L’ad di Intesa Sanpaolo insurance agency Andrea Lesca: «Imprese interessate anche a stipulare assicurazioni sanitarie per i dipendenti».
L’ad di Intesa Sanpaolo insurance agency Andrea Lesca: «Imprese interessate anche a stipulare assicurazioni sanitarie per i dipendenti».Intesa Sanpaolo insurance agency è la prima società di origine bancaria a essersi lanciata nel mondo delle polizze su misura per le aziende di media e grande dimensione. Con la pandemia e il conflitto russo ucraino, d’altronde, la richiesta di questi prodotti assicurativi è in continua crescita. In cima alle esigenze delle aziende ci sono prodotti di salute collettiva per i dipendenti e soluzioni che aumentino la cybersicurezza. La Verità ne ha parlato con Andrea Lesca, amministratore delegato e direttore generale della società che fa parte della galassia di Intesa Sanpaolo vita. Andrea Lesca Come e perché è nata Intesa Sanpaolo insurance agency?«Il gruppo Intesa di recente aveva annunciato l’intenzione di posizionarsi ancora di più nel settore danni, sia per quanto riguarda il mondo retail, sia per quello legato alle aziende. Chiaramente, in questo, il nostro modello bancassicurativo è stato di grande aiuto. Noi operiamo sia sul fronte welfare, quindi che interessa il personale, sia per quel che riguarda i rischi industriali che proteggono l’azienda in sé. Spesso in questo ambito ci interfacciamo con interlocutori aziendali molto preparati che hanno valutato i rischi da tutelare tramite strutture interne di risk management e quindi con clienti che sanno bene di cosa si sta parlando. Offriamo poi soluzioni su misura che riguardano le singole peculiarità aziendali. Siamo un hub di competenze molto specifiche che ha conoscenze tecniche, ma anche relazionali, e come gruppo bancario ci interfacciamo anche con i vari broker assicurativi con cui le aziende clienti possono avere già rapporti. Questo piace, di solito, perché il cliente vede la sua banca, seppur in una veste assicurativa, rapportarsi con il proprio broker con cui ha attivato un rapporto in esclusiva. Abbiamo creato la nostra “agency”, che collabora con le reti distributive del gruppo, proprio per presidiare una fascia di mercato che non può essere seguita dalla banca perché a livello di normativa solo agenti e broker possono occuparsene. C’è infatti una struttura societaria che prevede che l’ad o il dg sia iscritto all’albo degli agenti assicurativi, come è il mio caso, per poter operare su soluzioni assicurative su misura. Al momento siamo l’unico gruppo bancario presente su questa fascia di mercato». A chi vi rivolgete e chi sono i vostri clienti?«Sono clienti da circa 50 a 500 milioni di fatturato, aziende medio grandi o anche quotate. Si tratta di una clientela più sofisticata della media, che viene da noi per soluzioni assicurative “tailor made”. Trattiamo con aziende provenienti da tutti i settori, non esistono comparti che non tocchiamo, per questo la gamma della nostra offerta è molto ampia e peculiare. La parte welfare e benefit ci mette in contatto con le risorse umane delle aziende, che manifestano sempre maggiore interesse in questi ambiti. Non si tratta solo di stipendio, ma anche di soluzioni assicurative che rappresentano una componente importante dell’intero pacchetto retributivo. Prodotti mutati a seguito dalla pandemia, ad esempio. In una logica di puro benessere per il dipendente. Poi ci sono le coperture per le aziende, con le assicurazioni su macchinari e impianti, la responsabilità civile o le coperture per la cybersicurezza, tra quelle a maggior crescita in termini di domanda». Quanto sta cambiando oggi il mondo assicurativo per le imprese in seguito alla difficile condizione geopolitica che stiamo vivendo? Per voi è stata una opportunità?«Assolutamente sì. Il tema sanitario, ad esempio, è stato molto richiesto negli ultimi anni, come è facile immaginare. Lo stesso vale, come già accennato, per le protezioni legate alla cybersicurezza. Si può dire che chi è stato vittima di un attacco, che sia andato a segno o meno, si sente sempre più spinto a difendersi da questo tipo di problemi. Noi, di solito, procediamo a fare analisi specifiche il cui esito evidenzia la maggiore o minore possibilità di essere attaccati. Fino a pochi anni fa, questa era un’area di rischio che si considerava ben lontana dalla propria sfera. Oggi ci si è resi conto che gli attacchi cyber possono arrivare da qualunque parte del mondo. Il settore sta cambiando molto, ma lentamente. Nel nostro caso è già la clientela con cui parliamo a essere evoluta e non abbiamo il fenomeno della sottoassicurazione, come invece potrebbe esserci a livello più di Pmi». Come proteggere la propria azienda in questo momento?«Come primo passo cercherei di capire che tipo di servizio è utile per l’azienda. Se si tratta di soluzioni a favore dei dipendenti o per gli asset aziendali. Abbiamo sempre bisogno di capire quali esigenze e interessi ha l’azienda con cui ci interfacciamo. Prima di fare una proposta strutturata, c’è un lungo percorso per conoscere il contesto e le strategie della società. Non offriamo mai un prodotto uguale a un altro». Come intendete sviluppare la Agency dopo l’avvio del 2021?«Vogliamo continuare a crescere nell’ambito del welfare, in particolare nell’offerta di soluzioni di salute collettiva. Di recente abbiamo integrato Intesa Sanpaolo rbm salute e grazie a questa società abbiamo la possibilità di offrire ampie e innovative soluzioni in linea con le esigenze della clientela. Certo, non intendiamo disdegnare gli altri ambiti, ma questo è un settore dove intendiamo crescere ulteriormente».
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