Il settimanale rivoluziona la sua piattaforma digitale. Da oggi online una inedita sezione con inchieste, analisi e documenti riservata agli abbonati. Più ricca la parte «free» per seguire notizie e tendenze. Due canali speciali dedicati a tecnologia e viaggi.Panorama.it da oggi cambia. Cambia pelle, nel senso della grafica, ma cambia soprattutto organizzazione del lavoro, struttura editoriale e contenuti. Per quanto riguarda il design troverete subito ad occhio un sito più elegante, più pulito, insomma più facile da leggere e guardare. Dove però il marchio del settimanale è sempre ben visibile e riconoscibile. Un sito gestito da una nuova piattaforma, più affidabile e veloce. Ma le novità più interessanti arrivano da quello che troverete «dentro» il nuovo sito di Panorama. Che si dividerà in due. Una parte free e, per la prima volta, una «Premium», in abbonamento, seguendo quanto già succede con successo su La Verità.La parte a pagamento non si limiterà ad ospitare i principali contenuti del settimanale ma avrà al suo interno anche molto di più: troverete approfondimenti e materiali inediti legati alle news del cartaceo, file multimediali (audio e video), documenti. Ne è un chiaro esempio la prima apertura del nuovo sito con stralci del libro di Maurizio Belpietro e Antonio Rossitto, Giuseppe Conte, il trasformista - I voltafaccia e i segreti di un premier per caso, il primo testo dedicato al presidente del Consiglio, in libreria da settimana scorsa. Ma anche le analisi e le opinioni del direttore di Panorama e delle grandi firme che ogni settimana vi raccontano o spiegano cosa succede nel mondo (Biloslavo, Sgarbi, Veneziani, Giordano). Poi inchieste esclusive per la parte online appositamente realizzate dai giornalisti di Panorama su scienza, cronaca, politica. Infine una porta di accesso alla storia del settimanale con il recupero e la ripubblicazione di alcuni contenuti degli anni Sessanta-Settanta-Ottanta che raccontavano l'Italia che fu e che spesso è rimasta tale da allora. Articoli scritti da autori che hanno fatto la storia del giornalismo: Giampaolo Pansa, Enzo Biagi, Pino Buongiorno, Carlo Rossella, Stefano Rodotà, Filippo Ceccarelli. Il primo «speciale» ricco di questi contenuti è dedicato alla figura di Bettino Craxi, di cui in questi giorni ricorre il ventennale della scomparsa. Testi per capire una particolare fase politica e lo stato d'animo che allora divideva il Paese dandoci così modo di rileggerlo e forse comprenderlo davvero a distanza di anni.La parte free invece ricalcherà quello che fino ad oggi avete cercato e trovato nel sito: il commento alle news del giorno, tutti i sondaggi partito per partito per capire dove sta andando il consenso degli elettori, gli approfondimenti di economia, le ultime tendenze in fatto di lifestyle, musica, i programmi e le serie tv, il cinema, il dietro le quinte del mondo del calcio e le ultime notizie del calciomercato. Da oggi però grande spazio verrà dedicato con canali appositi a due delle tematiche di maggior interesse degli italiani: Tecnologia e Viaggi.Vecchie e nuove importanti firme del settore vi presenteranno le ultime novità in fatto di prodotti con test e recensioni e vi racconteranno dove sta andando il mondo della tecnologia in tutte le sue sfaccettature: dallo smartphone ai televisori, dai social allo «spazio». Se poi avete la valigia o quantomeno lo spirito di chi è sempre pronto a partire alla scoperta del mondo o soltanto avete bisogno di «staccare la spina» e «cambiare aria», sul canale Viaggi troverete i consigli per regalarvi una vacanza speciale, curiosa, intensa, che abbia come meta un luogo da sogno dallaltra parte del mondo o anche solo il weekend alla scoperta di un angolo segreto d'Italia.Importante anche le novità per quanto riguarda la parte video dove, agli abituali contenuti di filmati che raccontano e mostrano le principali news da ogni parte del mondo, e anche alle clip più divertenti e virali del Web, ci saranno schede, animazioni e infografiche per capire e comprendere in modo diverso ma forse più chiaro ad esempio la situazione in Libia (chi sta con chi tra Al Serraj ed Haftar), la questione migranti (numero degli sbarchi, ridistribuzioni Paese per Paese) e l'atteggiamento dell'Europa, storia e conseguenze della Brexit, ma anche i principali vigneti d'Italia che sono finiti nel mirino di potenze economiche internazionali e rischiamo di perdere. Si cambia, quindi, partendo però da quanto di buono è stato fatto in questi anni fino ad oggi sulla parte digitale di Panorama. Lo dicono i milioni di lettori che ogni mese ci seguono e l'ottimo posizionamento raggiunto da un sito ritenuto dai principali motori di ricerca attendibile ed autorevole. A tutto questo va poi aggiunta l'attività social che ci mette in contatto ogni giorno con centinaia di migliaia di persone dove palesare il loro sostegno ma anche le loro critiche (come giusto e naturale che sia). Social che presto vedranno la nascita di nuove pagine, sempre più verticali.Insomma, Panorama.it da oggi sarà davvero in versione 2.0, anzi 2020, per adeguarsi ai cambiamenti del mondo dell'informazione e della comunicazione mantenendo però in toto la sua storia e mettendo a disposizione dei lettori i mezzi più moderni con la consueta professionalità.
Il tocco è il copricapo che viene indossato insieme alla toga (Imagoeconomica)
La nuova legge sulla violenza sessuale poggia su presupposti inquietanti: anziché dimostrare gli abusi, sarà l’imputato in aula a dover certificare di aver ricevuto il consenso al rapporto. Muove tutto da un pregiudizio grave: ogni uomo è un molestatore.
Una legge non è mai tanto cattiva da non poter essere peggiorata in via interpretativa. Questo sembra essere il destino al quale, stando a taluni, autorevoli commenti comparsi sulla stampa, appare destinata la legge attualmente in discussione alla Camera dei deputati, recante quella che dovrebbe diventare la nuova formulazione del reato di violenza sessuale, previsto dall’articolo 609 bis del codice penale. Come già illustrato nel precedente articolo comparso sulla Verità del 18 novembre scorso, essa si differenzia dalla precedente formulazione essenzialmente per il fatto che viene ad essere definita e punita come violenza sessuale non più soltanto quella di chi, a fini sessuali, adoperi violenza, minaccia, inganno, o abusi della sua autorità o delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa (come stabilito dall’articolo 609 bis nel testo attualmente vigente), ma anche, ed in primo luogo, quella che consista soltanto nel compimento di atti sessuali «senza il consenso libero e attuale» del partner.
Tampone Covid (iStock)
Stefano Merler in commissione confessa di aver ricevuto dati sul Covid a dicembre del 2019: forse, ammette, serrando prima la Bergamasca avremmo evitato il lockdown nazionale. E incalzato da Claudio Borghi sulle previsioni errate dice: «Le mie erano stime, colpa della stampa».
Zero tituli. Forse proprio zero no, visto il «curriculum ragguardevole» evocato (per carità di patria) dall’onorevole Alberto Bagnai della Lega; ma uno dei piccoli-grandi dettagli usciti dall’audizione di Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler in commissione Covid è che questo custode dei big data, colui che in pandemia ha fornito ai governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi le cosiddette «pezze d’appoggio» per poter chiudere il Paese e imporre le misure più draconiane di tutto l’emisfero occidentale, non era un clinico né un epidemiologo, né un accademico di ruolo.
La Marina colombiana ha cominciato il recupero del contenuto della stiva del galeone spagnolo «San José», affondato dagli inglesi nel 1708. Il tesoro sul fondo del mare è stimato in svariati miliardi di dollari, che il governo di Bogotà rivendica. Il video delle operazioni subacquee e la storia della nave.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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Manifestazione ex Ilva (Ansa)
Ok del cdm al decreto che autorizza la società siderurgica a usare i fondi del prestito: 108 milioni per la continuità degli impianti. Altri 20 a sostegno dei 1.550 che evitano la Cig. Lavoratori in protesta: blocchi e occupazioni. Il 28 novembre Adolfo Urso vede i sindacati.
Proteste, manifestazioni, occupazioni di fabbriche, blocchi stradali, annunci di scioperi. La questione ex Ilva surriscalda il primo freddo invernale. Da Genova a Taranto i sindacati dei metalmeccanici hanno organizzato sit-in per chiedere che il governo faccia qualcosa per evitare la chiusura della società. E il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto sull’acciaieria più martoriata d’Italia, che autorizza l’utilizzo dei 108 milioni di euro residui dall’ultimo prestito ponte e stanzia 20 milioni per il 2025 e il 2026.







