suoi esperti spaziali inclusi quelli nell'ufficio del consigliere militare Carlo Massagli. È andata male: in pista sono rimasti il ministro spagnolo Pedro Duque, l'austriaco Joseph Aschbacher (direttore dell'Esrin di Frascati) e Christian Hauglie-Hanssen, direttore generale dell'agenzia spaziale di Oslo. Secondo l'ambasciatore Antonio Bernardini, rappresentante permanente italiano presso l'Ocse a Parigi - chiamato all'ultimo momento a tentare di salvare la credibilità del Paese vista anche l'irrilevanza dell'attuale presidente dell'Asi che avrebbe dovuto essere il capo delegazione italiana – per l'Italia non è una sconfitta completa. «In Esa siamo ben rappresentati, ricordo che anche Francia e Germania non avranno l'incarico. Questa volta si è deciso di premiare un paese più piccolo» spiega alla Verità. «Bisognerà poi trovare il giusto equilibrio con gli interessi degli altri paesi». L'Italia è terza, dopo Germania e Francia, come quota di risorse per i prossimi progetti dell'Esa. Nei prossimi anni ci saranno da gestire 20 miliardi di euro, una cifra considerevole su cui l'Italia avrebbe potuto avere l'ultima parola. A quanto pare lo spagnolo Duque sarebbe in vantaggio, anche per un accordo tra Francia e Germania, anche se sottobanco i tedeschi potrebbero alla fine convergere su Aschbacher assicurando così continuità alla direzione di Johann Dietrich Woerner, il direttore uscente nel giugno del 2021.La speranza adesso è quella di conquistare qualche direttorato di peso, ma sarà difficile: la maggior parte sono in scadenza nel 2023. In sostanza, se ne riparlerà tra qualche anno. Il governo Conte incassa quindi una sonora sconfitta. E con lui tutti quelli che hanno partecipato alla candidatura di Simonetta Di Pippo. Dal sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, che ha difeso fino all'ultimo l'astrofisica romana, fino a Mariangela Dejana, consigliere di Fraccaro sull'aerospazio. Ieri in un ennesimo tweet che avrebbe potuto risparmiarsi Di Stefano garantiva che «l'Italia ha una posizione di primissimo piano». Eppure il fatto che la Di Pippo non passasse era già noto sin dall'inizio delle selezioni. Contrariamente alle verifiche che andrebbero fatte in questi casi, al governo non si sono ricordati del passato dell'attuale direttrice dell'Unoosa (ufficio dell'Onu), perché proprio lei fu già allontanata dall'Esa nel 2012, in contrasto con il direttore generale francese. Di certo non ha giovato anche l'imbarazzante autocandidatura di Battiston arrivata all'ultimo momento in contrasto proprio con la candidata ufficiale del governo. Per l'Italia ora non resta che sperare di conquistare qualche direttorato nei prossimi anni o almeno sperare di poter contare nelle decisioni che verranno prese. Di sicuro il governo esce da questa vicenda con le ossa rotte. Un piano B per recuperare parte dei cocci è indispensabile ma va realizzato subito: ne saranno capaci? Il dubbio è ragionevole visti i risultati.
Sigfrido Ranucci (Ansa)
Ennesimo scontro tra la trasmissione Rai e l’Autorità, che dice: «Inchiesta errata sugli Smart glasses, il servizio non vada in onda». La replica: «È danno erariale».
Non si ferma lo scontro tra Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci e il Garante della privacy. Anche questa settimana, alla vigilia della puntata di stasera, l’Autorità di controllo ha chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda di un servizio sulle attività del Garante. Report ha infatti pubblicato sui social una clip con l’anticipazione di un’inchiesta sull’istruttoria portata avanti dal Garante della privacy nei confronti di Meta, relativa agli Smart glass, gli occhiali da sole che incorporano due obiettivi in grado di scattare foto e registrare filmati. Il servizio di Report punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio dell’Autorità Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, «prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni».
Diego Moretti (Ansa)
I dem che hanno sempre criticato l’ex sindaco Anna Maria Cisint firmano una mozione sul lavoro nei cantieri navali. Ora vogliono superare il modello di immigrazione a basso costo.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».
Elly Schlein (Ansa)
La leader Pd dice che la manovra «favorisce solo i ricchi», come se avere un reddito da 50.000 euro lordi l’anno fosse da nababbi. In realtà sono fra i pochi che pagano tasse dato che un contribuente su due versa zero Irpef. Maurizio Landini & C. insistono con la patrimoniale. Giorgia Meloni: «Con me mai». Pure Giuseppe Conte non ci sta.
Di 50.000 euro lordi l’anno quanti ne finiscono in tasca a un italiano al netto di tasse e contributi? Per rispondere è necessario sapere se il contribuente ha moglie e figli a carico, in quale regione viva (per calcolare l’addizionale Irpef), se sia un dipendente o un lavoratore autonomo. Insomma, ci sono molte variabili da tener presente. Ma per fare un calcolo indicativo, computando i contributi Inps al 9,9 per cento, l’imposta sui redditi delle persone fisiche secondo i vari scaglioni di reddito (al 23 per cento fino a 28.000 euro, al 35 per la restante parte di retribuzione), possiamo stimare un netto di circa 35.000 euro, che spalmato su tre dici mensilità dà un risultato di circa 2.600 euro e forse anche meno. Rice vendo un assegno appena superiore ai 2.500 euro al mese si può essere iscritti d’ufficio alla categoria dei ricchi? Secondo Elly Schlein e compagni sì.
Elly Schlein e Vincenzo De Luca (Ansa)
Dopo aver sfidato lo «sceriffo di Salerno» il segretario dem si rimangia tutto. E per Roberto Fico conta sui voti portati dal governatore, che impone ricompense per il figlio. Sulla partita veneta, Ignazio La Russa apre a Luca Zaia nel governo.
«Vinciamo»: il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, capodelegazione azzurro al Parlamento europeo, lo dice alla Verità e sembra convinto. L’ennesima manifestazione elettorale di Fi al centro di Napoli è un successo clamoroso: centinaia di persone, il ritratto di Silvio Berlusconi troneggia nella sala. Allora crede ai sondaggi più ottimisti? «No», aggiunge Martusciello, «credo a quello che vedo. Siamo riusciti a entrare in tutte le case, abbiamo inventato il coordinatore di citofono, che si occupa di curare non più di due condomini. Parcellizzando la campagna, riusciremo a mandare a casa una sinistra mai così disastrata». Alla remuntada in Campania credono tutti: da Giorgia Meloni in giù. Il candidato presidente del centrodestra, Edmondo Cirielli, sente aria di sorpasso e spinge sull’acceleratore.






