2022-05-08
Nella villa in rovina un magico giardino nasconde il segreto di un ignoto passato
Gli alberi della casa cadente (studiohomoradix.com)
Vicino a una casa diroccata ma protetta da una recinzione il mistero di due giganteschi alberi dai grossi tronchi contorti.Uè, guagliò, ma tu preferisci gli Iron Maiden o i Metallica? All’apparenza è una domanda come tante altre, ma in verità per Simone questa è una domanda che merita una pausa e una buona dose di raziocinio. Se avesse risposto «Io preferisco gli Iron Maiden» avrebbe voluto dire che i Metallica non sono all’altezza degli Iron Maiden, avrebbe voluto dire, ad esempio, che classici come Master of Puppets, Ride the Lightning, And Justice for All o The Black Album siano meno potenti di The Number of The Beast, Somewhere in Time, Seventh Son of a Seventh Son, Iron Maiden, Fear of the Dark e altri! Ma questo, lo sa lui e lo sanno i suoi amici, non è affatto vero. Quindi cosa avrebbe detto? Nel caso avesse scelto di dire «Io preferisco i Metallica» avrebbe voluto dire che la musica degli Iron, le chitarre di Steve Harris, Adrian Smith e Janick Gers siano meno esaltanti di quella di Kirk Hammett, o la voce di Bruce Dickinson e Paul Di’Anno meno coinvolgente di quella di James Hetfield. E no, enno, no, certe cose proprio non le puoi dire. E le copertine poi? Ne vogliamo parlare di quei capolavori che sono state le copertine degli Iron? Sui dischi soprattutto, anche se ora la musica la porti in giro in mp3 sullo smarthphone, ma a casa è tutta un’altra cosa. Come gli ha insegnato suo padre la musica bisogna ascoltarla con gli strumenti giusti: gran stereo, disco e ottime cuffie. Niente, alla fine non lo puoi proprio dire se preferisci i Metallica agli Iron Maiden o gli Iron Maiden ai Metallica. E poi, alla fine che importanza può avere? È vero che tra di loro spesso si fa quel gioco Se dovessi andare su un’isola deserta quali film ti porteresti? Quale musica non dovrebbe mancare? Che poi, su questa benedetta isola deserta me lo dici tu come si fa a sentire della musica? O peggio a vedere dei film? Ancora ancora i libri, li puoi leggere, sempre che tu abbia il modo di metterli al riparo da pioggia, vento, insetti e maree, ma il resto come si fa? Mica la trovi così una spina che si attacca alla corrente.Suo padre gli racconta che loro, quando avevano l’età che ora ha lui, a casa ascoltavano i dischi ma quando erano in giro si ascoltava soltanto la musicassetta, quegli aggeggi con nastro che spesso si incastrava nelle testine dei mangiacassette, quegli imbrogli plasticosi che cadevano a terra e te li portavi nelle tasche del chiodo. Ci scrivevi sopra il nome del tuo cantante preferito, con gli uniposca. Perché? Chiede a suo padre. Perché sì, così gli altri sapevano di che squadra eri, no? C’erano tante tribù: c’era chi ascoltava i Metallica, chi gli Iron, i Pink Floyd e chi i Def Leppard, c’era chi ascoltava gli Slayer e chi gli Halloween, chi i Motley Crue e chi i Motorhead, chi gli Ac/Dc e chi Bon Jovi! Giravamo in giro per la città più o meno come quelle bande di ragazzi dei Guerrieri della notte! Quando mi metto a parlare con papà di certe cose vedo che ritorna con la mente tutto agli anni Ottanta, parlerebbe per ore di quel che vedeva e chi incontrava, e come si vestivano, e la musica che ascoltavano, i film che vedevano. Quando i suoi amici vengono a trovarlo a casa finiscono sempre a parlare di tutto questo. Ossessionati!Nella periferia della nostra città abbiamo trovato uno spazio curioso, è una vecchia villa molto signorile, una grande casa su due piani, ora diroccata, e un giardino con scale di finto cemento, statue, fontane, grotte e un tempietto antico. Non so da quanti anni è così ma oramai si farebbe prima ad abbattere e a ricostruirlo da capo, credo. L’ha scoperto Ciro, il compagno di classe di Simone, per caso, girando nel quartiere, ha trovato un buco nella recinzione che forse aveva fatto uno dei tanti ladruncoli che di certo sono passati a ripulire la casa. Loro dentro ci sono stati soltanto una volta, è tutto rotto e rovinato, entrarci fa tristezza, oltre a rischiare che magari ti caschi il soffitto sulla testa. Invece il giardino ha una sua magia, sembra una fitta foresta dimenticata, con queste rovine che una volta probabilmente erano curate e nuove. Chissà chi ci viveva in questo posto.Di certo non gli mancavano i dobloni… dice Simone.Credo anch’io, comunque saranno state delle persone colte, eleganti, dei veri signori… devo chiedere a mio fratello se si ricorda chi ci viveva qui, secondo me era un industriale, o un politico. Massì, in effetti.Magari in questo giardino ci tenevano delle feste, sai quelle dove si viene in maschera, tipo il carnevale di Venezia.Sì, e sotto si sentiva la musica suonata da un’orchestrina, magari laggiù, su quel piccolo rialzo, sembra perfetto per dei musicisti, no?Immagina i profumi delle ragazze, le scie di profumo che si lasciavano dietro… E immagina che begli abiti, le loro gambe… il portamento…Eh-he, possibile che pensi sempre a quello? Perché tu non ci pensi?Vicino alle due grotte ricoperte di rovi, c’è un sentiero che porta nella parte più oscura del giardino, dove ci sono due grandi alberi dai grossi tronchi contorti. Non sappiamo che alberi sono: uno però dev’essere un pino o qualcosa del genere perché mantiene le foglie tutto l’anno, l’altro invece le perde in autunno. Hanno tronchi così grandi che noi due, insieme, non riusciamo ad abbracciarli. Chissà da quanti secoli sono qui! A noi piace venire qui, ci sembra di essere i custodi di qualche segreto che nessuno si ricorda più di proteggere e di tramandare. Non sappiamo che segreto sia, però è come se fossimo diventati un po’ più importanti, per noi, ai nostri stessi occhi. Se nemmeno noi venissimo qui chi lo potrebbe mai vedere? Esiste qualcosa di più triste di un giardino perduto che nessuno va a visitare? La casa ha pianto e tanto, lo vediamo, oramai è devastata. Ma il giardino è ancora vivo e non aspettava altro che noi due ci finissimo dentro. La natura ama farsi ammirare.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)