2024-09-11
La Natoli: «Il Csm mi nega il diritto di difesa»
La consigliera laica di Fdi, di cui oggi si deciderà la possibile sospensione, va al contrattacco: «Sono stata accusata sulla base di una registrazione privata: a vantaggio di chi? Quel file andava sottoposto ad analisi tecnica, in questo campo è facile barare».Si decide oggi la sospensione della consigliera laica del Csm Rosanna Natoli. L’allontanamento dal parlamentino dei giudici dell’avvocato di Paternò, eletto in quota Fratelli d’Italia, sarà deciso a scrutinio segreto partendo da una relazione del Comitato di presidenza di Palazzo Bachelet, presieduto dal vicepresidente Fabio Pinelli. La Natoli è pronta, però, a vendere cara la pelle. Non è chiaro chi la appoggerà, visto che anche dal suo partito le averebbero suggerito di dimettersi, ma la partita potrebbe non essere così scontata. Per esempio Andrea Mirenda, consigliere togato fuori dalle correnti, ci ha fatto sapere che, contrariamente a quanto da noi vaticinato ieri, lui voterà contro la sospensione. Il motivo? «A mio avviso non ne ricorrono i presupposti in diritto. L’ho detto pubblicamente e lo sanno pure tutti i consiglieri, ferma restando l’intollerabilità della condotta della consigliera Natoli che, come giudice (disciplinare, ndr) di Maria Fascetto Sivillo, l’avvicinò privatamente contro ogni logica e contro il principio di terzietà e imparzialità». Ma nell’ultima memoria, che dovrebbe essere stata depositata mentre il giornale andava in stampa, la Natoli respinge questa e altre accuse e lamenta la totale mancanza di garanzie nei suoi confronti. La donna, infatti, sostiene di non essersi potuta difendere in vista del plenum di oggi. «Il corpo della relazione è composto da soli fogli bianchi e così mi si priva di esercitare qualsivoglia diritto di difesa, si deposita memoria “al buio”» ha messo per iscritto la Natoli. Che denuncia di essere stata messa sotto processo a causa di una registrazione da lei contestata, quella effettuata dalla Fascetto in occasione del loro incontro del 3 novembre 2023. La chiavetta con l’audio è stata depositata al Csm e il Comitato di Presidenza nei giorni successivi ha inviato gli atti alla Procura della Repubblica di Roma. Dove è stata iscritta sul registro degli indagati con l’accusa di rivelazione di segreto (alla Fascetto) e abuso d’ufficio (reato che era già stato abrogato dal Parlamento).La Natoli critica l’operato della Procura di Roma e le modalità dell’apertura del fascicolo a proprio carico, che lo ricordiamo è il punto nodale della vicenda, visto che l’ipotizzata sospensione sarebbe causata proprio dal procedimento penale in corso, come previsto dalla legge istitutiva del Csm. L’indagata fa presente che l’invito a rendere interrogatorio è stato inviato fuori dai termini di legge e che i pm di Roma non sarebbero competenti territorialmente: «Ad un lettore malevolo verrebbe da pensare che tale manovra frettolosa aveva il solo scopo di comunicare ufficialmente che sono indagata, poi per quali reati ha poca importanza così come ha poca importanza la sussistenza e/o l’insussistenza degli stessi». Quindi la professionista riafferma che la relazione del Comitato di presidenza, da cui nasce la votazione sulla sua sospensione, è nata «grazie all’avviso di garanzia e a tale pseudo avviso di interrogatorio». Per questo la Natoli ritiene «auspicabile che la Procura generale presso la Corte di Cassazione o il ministro della Giustizia valutassero se tale comportamento sia rituale». Ma ecco la vera nota dolente della vicenda: «Sono indagata soltanto in esito al deposito di una chiavetta usb con relativa trascrizione, non giurata dal consulente, di un incontro che è sì avvenuto, ma non certamente con le modalità descritte dalla denunciante ovvero da alcune testate giornalistiche». A questo punto la Natoli pone la domanda delle cento pistole: visto che la Fascetto, presentandosi «armata di registratore» non ha migliorato la sua situazione (la sentenza redatta dalla Natoli è, infatti, diventata definitiva) «a vantaggio di chi» è stata portata avanti tale operazione?Nella memoria il quesito resta senza risposta. In ogni caso la consigliera dagli inquirenti capitolini si sarebbe aspettata «le giuste indagini come, ad esempio, il sequestro dell’apparecchio utilizzato per la registrazione al fine di estrarre il file originale per, poi, sottoporlo ad una consulenza tecnica d’ufficio». Ma questo non è accaduto, nonostante l’indagata evidenzi la differenza esistente tra una captazione della Procura e una registrazione privata. «Se fossi stata intercettata certamente mai avrei dubitato della genuinità della prova, ma qui siamo in un altro campo ove è facile barare» rimarca l’avvocato siciliano. «Soprattutto se c’è stata una organizzazione preparatoria dell’incontro». Davanti a un’intercettazione, per la Natoli, «sarebbe stato corretto discolparsi o accettare le proprie responsabilità», ma davanti a un audio privato il quadro probatorio cambia radicalmente. Anche perché i ricordi della donna «non collimano assolutamente con quanto riportato nella trascrizione effettuata dal consulente della Fascetto, il quale non solo non giura la consulenza ma, altresì, afferma che la trascrizione è incompleta». Insomma la Natoli rivendica come «sacrosanto e inviolabile diritto» quello di «essere sentita alla luce di elementi indiziari raccolti da un pm e non da una denunciante», per di più «pluricondannata» e che ha querelato «anche l’intera commissione di disciplina» e, sembra, «l’intero Csm». L’arringa non è terminata. L’attuale giurisprudenza, secondo la consigliera, prevede la sospensione solo in situazioni particolarmente gravi. Ma la Natoli si domanda se le «abnormità», nel suo caso, vengano desunte «da una registrazione proveniente da una parte di un procedimento disciplinare, che non è stata sottoposta a consulenza tecnica d’ufficio al fine di verificarne la genuinità». La consigliera ribadisce: «Abnorme e surreale è la vicenda processuale che sto subendo, senza che mi vengano garantiti i diritti di difesa, visto che ancora non conosco il contenuto della relazione». E poi, dopo aver annunciato di attendere «con serenità» la sua «eventuale sospensione» e di essere comunque pronta a far ricorso, professandosi totalmente innocente, ricorda a tutti i consiglieri che le prossime vittime di questo sistema difettoso potrebbero essere loro: «Così facendo qualsivoglia Procura di turno, anche incompetente territorialmente, potrebbe determinare la sospensione di un componente non gradito eletto dal Parlamento». In che modo? Basterebbe «semplicemente iscriverlo nel registro degli indagati e formulare un avviso di garanzia anche per reati già abrogati e/o insussistenti» e creare il caso mediatico con «gli ipocriti articoli di alcuni giornalisti compiacenti». Csm avvertito…
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.