2018-04-24
Nel decreto di riordino delle polizze via libera al telemarketing selvaggio
Il Consiglio dei ministri di metà febbraio ha varato il decreto attuativo che prevede l'entrata in vigore delle nuove norme Ue del comparto assicurativo. L'ha fatto a suo modo: omettendo il termine imparzialità necessario per una vera liberalizzazione. Ora il testo al vaglio della Commissione. Il presidente di Sna, Claudio Demozzi, denuncia: troppe deroghe alla trasparenza.Anche la politica interviene sulle nuove norme europee del settore assicurativo. O meglio il decreto che ha recepito l'Idd, l'equivalente della Mifid 2 nel comparto delle polizze. L'altro giorno con una nota ufficiale il M5s ha fatto sapere, come più volte ha denunciato La Verità che «c'è un errore nella direttiva Ue di riferimento che il nostro paese sta recependo». La versione italiana del testo è difforme da quella inglese, ma pure dalla francese. E ciò fa sì che il decreto legislativo, che introietta nella legislazione italiana le norme europee, replichi la svista, stravolgendo la definizione di distribuzione dei prodotti assicurativi. Il senatore grillino Daniele Pesco, relatore in Commissione speciale dello schema di decreto legislativo riguardante appunto la distribuzione assicurativa, provvedimento sul quale sono previste audizioni la prossima settimana, spiega quindi che «nella normativa attuale all'intermediario è consentito, con autorizzazione dell'impresa di assicurazione, di arrivare alla conclusione del contratto e alla vendita del prodotto finanziario. Nella nuova definizione, invece, questa possibilità scompare e l'attività di distribuzione appare confinata alle azioni informative, istruttorie, preparatorie alla vendita o eventualmente di monitoraggio e gestione post vendita». Il senatore 5 stelle ha a sua volta fatto notare come si tratti «di una limitazione contenuta solo nel testo italiano della direttiva. Non in quello inglese che contempla la conclusione dei contratti. Un perimetro più stretto che, se fosse recepito dal decreto legislativo, costituirebbe un grave handicap per gli intermediari assicurativi. In Parlamento, al di là del merito del provvedimento, il M5s farà notare al governo che è doverosa una preliminare correzione del testo di recepimento», ha concluso Pesco. In realtà, spulciando il testo del documento finito in commissione si evincono altre anomalie. La prima riguarda l'esclusiva. Da anni la possibilità di lavorare esclusivamente per una compagnia assicurativa non è prevista per gli agenti assicurativi italiani. Il nuovo decreto inspiegabilmente sembra voler reintrodurre il concetto. Nonostante l'anacronismo, si chiede agli agenti di dichiarare al contraente l'eventuale esclusiva. «Non capiamo se si tratti di un mero pasticcio», spiega alla Verità Claudio Demozzi, presidente nazionale dello Sna, principale sindacato degli agenti, «o del tentativo di reintrodurre l'esclusiva». Eventualità che sarebbe da interpretare come un favore alle compagnie assicurative e sicuramente un passo indietro nel percorso di liberalizzazione avviato dalle lenzuolate bersaniane. L'articolo 120 contiene anche una curiosa deroga. «Se un prodotto assicurativo», si legge nel testo, «è accessorio rispetto a un servizio o a una attività di investimento, il comma non si applica. Anche se è riferito a un contratto definito dal testo unico bancario». In sostanza se la polizza è inserita dentro un mutuo tutte le norme di trasparenza previste dalle nuove regole europee vengono messe in secondo piano. Si parla di un settore tutt'altro di nicchia. Vale diversi miliardi ogni anno. «C'è un ultimo intervento che ritieniamo debba essere emendato al più presto», spiega Comozzi, «ed è riferito alle informative precontrattuali. Crediamo sia assurdo consentire a chi vende polizze al telefono di far sottoscrivere un contratto e mandare ben cinque giorni dopo la stipula le informazioni pre contrattuali previsti per tutte le altre situazioni di vendita ovviamente in anticipo rispetto alla stipula». È chiaro ce senza ulteriori modifiche il business del telemarketing potrà dirsi avvantaggiato.
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)
Ansa
A Chisinau gli azzurri faticano a sfondare il muro moldavo e sbloccano solo negli ultimi minuti con Mancini e Pio Esposito. Arriva la quinta vittoria consecutiva della gestione Gattuso, ma per la qualificazione diretta al Mondiale si dovrà passare dai playoff di marzo.