2020-08-07
Nel decreto Agosto c’è la sorpresina. L’Imu salirà fino all’11,4 per mille
Il governo vuole togliere ai Comuni il limite massimo del 10,6 alla tassa sulla casa. Intanto i sindacati mettono pressione sui licenziamenti. Cgil, Cisl e Uil: «Senza proroga al blocco fino a fine 2020 sarà scontro sociale».Il decreto Agosto porterà l'aumento dell'Imu. Il governo starebbe infatti pensando di concedere ai Comuni l'incremento dell'imposta, portandola fino all'11,4 per mille. Attualmente l'Imu massima è al 10,6 per mille. Questo è però il frutto del ddl Bilancio 2020, che ha visto incorporare in un unico tributo l'Imu e la Tasi. Quest'ultima aveva un'aliquota massima dell'0,8 per mille. E dunque andando a sommare Imu e Tasi si sarebbe arrivati all'11,4 per mille. Questa aliquota non è stata però mai raggiunta dai Comuni, dato che il governo aveva imposto un'Imu massima al 10,6 per mille. Se il decreto Agosto dovesse dunque essere approvato così, come presenta la bozza, allora ci sarebbe un vero e proprio aumento dell'Imu. O meglio, il governo sboccherebbe lo stop imposto in precedenza ai Comuni. Ovviamente il decreto Agosto lascia la possibilità dell'aumento ai singoli Comuni. Mossa che probabilmente faranno vista la disastrosa situazione finanziaria causata dal Covid-19 in cui molte realtà locali si trovano. Il tutto andrà dunque a ricadere, come sempre, sui cittadini, che dovranno pagare più tasse. La conferma dell'aumento arriverà oggi o domani, quando il Consiglio dei ministri varerà il documento finale. Ma i pasticci del governo non finiscono qua. Nel decreto Agosto si stava infatti pensando di non prorogare il blocco dei licenziamenti. Questa ipotesi ha però scatenato le ire dei segretari di Cgil, Cisl e Uil. «Se il governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020, si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale». Così in una nota i segretari generale di Cgil, Cisl, Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan, Pierpaolo Bombardieri, dichiarano la loro opposizione alla mossa del governo Conte. «Chi pensa di anticipare quella data alla fine dello stato di emergenza», proseguono i tre dirigenti sindacali, «dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori. Chi pensa che possano stare insieme sgravi contributivi e fiscali generalizzati (vedi Irap) e licenziamenti non capisce che ora è il tempo della coesione sociale e degli investimenti sul lavoro».Landini, Furlan e Bombardieri puntano poi il dito contro Confindustria e la mancata firma dei contratti nazionali della sanità privata e del settore alimentare. «In questo contesto», conclude la nota, «è davvero grave che Confindustria decida di non firmare i contratti nazionali delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata e del settore alimentare, che con la loro opera essenziale ci hanno permesso di uscire dalla fase più acuta della pandemia».La posizione di Landini è stata ribadita in un'intervista a Repubblica: «Blocco dei licenziamenti per tutti fino a fine dicembre, con due possibili eccezioni: le imprese che cessano per messa in liquidazione e se si fanno accordi sindacali fondati sull'adesione volontaria. Oppure mobilitazione».L'agitazione dei sindacati ha però portato a un risultato, visto che ieri il governo ha ridiscusso della faccenda e sembra aver trovato una sintesi. Il blocco dei licenziamenti proseguirà ma sarà variabile, in base alle scelta che l'azienda farà in temi di cassa integrazione (Cig) Covid-19 e sgravi per far rientrare i dipendenti al lavoro. Lo stop ai licenziamenti durerà dunque fino a metà novembre. Sostanzialmente la possibilità di licenziare partirà dal 15 novembre in avanti. E dunque il governo avrebbe concesso (sempre se nel Cdm di oggi sarà approvato) un mese in più rispetto alla bozza iniziale del decreto Agosto. Secondo quanto si apprende, la ratio dietro la sintesi raggiunta dalla maggioranza è che se l'azienda non ha la necessità di ricorrere alla Cig significa che non ha neanche «bisogno» di licenziare i lavoratori. Inoltre sarebbero previste altre 18 settimane di Cig a partire dal 13 luglio. Le prime nove sarebbero gratis per tutti, mentre le restanti saranno gratuite solo per le imprese che avranno avuto un calo di fatturato. Per gli altri, le seconde nove settimane diventano onerose e ci saranno due diversi scaglioni di contribuzione per le imprese. In ogni caso chi non dovesse ricorrere alla cassa integrazione otterrà una decontribuzione pari al doppio della Cig, fermo restando il divieto di licenziare. A cornice di tutto ciò si inseriscono anche i commercialisti che chiedono la proroga dei versamenti delle imposte per le dichiarazioni dei redditi in scadenza il 20 agosto o di introdurre un meccanismo di esclusione dalle sanzioni per chi regolarizza, entro il 31 ottobre 2020, tutti i versamenti dovuti dallo scorso mese di marzo (anche per l'Iva, l'Irap e le imposte d'atto non oggetto di sospensione).
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.