2023-05-24
Raid sul suolo russo Mosca: «Saranno distrutti come sorci»
Scambi di accuse su Belgorod. Morto viceministro di Vladimir Putin critico sulla guerra. Josep Borrell: «Già iniziato l’addestramento per gli F-16».Secondo Vladimir Putin, «la Russia sta attraversando tempi difficili, le cose non sono mai state facili», per poi specificare però che «comunque, oggi è un momento speciale del nostro potente consolidamento, dell’inasprimento del nostro sentimento nazionale, del desiderio di rafforzare a tutti i costi le fondamenta della nostra spiritualità, di creare le condizioni nell’economia, nella produzione, nell’educazione dei nostri giovani per assicurare il futuro del nostro Paese». Mentre Putin parlava, si combatteva ancora a Belgorod, la città della Russia europea occidentale che nella notte tra domenica e lunedì è stata colpita da una serie di attacchi effettuati prima con droni e poi con decine di uomini armati (il bilancio è di un morto e 13 feriti). Secondo le prime rivendicazioni sono stati i miliziani della Legione Libertà per la Russia e il gruppo di estrema destra Corpo dei Volontari russi, volontari filo-ucraini alleati dell’esercito ucraino e coordinati dai servizi segreti di Kiev. Nel pomeriggio di ieri il ministero della Difesa di Mosca ha diffuso una nota nella quale si legge che «i nazionalisti che si sono infiltrati dall’Ucraina nella regione russa di Belgorod sono stati bloccati e sconfitti e più di 70 terroristi sono stati eliminati e il resto sono stati ricacciati in territorio ucraino». Tuttavia, mentre scriviamo, l’attacco è ancora in corso. Ma chi sono questi ribelli filo-ucraini e cosa li motiva? C’è un po’ di tutto: georgiani, bielorussi, ceceni, moltissimi russi, e l’odio per Vladimir Putin è il sentimento comune di queste unità che gli ucraini utilizzano per le loro operazioni speciali. Invece, per il consigliere del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, «i fatti di Belgorod non saranno ultimo caso di ribellione all’interno della Russia». Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov alla Tass ha dichiarato che «lo scopo del sabotaggio ucraino nella regione di Belgorod è quello di distogliere l’attenzione dalla situazione nella direzione di Bakhmut». Qui, secondo l’ex presidente ucraino, Petro Poroshenko, «la situazione è difficile ma non è ancora detta l’ultima parola». Ieri il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a margine del Consiglio Ue Difesa in corso a Bruxelles ha parlato nuovamente degli F-16: «L’annuncio del presidente Biden questo fine settimana (gli Stati Uniti sono ovviamente il principale fornitore di F-16, ndr) è un passo importante che in parte ci consentirà di consegnare aerei da combattimento a un certo punto, ma anche di inviare un segnale molto chiaro che saremo con Kiev a lungo termine e che la Russia non può aspettarsi che smetteremo». Non si è fatta attendere la risposta dell’ex presidente russo e attuale vicecapo del Consiglio di Sicurezza nazionale, Dmitry Medvedev, che dichiarato: «Più armi l’Occidente fornisce all’Ucraina e più distruttive sono queste armi, più diventa probabile uno scenario da apocalisse nucleare». Riguardo l’incursione a Belgorod, invece, Medvedev ha parlato di «farabutti» che non devono essere fatti prigionieri ma «distrutti come sorci».Tornando ai caccia, la Germania esprime cautela e, attraverso il ministro della Difesa, Boris Pistorius, ha fatto sapere che «difficilmente potremo dare un contributo su questo dossier, dal momento che non disponiamo di F-16 e presumibilmente non saremmo in grado di aiutare molto nemmeno con l’addestramento dei piloti», e lo stesso vale per la Spagna. Per contro la Polonia, secondo il suo ministro della Difesa Mariusz Błaszczak «è pronta a iniziare il programma di addestramento dei piloti ucraini per gli F-16, ma l’addestramento non è ancora iniziato». Mentre è concreta la possibilità che sia l’Olanda il primo Paese a fornirl,i come detto a Politico da Yuriy Sak: «I Paesi Bassi sono nella posizione di essere il primo Paese a donare F-16 all’Ucraina». A proposito di munizioni, Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, ha dichiarato che «sinora sono stati consegnati all’Ucraina 1300 missili e 220.000 munizioni d’artiglieria». Sempre ieri, il commissario per i diritti umani, Dmytro Lubinets, durante un incontro con i parenti dei prigionieri di guerra e dei dispersi, ha reso noti i dati del Registro delle persone scomparse, che dicono che circa 24.000 civili ucraini sono ancora prigionieri della Russia, mentre i servizi d’intelligence interni russi hanno chiesto alle autorità giudiziarie di prolungare di tre mesi, fino alla fine di agosto, l’arresto di Evan Gershkovich, il giornalista americano del Wall Street Journal accusato di spionaggio. L’attuale stato di arresto scade il 29 maggio. Arrivano brutte notizie attraverso il Guardian dal porto ucraino di Pivdenny, vicino a Odessa, dove sono state interrotte le operazioni perché la Russia non permette l’ingresso alle navi, escludendolo di fatto dall’accordo che consente esportazioni sicure di grano dal Mar Nero. Poteva mancare il mistero di giornata? No, e stavolta registriamo la strana morte del viceministro della Scienza e dell’Istruzione russo, Piotr Kucherenko, 46 anni, deceduto il 20 maggio scorso sull’aereo che lo riportava a Mosca dopo un viaggio di lavoro a Cuba. Pare che Kucherenko, contrario guerra in Ucraina, abbia avuto «un attacco di cuore».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.