2025-06-13
La Nato batte cassa, Tajani prende tempo
Mark Rutte e Giorgia Meloni (Ansa)
Il segretario Rutte a Roma per il Weimar+: la richiesta è quella di destinare il 3,5 % del Pil per le armi e l’1,5% per la sicurezza nel giro di sette anni. Il ministro degli Esteri ne chiede 10: «La nostra è una posizione ragionevole, ottimista sull’accordo finale».Arrivare al 3,5% del Pil entro sette anni. Questa la richiesta del segretario della Nato Mark Rutte all’Italia e al resto degli alleati. La giornata romana del più alto vertice dell’Alleanza atlantica inizia con un bilaterale a Palazzo Chigi. L’incontro con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è durato circa un’ora e formalmente è servito per ribadire «il sostegno all’Ucraina e il ruolo dell’Alleanza atlantica quale pilastro imprescindibile per la Difesa collettiva, nonché l’importanza di un approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica». Il vero tema sul tavolo sono le spese da destinare alla Difesa. La Nato, su spinta del suo maggiore azionista, gli Stati Uniti, chiede che si arrivi al 3,5% per le armi e 1,5% per la sicurezza da raggiungere in sette anni, l’Italia chiede tempo, «dieci anni» chiarisce subito il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Nessuna conferenza stampa al termine del bilaterale durante in quale Meloni e Rutte hanno parlato anche delle «spese per la sicurezza collettiva e della costruzione di un’industria per la Difesa sempre più innovativa e competitiva, in complementarità con l’Ue». Per il governo un nodo da sciogliere è quello delle infrastrutture strategiche che potrebbero entrare nel conteggio delle spese per la Difesa. Le grandi opere come il Ponte sullo stretto di Messina si renderebbero infatti utili per arrivare a quegli oltre 100 miliardi necessari per raggiungere l’obiettivo del 5%. Non un escamotage, spiegano da Fratelli d’Italia. Il ragionamento è che il ponte una volta realizzato sarà utile anche per far transitare i mezzi militari dell’Alleanza atlantica.Dopo Palazzo Chigi, Mark Rutte si è recato a Villa Madama dove ha incontrato il vicepremier Tajani e i ministri degli Affari Esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Regno Unito per la riunione Weimar+. Lì il segretario della Nato ha rilasciato una dichiarazione: «L’Italia è un alleato importante, è attiva in tutto il territorio Nato. E ovviamente, l’Italia vanta una base industriale di Difesa di cui andare orgogliosi, Leonardo ma anche tante altre aziende industriali della Difesa, grandi e piccole». A proposito della necessità di spendere di più in difesa e armamenti, Rutte ha difeso il nuovo target fissato dall’Alleanza Atlantica: «I nuovi target di spesa della Nato sono basati sui fatti, sugli studi che abbiamo condotto, sulle mancanze nel nostro sistema difensivo che vanno colmati. Non stiamo producendo abbastanza, questo è ciò che mi tiene sveglio la notte: dobbiamo aumentare la produzione senza però che lievitino i prezzi». Commentando poi le notizie degli ultimi giorni ha aggiunto: «Colpisce la linea sulla Difesa presentata in questi giorni da Londra, che annuncia sei nuovi impianti di produzione di munizioni. Dobbiamo farlo tutti», suggerisce. E poi sull’Ucraina. «Le va garantita la migliore posizione possibile per la guerra ancora in corso e poi, quando ci sarà il cessate il fuoco, affinché Putin non ci riprovi mai più». Posizioni per Rutte alla base «dei prossimi incontri: il summit G7, il summit Nato e poi il Consiglio Ue».In una dichiarazione congiunta Weimar + ha definito la Nato «la pietra miliare della nostra Difesa collettiva». E poi: «Il Vertice dell’Aia dimostrerà la nostra unità, fondata su un duraturo legame transatlantico, su un impegno incrollabile alla Difesa reciproca e su un’equa ripartizione degli oneri. Il vertice dovrà adottare ulteriori decisioni per costruire un’Alleanza più forte, pronta a difendere ogni centimetro del territorio alleato». Il dibattito resta aperto secondo Tajani che spiega: «Rutte sta ascoltando diversi governi, la nostra posizione mi pare seria e ragionevole, abbiamo detto che se si vuole veramente raggiungere il 5% non lo si può fare se non ci sono almeno 10 anni di tempo, noi chiediamo anche che ci sia flessibilità perché l’importante è raggiungere in 10 anni l’obiettivo, questo è quello che noi stiamo chiedendo». E conclude: «Ritengo che prima del vertice dell’Aia l’accordo si possa raggiungere, sono molto ottimista a questo punto di vista». Le spiegazioni in Parlamento spettano al ministro della Difesa Guido Crosetto che, interrogato in Senato da Avs, precisa: «L’Italia non ha ancora concordato, formalmente o informalmente, un aumento del 5%; è una proposta americana, gli americani sono il partner principale della Nato e questo aumento non discende da una volontà bellicistica dell’Europa o della Nato, ma dalle mutate condizioni che sono in corso nel mondo». Oltre alla proposta americana Crosetto puntualizza: «C’è una proposta - pare - del segretario generale, come emerso in tutti i giornali, del 3,5% più 1,5% riferito alla sicurezza». Infine le rassicurazioni: «Di sicuro posso assicurare che per quanto riguarda questo governo non ci sarà alcuna ripercussione su sanità, istruzione, sistema pensionistico, investimenti per la riconversione ecologica, perché non mi pare che questo governo abbia in agenda la possibilità di intervenire per tagliare capitoli di questo tipo per finanziare le spese per la Difesa. Indipendentemente dall’impegno Nato, che è un impegno collettivo», ha proseguito, «poi in ogni Paese ritorna e sono i parlamenti nazionali a decidere sulla base dell’approvazione del bilancio, come prevede la nostra legge. Il governo non ha il potere di decidere cosa stanziare, ma presenta una divisione del bilancio che viene discussa per due mesi tra Camera e Senato; quello che ne esce, il ministero della Difesa e gli altri ministeri lo prendono e lo utilizzano per i compiti che devono portare avanti».