2024-11-12
Occultano le colpe per le alluvioni dietro le camicie nere
Ma chi l’ha detto che i militanti di CasaPound non possono manifestare? O che gli esponenti del Movimento dei patrioti non hanno diritto di sfilare? Si può essere d’accordo o meno con ciò che le due organizzazioni sostengono, ma assecondare le tesi di Matteo Lepore, sindaco di Bologna, equivarrebbe a impedire a chiunque professi idee di destra - che sia estrema oppure no poco importa - il diritto costituzionale di ritrovarsi in piazza. Già, perché è questo che vorrebbe il numero uno del capoluogo emiliano-romagnolo: a quelle che lui chiama «camicie nere» sabato scorso doveva essere vietato il corteo. E come la mettiamo con l’articolo 17 della Carta su cui si fonda la nostra Repubblica? Soprattutto, come ci regoliamo con chi ogni volta si richiama alla legge su cui si fonda la vita democratica di questo Paese? «I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi», dice la Costituzione, che poi prosegue spiegando che «delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica». Ora, non ci risulta che per il corteo di CasaPound e dei Patrioti ricorressero comprovati motivi per vietarlo e nemmeno ci pare che i partecipanti fossero armati. Semmai, per problemi di sicurezza e di incolumità dovevano essere proibite le contestazioni della sinistra e degli anarchici, i quali sono all’origine degli scontri con la polizia che hanno anche provocato il ferimento di alcuni agenti. Quindi, il discorso di Lepore è un ribaltamento della realtà, perché invece di prendersela con i suoi compagni (la vice del sindaco di Bologna proviene proprio dal gruppuscolo che si è distinto nella «contro-manifestazione») attacca gli aggrediti, ovvero quella destra a cui vorrebbe togliere ogni diritto, fino a impedirle di esprimere pubblicamente le proprie opinioni.Naturalmente conosco già le obiezioni che verranno sollevate dalla sinistra. I militanti di CasaPound e dei Patrioti sono fascisti. Sarebbe facile rispondere che in questo caso i soli fascisti che si siano visti all’opera sono quelli che si dichiarano antifascisti, in quanto sono stati gli unici a menare le mani per impedire ad altri di manifestare. Sono loro che, autonominatisi nuovi partigiani, con questo comportamento si sono trasformati in nemici della democrazia. E sono sempre loro, i presunti resistenti, a disconoscere il principio costituzionale che garantisce a chiunque di poter scendere in piazza e di esprimere il proprio pensiero a patto di non creare disordini o di non costituire un pericolo per l’incolumità delle persone. Né si può accettare che bollando come fascista qualcuno che ha intenzione di manifestare pacificamente e senza armi, si possa vietare a una sola parte politica di poter sfilare per le vie cittadine. In Italia ci sono ogni giorno decine di cortei, con gente che blocca il traffico con tutte le motivazioni possibili. Ed è proprio la sinistra a difendere il diritto a manifestare comunque e contro chiunque. Anche quando a sfilare per le vie cittadine sono organizzazioni che già hanno dato prova di minacciare la sicurezza e di contribuire alla devastazione di negozi e piazze. Ogni volta che le questure negano il permesso di organizzare un corteo, infatti, c’è qualche compagno che alza il ditino e si lamenta, accusando il ministero dell’Interno di voler negare il diritto a manifestare il libero pensiero.Ma anche a voler condividere il giudizio di Lepore, ossia che quelle in piazza erano tutte camicie nere, la democrazia è anche questo: accettare che chi ha un’opinione ostinatamente contraria alla nostra possa esprimerla fino a quando questa non costituisca un pericolo per la comunità. E che cosa sia un pericolo non lo stabilisce il sindaco di Bologna, né i suoi compagni, bensì un giudice. Che, come abbiamo visto nei giorni scorsi con il congresso di Magistratura democratica, a volte pende a sinistra e, nonostante una parte consistente delle toghe sia militante, non mi risulta che al momento qualche magistrato abbia decretato lo scioglimento né di CasaPound né dei Patrioti sulla base della legge che proibisce la ricostituzione del partito fascista.La verità è che forse Lepore e compagni sono un po’ a corto di argomenti, in una campagna elettorale in cui si decide chi sarà il futuro governatore della Regione. E allora c’è chi ha pensato bene di tornare ad agitare il pericolo fascista e dunque perfino 300 persone disarmate sono state trasformate in una minaccia. Ma il passato che non passa non è quello delle camicie nere, bensì di chi vive ancora nel ricordo di quando, 50 anni fa, a Giorgio Almirante fu impedito un comizio in piazza Maggiore e poi, in un autogrill, gli negarono sia il caffè che il pieno di benzina. Altri tempi. Può darsi che io mi sbagli, ma ho la sensazione che oggi, in Emilia-Romagna, più dei fascisti si temano i disastri di quei sindaci che alle opere per contenere le acque del fiume hanno preferito l’ideologia rossoverde. Perciò si cercano scuse.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.