2020-04-01
Negli Stati Uniti il doppio di malati della Cina
La conta degli infetti oltre 160.000, quella delle vittime a 3.170: superata la soglia psicologica dell'11 settembre. La Spagna non riesce a rallentare la curva del contagio e sfiora i 100.000 casi. In Belgio morta una ragazzina di 12 anni, bimbo nasce positivo in Iran. Il coronavirus continua a martoriare gli Stati Uniti, che hanno raddoppiato il numero dei contagi rispetto alla Cina. Stando infatti a quanto riportato dalla Johns Hopkins University, gli States registrano adesso quasi 165.000 casi, a fronte degli 82.000 della Repubblica Popolare. Un dato impressionante, che getta tuttavia più di un'ombra sull'attendibilità delle cifre ufficiali diffuse da Pechino. Come riportato lunedì da Reuters, le agenzie di intelligence statunitensi starebbero infatti nutrendo non pochi dubbi sull'effettiva veridicità di quanto reso noto dai governi di Cina, Russia, Iran e Corea del Nord in materia di gestione dell'epidemia. Una posizione che, in precedenza, aveva del resto già espresso il segretario di Stato americano, Mike Pompeo. Tuttavia, ieri gli Stati Uniti hanno raggiunto un'altra soglia psicologica significativa. Il totale dei morti a livello nazionale ha infatti toccato le 3.170 unità: un numero maggiore delle 2.977 vittime che si ebbero con gli attentati dell'11 settembre 2001. Lo Stato di New York resta, per ora, l'area più colpita con almeno 914 vittime (tra le quali un bambino, di cui non è stata resa nota l'età): per far fronte alla situazione, 78.000 medici in pensione potrebbero tornare operativi nei prossimi giorni. Il direttore del National Institute of Allergy, Anthony Fauci, ha comunque espresso cauto ottimismo, sostenendo che le misure di distanziamento sociale starebbero funzionando. Sul fronte politico, Donald Trump sta riscuotendo apprezzamento nei sondaggi per la gestione dell'epidemia, mentre circola sempre più l'ipotesi secondo cui il governatore di New York, Andrew Cuomo, possa - in forza della crescente popolarità - candidarsi alla nomination democratica. Per ora il diretto interessato ha smentito, ma l'ipotesi resta comunque sul tavolo.Il Vecchio Continente ha invece ormai superato i 400.000 casi. In primis, la Spagna ha registrato un numero record di vittime in 24 ore: si tratta di 849 decessi che hanno portato il totale nel Paese a 8.189. Nello stesso arco di tempo, le autorità locali hanno anche annunciato 6.000 nuovi contagi, per un numero complessivo di circa 94.000 unità. L'Unicef ha nel frattempo donato alla Spagna 400.000 mascherine, 100.000 test e 1.000 kit protettivi. Le tensioni politiche restano accese. Ieri il partito nazionalista Vox ha accusato il premier socialista, Pedro Sanchez, di «incapacità», chiedendone le dimissioni e auspicando la creazione di un governo di emergenza nazionale. L'esecutivo madrileno ha comunque approvato un decreto per garantire il blocco degli sfratti, una moratoria sulle bollette e dei sussidi di disoccupazione. Brutte notizie anche dal Belgio, dove ieri è stata resa nota la morte di una bambina di 12 anni, stroncata dal coronavirus. «È un evento molto raro ma che ci ha sconvolti», ha dichiarato il virologo Emmanuel André in una conferenza stampa. E, sempre ieri, un neonato è stato trovato positivo in Iran. Nel Regno Unito il governo si è invece riunito per la prima volta in videoconferenza per discutere della pandemia: il meeting è stato presieduto dal premier, Boris Johnson, attualmente positivo al virus. «La situazione», ha detto ai suoi ministri, «è destinata a peggiorare prima di andare meglio, ma andrà meglio». Si stanno tra l'altro verificando delle polemiche nel Paese su come la polizia stia facendo rispettare le misure restrittive alla cittadinanza: per questo sono state introdotte linee guida più severe. Frattanto stanno avendo luogo vendite record nei supermercati. Al momento, si registrano in loco oltre 22.000 casi, a fronte di 1.412 vittime. In Francia - dove si contano 45.000 contagi e circa 3.000 decessi - il presidente Emmanuel Macron ha invece promesso 4 miliardi di euro all'agenzia sanitaria Sante Publique France, per l'acquisto di mascherine e respiratori. L'inquilino dell'Eliseo ha inoltre auspicato di raggiungere «l'indipendenza completa» della Francia nella produzione di mascherine entro la fine dell'anno, attirandosi per questo le critiche ironiche delle opposizioni (di destra e di sinistra) che hanno sottolineato l'improvvisa svolta «sovranista» del presidente. Quest'ultimo ha tuttavia definito «irresponsabile» chi critica l'operato del governo. In Ungheria, dove si registrano attualmente 492 contagi e 16 vittime, continua invece a far discutere la legge d'emergenza approvata dal Parlamento. Ieri la Commissione europea è intervenuta sulla questione, esprimendo la volontà di vigilare sull'applicazione della norma. La situazione continua a preoccupare anche in Germania, dove in una settimana i contagi sono raddoppiati, superando la soglia dei 67.000. Le vittime sono 682, mentre le città più colpite si stanno rivelando Berlino e Monaco. In questo quadro, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, è risultata negativa al terzo tampone e ha avuto ieri una discussione telefonica con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dedicata alla pandemia in corso. La soglia dei 1.000 morti è stata frattanto superata in Olanda, dove i casi complessivi ammontano a circa 12.600. In tutto questo, è risultato positivo un medico che, la scorsa settimana, aveva stretto la mano al presidente russo, Vladimir Putin. Proprio la Russia ha registrato un incremento dei casi nelle scorse ore, arrivando a un totale di oltre 2.300 contagi. A livello mondiale, il numero degli infetti ha superato le 809.000 unità, laddove quello delle vittime sfiora ormai le 40.000.
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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