2022-05-05
L’idea di Musk: profili a pagamento per aziende e governi su Twitter
Intanto gli attivisti chiedono ai grandi brand Usa di boicottare la pubblicità sul social.Prima regola: colpire al portafogli. L’attacco concentrico alla libertà di stampa negli Stati Uniti si fa sempre più serrato, coinvolgendo anche società civile e mondo produttivo. E il miliardario Elon Musk, non introdotto nella confraternita democratica americana politically correct, è di nuovo nel mirino, prima ancora di aver toccato palla dentro Twitter, acquisita da soli dieci giorni. Stavolta si è mosso contro di lui il colosso non profit Media matters for America, «cane da guardia» della stampa Usa, con entrate per quasi 15 milioni di dollari in finanziamenti versati da munifici donatori e due soli dipendenti. L’osservatorio, che ha sostenuto attivamente la campagna di Hillary Clinton nel 2016, ha riunito, due giorni prima dell’annuale conferenza sulla pubblicità digitale NewFronts 2022, durante la quale si stringono accordi per rinnovare i contratti pubblicitari, una ventina di associazioni civili, tra cui Black lives matter. Queste hanno scritto una lettera ai più importanti brand americani (Coca Cola, Disney, Apple, Kraft, ecc) diffidandoli dal rinnovare i contratti a Twitter se l’azienda allenterà le policies sulla moderazione dei contenuti e riammetterà i bannati, come l’ex presidente Donald Trump: «La vostra azienda rischia di essere associata a una piattaforma che diffonde odio, estremismo, disinformazione e teorie complottiste». Un vero e proprio incitamento al boicottaggio, insomma, al quale Musk ha risposto chiedendo, sempre su Twitter, di indagare su chi finanzia queste associazioni non lucrative. Contestualmente, il proprietario di Tesla ha annunciato che Twitter sarà sempre gratuito per i privati ma, forse, gli utenti commerciali e governativi dovranno pagare una piccola quota di accesso. Una rivoluzione copernicana rispetto al populista Facebook, che da decenni recita nella home page lo slogan «Facebook è gratis e lo sarà sempre». Ed è proprio sulla concorrenza con Facebook che Musk sta orientando le future strategie commerciali: al Met Gala, Musk ha dichiarato che Twitter è una piattaforma «di nicchia» che lui vorrebbe rendere popolare come Facebook. Ha spiegato alle banche di aver sviluppato nuove tecniche per monetizzare i tweet, soprattutto quelli virali o con notizie importanti. In altri tweet, poi cancellati, Musk ha, inoltre, suggerito modifiche al servizio di abbonamento premium Twitter blue, tra cui la possibilità di pagare in criptovaluta. Altre novità: miglioramento della piattaforma con nuove funzionalità, algoritmi open source per accrescere la fiducia, stop ai bot e autenticazione di tutti gli utenti.Il mercato, insomma, torna ad essere protagonista delle news, ma cozza con una politica delle notizie che da quindici anni ha condotto i cittadini a barattare privacy e libertà di stampa e di accesso ad informazioni non sempre di qualità, in cambio della gratuità delle piattaforme social. Del potere di Facebook ce ne siamo accorti in pandemia, quando alcuni account che hanno diffuso informazioni verificate (come i resoconti delle riunioni dell’Fda sull’autorizzazione dei vaccini) sono stati silenziati, verosimilmente per non turbare le campagne vaccinali. Questa policy si sta replicando anche in guerra: il neo «ministro della verità» Nina Jankowicz ha dichiarato che prendere in giro, sui social come Twitter, la vicepresidente americana Kamala Harris, costituisce una «minaccia alla sicurezza nazionale»: «Bisogna agire subito», ha tuonato Jankowicz, promettendo, o meglio minacciando, tempi non proprio rosei per la libertà di espressione.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)