
Con la scusa del Covid ci hanno convinti che in nome della salute si debba rinunciare alle nostre libertà. Nonostante ciò, il consumo di sostanze non è mai stato così tollerato. Lo Stato dovrebbe proibire anche il possesso personale: basta una canna per perdersi.Netflix trasmette un molto discutibile documentario a puntate, sulle vicende di San Patrignano, SanPa, luci e tenebre di San Patrignano. Nelle intenzioni dovrebbe ricostruire i primi 15 anni della comunità fondata da Vincenzo Muccioli. A San Patrignano ombre e luci ci sono state, come in ogni vicenda umana, senza alcuna eccezione. Le luci sono state infinitamente di più delle ombre, e il termine corretto è ombre. Tenebre è una parola molto forte che crea l'impressione che le tenebre abbiano prevalso. Così non è stato. Senza San Patrignano quanti sarebbero stati i morti di overdose? Quanti gli assassinati in rapine per procurarsi una dose? Anche se schierata, come testimoniato dal suo titolo, la docuserie, cioè serie-documentario, non può fare a meno di riportare la disperazione totale dei genitori. L'eroina cancella la personalità, distrugge il carattere. Il figlio, la figlia sono scomparsi. Al loro posto nel loro corpo c'è una creatura estranea idiota e crudele disposta ad ammazzare la nonna a bastonate per mettere le mani sulla sua pensione. Parla anche dell'estrema facilità, un unica dose regalata dallo spacciatore o dall'idiota di turno, per distruggere carattere, personalità, mente e volontà, per ridurre una persona a una macchina da guerra disposta a calpestare tutto e tutti per portare allo spacciatore i soldi di un'altra dose. Penalizzare il possesso e l'uso di droga dovrebbe essere il primo progetto di un partito degno di questo nome. Chiunque trovi questo un arbitrio intollerabile di gente cattiva, si vada di ascoltare le disperate testimonianze dei genitori di figli e eroinomani. Si vada ad ascoltare le desolate testimonianze degli ex eroinomani. In un'epoca che ha abolito le libertà più elementari nell'isterico terrore del covid-19 è incredibilmente tollerato l'uso di droghe. Tutto questo è sbagliato per ovvi motivi. Chi acquista e consuma sostanze di questo genere ne incentiva il traffico. Nel momento in cui il possesso di droga fosse punito con 2.000 euro di multa o 10 giorni di prigione, il consumo e di conseguenza lo spaccio crollerebbero. Un consumatore di cannabis moltiplica il suo rischio di un incidente stradale in cui potrebbe ammazzare qualcuno. Invece che starnazzare che fare un vaccino non sperimentato a sufficienza è un gesto di amore, qualcuno potrebbe dire che non farsi è un gesto di amore? Nella grandissima maggioranza dei casi di bambini ammazzati di botte dai genitori, più spesso dal patrigno, ma a volte anche dai genitori biologici, c'era un consumo di droga costante. Il numero di bambini che si feriscono o si ammazzano in incidenti domestici è in continua ascesa. A volte si tratta di sfortuna, ma spesso il care giver, letteralmente chi dà cura, strampalato anglicismo con cui si sostituisce la parola mamma, era «distratto», «assorto», «concentrato altrove». Era strafatto. Dovrebbe essere obbligatorio che i media riportino l'esame tossicologico delle persone responsabili incidenti o atti di violenza. L'attacco mediatico contro il fumo non è stato accompagnato da un analogo attacco contro la cannabis. Ovunque negli Stati Uniti, ma sempre di più anche in Italia, non aleggia più l'odore del tabacco, ma della molto più pericolosa cannabis. La metanfetamina e la cocaina aumentano il livello di crudeltà. Perché diavolo il consumo di questa roba deve essere tollerato? Ricordo che siamo la società che ha dato 800 euro di multa a due genitori che accompagnavano la bambina a fare il controllo dopo il trapianto di midollo perché violavano le leggi covid. Grazie al covid è stato stabilito che la salute è un valore di tale magnificenza che è giusto sacrificarle sia la libertà, sia la psiche devastata dalle chiusure e dall'incertezza, sia la vita devastata fino al suicidio dalla disperazione, sia l'economia, il lavoro, il diritto ad andare in chiesa a Pasqua. Drogarsi fa male alla salute propria e altrui quindi deve essere vietato. Non drogarsi deve essere obbligatorio come portare la mascherina. Ho visto intelligenze magnifiche perdersi nell'eroina. Ho visto intelligenze magnifiche rifiorire dopo la disintossicazione dall'eroina, una disintossicazione durissima perché, a causa di una tragica e drammatica modificazione di neurotrasmettitori, queste sostanze levano completamente il libero arbitrio, la persona si annulla nel consumo di eroina. Concludo ricordando la massima aurea: chi semina cannabis raccoglie eroina. Non tutti i consumatori di cannabis arrivano all'eroina ma tutti consumatori di eroina hanno cominciato con la cannabis. Tutti consumatori di eroina hanno cominciato con la cannabis, certo, e questa regola vale anche per gli spacciatori. Il piccolo spacciatore della «innocua» cannabis impara il mestiere e poi arriva a traffici più seri. La «innocua» cannabis può causare scompensi psicotici irreversibili, favorisce scompensi fobici e attacchi di panico. Un consumatore cronico di cannabis diminuisce il suo quoziente intellettivo di diversi punti, anche 8 o 10. In effetti non ricordo di aver mai conosciuto un consumatore cronico di cannabis che mi abbia impressionato per la sua intelligenza. Aggiungo che la cannabis attuale è molto più potente rispetto a quella di decenni fa. C'è una maggiore concentrazione di alcaloide, e in particolare dell'alcaloide stimolante. Chiunque affermi che la cannabis è innocua o è un idiota o sta mentendo. In tutte le storie di dipendenti da sostanze, la «innocua» cannabis o l'eroina hanno cominciato con una prima dose in genere regalata. Se hai paura di 10 giorni di prigione e 2.000 euro di multa quella prima dose non la prendi e salvi il tuo cervello. La ridicola regola che il consumo di droghe è depenalizzato permette ragazzini sempre più giovani di restare intrappolati in qualcosa che distrugge quello che di più sacro hanno: la loro mente. Nella mente della maggioranza delle persone regna la delirante idea che morale e legale siano sinonimi. Dal «se non è vietato è giusto» si arriva a « è sbagliato non farlo», e la gente resta intrappolata per l'eternità. Se il consumo fosse vietato, se ne potrebbe vietare la pubblicità. Il messaggio pubblicitario si basa sulla parola. Droga è una parola squallida. «Sono fatto» non suona benissimo. La nuova parola inventata per le orge gay è chemsex. È pubblicizzata anche in apposite app per incontri gay, con specifiche informazioni sulle droghe. L'uso di sostanze stupefacenti a questi festini è tassativo. Lo strampalato neologismo mischia le parole chimica e sesso, parole che dovrebbero restare accuratamente separate. Chemsex dovrebbe voler dire fare sesso da strafatti di cocaina, crack, metanfetamina, mefedrone, Mdma, crystal meth, ghbe, anfetamina… La definizione è ovviamente una pia illusione. Al massimo si possono fare attività erotiche. Tutte le droghe che ho elencato, tutte, sono potenti vasocostrittori. L'erezione è un fenomeno di vasodilatazione. I festini a sesso chimico sono uno dei luoghi dove di sesso se ne fa pochino. Si fanno strane operazioni che col sesso non c'entrano nulla. Per poter avere un'erezione occorre ricorrere a grosse dosi di vasodilatatori, viagra o simili, motivo per cui ogni tanto qualcuno dei partecipanti al festino finisce in pronto soccorso per ipotensione e questi vanno aggiungersi a tutti quelli che invece finiscono in pronto soccorso per scompenso psicotico da sostanze. Il chemsex compare in Italia nel 2000, ma era ruspante. Adesso si fanno corsi sull'argomento. Questa cosa fa parte della nostra vita sessuale e non abbiamo nessuna intenzione di condannarla, spiegano nell'incredibile video di presentazione, il 20 settembre 2016, dell'opuscolo Capire il chemsex presso il Blq Checkpoint powered by Plus onlus. Il vicepresidente di Plus, Giulio Maria Corbelli, descrive il termine chemsex. «Il chemsex è un modo per ritrovarsi, io sono consumatore e pratico chemsex», afferma. Riconosco che pratico chemsex suona meglio che dire sono un drogato e mi faccio periodicamente, per non dire continuativamente, di anfetamina e cocaina. Un'affermazione di questo genere potrebbe portare a qualche perplessità in un'assunzione. Pratico chemsex dice esattamente la stessa cosa , ma suona meglio. «Non ho sviluppato nessun tipo di problematicità», aggiunge. Non ricordo nessun tossicodipendente che ho incontrato in vita mia che avesse riconosciuto di avere problematicità. Anche quelli che si erano appena ripresi da un'overdose, dove non erano morti perché noi avevamo fatto il naloxone in vena in tempo, giuravano di avere tutto sotto controllo. In effetti da dentro le problematicità non si vedono. È da fuori e ci si accorge delle capacità cognitive che diminuiscono, l'irresponsabilità che aumenta, l'impulsività che aumenta, la crudeltà che aumenta. L'elenco di droghe che ho fatto include tutte sostanze che aumentano il livello di crudeltà e levano la capacità di capire le conseguenze delle proprie azioni. «Anzi per una certa nicchia gay si tratta di un vero proprio evento sociale, un modo per entrare in contatto con altre persone», conclude.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.