2023-10-26
«Nessun danno dal virus ai bambini malati»
Una ricerca smentisce il muro di bugie sui vaccini e i fragili: i piccoli pazienti hanno presentato quasi sempre lieve sintomatologia e i pochissimi decessi non sono dipesi dall’infezione. Eppure la campagna sulle fiale era basata proprio sulla difesa dei vulnerabili.«L’infezione da Sars-CoV-2 ha presentato esiti favorevoli nella popolazione pediatrica italiana di ematologia oncologia durante la pandemia». Una bella notizia, quella che arriva dallo studio «definitivo e comprensivo» del gruppo di lavoro sulle infezioni dell’Associazione italiana ematologia e oncologia pediatrica (Aieop).Se ne parlerà domani pomeriggio, in occasione del congresso nazionale della società italiana di pediatria (Sip) che ha preso il via mercoledì a Torino e terminerà sabato. L’abstract è già disponibile online, apprendiamo che alla raccolta dati hanno partecipato 25 ospedali italiani esaminando da aprile 2020 a novembre 2022 le condizioni di 455 giovanissimi pazienti, affetti da cancro o che avevano ricevuto un trapianto di cellule staminali ematopoietiche.Gli specialisti coinvolti nell’indagine lavorano in centri che sono eccellenze, dall’oncoematologia pediatrica, divisione di trapianto di cellule staminali ematopoietiche e terapia cellulare dell’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino, all’unità di emato oncologia, dipartimento di pediatria dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo; dalla divisione di ematologia, oncologia e trapianto di cellule staminali pediatriche del dipartimento di salute della donna e del bambino dell’Ospedale universitario di Padova, all’unità di oncologia pediatrica dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Le conclusioni dello studio di coorte osservazionale, multicentrico su scala nazionale, sono che l’infezione da Covid «è risultata sintomatica in 259 casi (56,9%), con una significativa tendenza all’aumento dei casi sintomatici nel corso degli anni (33,7% nel 2020, 67,8% nel 2022). La malattia è stata classificata come lieve in 235 casi (90,7% tra i pazienti con sintomi), moderata in 3 (1,2%), grave in 8 (3,1%) e critica in 13 (5%), e il numero di infezioni non lievi non è aumentato significativamente nel corso degli anni».Una gran buona notizia, abbiamo detto. Però, non dicevano che le vaccinazioni anti Covid erano indispensabili per prevenire malattie gravi e decessi nei più fragili? Da dicembre 2021, quando partirono le campagne in fascia 5-11 anni, e poi ancora da dicembre 2022 quando si passò a inoculare creature da 6 mesi a 4 anni, sempre pediatri, virostar, componenti del Comitato tecnico scientifico hanno continuato a terrorizzare i genitori per spingerli a portare i figli negli hub, prospettando in caso contrario infezioni devastanti per la salute dei più piccoli.«È importante vaccinare i bambini a partire dai più fragili», sentenziava a luglio 2022 l’allora presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. «L’infezione corre, anche nelle fasce più giovani e sappiamo che anche tra di loro ci sono ricoveri e long Covid. L’Aifa ha indicato che i vaccini sono sicuri ed efficaci e questa è una indicazione molto forte. I pediatri sono pronti a fare la loro parte», assicurava. Oggi, uno studio realizzato su un campione significativo di reparti dell’oncologia pediatrica riporta che l’esito della malattia «è stato generalmente favorevole, solo 9 (2%) pazienti sono deceduti, di cui 7 a causa della progressione della malattia e 2 a causa di una sepsi concomitante. Nessun decesso è stato attribuito esclusivamente all’infezione da Sars-CoV-2». La principale conseguenza dell’aver preso il Covid «è stata l’interruzione delle terapie dirette al cancro», viene riferito. Di 375 pazienti in chemioterapia attiva, 175 (47,2%) hanno interrotto il trattamento per circa 12 giorni. Pessima cosa, indubbiamente, ma almeno non ci sono state patologie gravi provocate dal virus di Wuhan.Nel gennaio del 2022 il presidente Aieop, Arcangelo Prete, dichiarava: «Come hanno ormai dimostrato molti studi a livello internazionale i malati di tumore, anche in età pediatrica, hanno un rischio più alto di sviluppare forme gravi di Covid e di andare incontro a complicanze severe, che fanno crescere anche le loro probabilità di mortalità legate al virus». La posizione era ufficializzata nel documento di Consensus elaborato dal gruppo di lavoro infezioni e terapie di supporto dell’Aieop. Somministrare il vaccino era e rimane un atto dovuto, considerato che pure la quarta dose viene indirizzata ai bimbi oncologici.«La vaccinazione anti Covid dei bambini è raccomandata da tutte le società scientifiche pediatriche», dichiarava un mese dopo, a febbraio 2021, Franco Locatelli presidente del Consiglio superiore di sanità e allora coordinatore del Cts. «Il rischio di effetti collaterali o reazioni avverse, quali la miocardite e la pericardite, è estremamente contenuto e comunque inferiore rispetto al medesimo rischio collegato all’evoluzione della malattia provocata dal virus», sosteneva sempre Prete. Continuano ad uscire, invece, studi che evidenziano troppi eventi avversi gravi per poter definire l’anti Covid un vaccino sicuro.Nell’agosto dello stesso anno, su Repubblica Annamaria Staiano, presidente Sip, enunciava: «Ci sono circa 10.000 bambini immunodepressi ovvero pazienti oncologici e quelli che per altre patologie sistemiche assumono farmaci che riducono la funzionalità del sistema immunitario, per definizione, correndo il rischio di rispondere in maniera meno efficace all’infezione. In questa fascia di pazienti il vaccino deve essere una priorità».Dal «suo» congresso, che ha tra gli sponsor del progetto formativo aziende farmaceutiche produttrici anche di vaccini anti Covid, quali Pfizer, Sanofi, Gsk, domani emerge un’altra verità.
«Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano la cultura woke». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un video messaggio al gala 50esimo anniversario della National Italian American Foundation a Washington. "È un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione. Non glielo permetteremo. Il Columbus Day è qui per restare», ha aggiunto il presidente del Consiglio ringraziando Donald Trump per aver ripristinato quest'anno la celebrazione.
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L'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma premiato a Washington
L’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Dea Roma della National Italian American Foundation per il contributo alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e alla crescita sostenibile del Paese.
La NIAF (National Italian American Foundation) ha conferito a Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, il Premio NIAF Dea Roma come leader nell’eccellenza ingegneristica per la crescita nazionale e l’infrastruttura sostenibile.
La cerimonia si è svolta sabato 18 ottobre 2025 durante il Gala del 50° Anniversario della NIAF, all’Hotel Washington Hilton di Washington D.C. negli Stati Uniti d’America. Il riconoscimento è stato assegnato per evidenziare il ruolo cruciale svolto da Donnarumma nella trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture di trasporto italiane, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione.
«È un vero onore ricevere questo premio che ho il piacere di dedicare a tutti gli italiani che creano valore sia nel nostro Paese che all’estero e diffondono principi volti a generare competenze specifiche nell’ambito dell’ingegneria, della tecnologia e dell’innovazione. Nel Gruppo FS Italiane abbiamo avviato quest’anno un Piano Strategico da 100 miliardi di euro di investimenti che rappresenta un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese». ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma.
Sotto la guida di Donnarumma, il Gruppo FS sta promuovendo importanti progressi nello sviluppo di linee ferroviarie ad Alta Velocità e nelle soluzioni di mobilità sostenibile, contribuendo a collegare le comunità italiane e a supportare gli obiettivi ambientali nazionali. Il Piano Strategico 2025-2029 include diversi interventi per migliorare la qualità del servizio ferroviario, costruire nuove linee ad alta velocità e dotare la rete del sistema ERTMS per garantire maggiore unione fra le diversi reti ferroviarie europee. Più di 60 miliardi è il valore degli investimenti destinati all'infrastruttura ferroviaria, con l'obiettivo di diventare leader nella mobilità e migliorare l’esperienza di viaggio. Questo comprende l’attivazione di nuove linee ad alta velocità per collegare aree non ancora servite, con l'obiettivo di aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, il Gruppo FS - primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale – si pone l’obiettivo di decarbonizzare i consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034. Fondamentale è anche il presidio internazionale, con una previsione di crescita del volume passeggeri pari al 40%.
Il Gruppo FS ha infatti inserito lo sviluppo internazionale tra le sue priorità, destinando una quota significativa degli investimenti al rafforzamento della propria presenza oltre confine. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del Gruppo in Europa, ormai percepita come un’estensione naturale del mercato domestico, e promuovere una rete ferroviaria sempre più integrata e in linea con i principi della mobilità sostenibile.
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