2024-03-29
Mosca: «Da Kiev soldi ai terroristi. Colpire gli F-16 anche in basi Nato»
Per gli inquirenti Volodymyr Zelensky avrebbe finanziato l’attentato. Vladimir Putin minaccia: «I jet bersaglio legittimo ovunque». Generale polacco, a capo dell’Eurocorps che gestiva l’invio di armi all’Ucraina, accusato di essere una spia.Minacce e smentite. La strategia comunicativa di Vladimir Putin in questa fase delicata del conflitto in Ucraina procede spedita sul doppio binario. Dopo le insistite accuse a Kiev e all’Occidente riguardo a un ipotetico coinvolgimento nell’attentato al Crocus City Hall di Mosca e la promessa di vendetta, lo zar è tornato nella giornata di ieri a lanciare dichiarazioni tutt’altro che distensive. «Se aerei da guerra F-16 verranno fatti decollare da aeroporti di Paesi terzi, per noi saranno un obiettivo legittimo. Non importa dove si trovino», ha detto parlando ai piloti dell’aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver. Un chiaro ed esplicito messaggio rivolto, più che ai suoi aviatori, alla Nato. Il presidente russo ha poi bollato come «sciocchezze» le teorie secondo cui la Russia sarebbe pronta a invadere altri Paesi europei dopo l’Ucraina: «Per quanto riguarda l’accusa secondo cui stiamo progettando di invadere l’Europa dopo l’Ucraina, si tratta di una totale assurdità intesa esclusivamente a intimidire la popolazione per farle pagare più soldi». La sensazione è che Putin abbia innalzato il livello dello scontro verbale dopo le balbettanti quanto pericolose esternazioni fatte da Emmanuel Macron in merito all’invio di soldati francesi al fronte in sostegno di Kiev. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha spiegato che la Russia «sta monitorando da vicino la retorica radicale adottata dalla Francia»; mentre la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, a due giorni dal 210° anniversario della battaglia di Parigi del 31 marzo 1814, quando Alessandro I sconfisse l’esercito di Napoleone, ha avvertito: «I nuovi Napoleoni che oggi minacciano di inviare truppe in Oriente non dovrebbero dimenticare le lezioni della storia, in particolare quando le truppe russe entrarono a Parigi dopo avere sconfitto il vero Napoleone». E se da Mosca i toni restano alti, in Europa sono Italia e Germania ad allontanare l’ipotesi di una partecipazione attiva al conflitto da parte dell’Europa. Antonio Tajani ha ribadito il sostegno a Kiev ma ha specificato: «Continueremo a inviare materiale militare, ma nessun soldato italiano andrà a combattere in Ucraina. Se l’Ucraina perde non ci sarà più una pace, ma la vittoria di Putin». Il ministro degli Esteri italiano ha commentato anche le frasi di Putin sugli F-16: «Non credo che lo farà. A me pare molta propaganda. Lui nella disinformatia è bravissimo essendo cresciuto nel Kgb e la sicurezza russa purtroppo ha fatto una pessima figura in occasione dell’attentato. Putin ora cerca di distogliere l’attenzione dando la colpa prima agli ucraini, poi agli americani». Da Berlino, invece, Olaf Scholz non solo ha escluso ogni possibilità di inviare truppe, ma ha ribadito ancora una volta il rifiuto tedesco alla fornitura di missili da crociera a lungo raggio Taurus all’esercito di Volodymyr Zekensky: «Come capo del governo devo assumermi la responsabilità sulle questioni relative alla guerra, alla pace e alla sicurezza in Europa: questo vale anche per la questione dei Taurus. Fermo restando il sostegno risoluto all’Ucraina, per me è importante una cosa: faremo del nostro meglio per evitare un’escalation di questa guerra, cioè una guerra tra Russia e Nato». A questo va aggiunta la presa di posizione nelle ultime ore di Gerhard Schroeder, legato alla Russia sia da un’amicizia personale con Putin che da interessi economici relativi ad alcune compagnie energetiche. L’ex cancelliere si è candidato come mediatore tra Mosca e l’Occidente, spiegando: «Abbiamo lavorato insieme ragionevolmente per molti anni. Forse questo potrebbe essere ancora d’aiuto a individuare una soluzione negoziata».Nel frattempo a Mosca si continua a indagare sulla strage del Crocus City Hall. Gli investigatori russi hanno reso noto di aver fermato una persona accusata di aver finanziato l’attacco, e al contempo di essere entrati in possesso di alcune prove che dimostrerebbero un legame tra i terroristi e i servizi segreti ucraini, in particolar modo soldi contanti e criptovalute inviati dal Paese invaso agli attentatori che hanno compiuto il massacro. Massacro rivendicato ancora una volta, però, dallo Stato islamico. Un portavoce dell’Isis ha nuovamente elogiato l’attentato diffondendo un messaggio audio con il quale si invitano i fondamentalisti «a colpire i crociati ovunque».In Polonia, invece, è scoppiato uno scandalo che coinvolge non solo i vertici militari polacchi, ma anche quelli europei. Il generale Jaroslaw Gromadzinski, capo dello Stato maggiore unico dell’Eurocorps e figura di primo piano nella fornitura di armi a Kiev, è stato richiamato con effetto immediato a Varsavia e rimosso dall’incarico a seguito di un’indagine del controspionaggio militare condotta dall’Agenzia di sicurezza interna polacca (Abw) in coordinamento con i servizi segreti di altri Paesi. Il generale polacco è sospettato di aver trasmesso ad altri Paesi, si ipotizza la Russia, informazioni riservate di carattere militare. «L’Abw sta agendo nell’ambito di un’indagine sulle attività di spionaggio condotte in nome della Russia contro Stati e istituzioni dell’Ue», si legge in una nota del portavoce dei servizi speciali polacchi. Sul campo di battaglia, intanto, imperversano i combattimenti. Un aereo militare russo è precipitato ieri nei pressi di Sebastopoli, in Crimea; mentre un bambino di 12 anni è rimasto ucciso nei pressi di Kharkiv dopo un violento bombardamento. Nell’oblast di Donetsk, secondo quanto riferisce il Centro di resistenza nazionale ucraino, oltre 10.000 famiglie vivono da settimane senza corrente elettrica.