2022-12-16
«Sui decessi post siero non si indaga. Le autopsie son poche e superficiali»
Nel riquadro, Robbi Manghi (IStock)
Il medico e consulente legale Robbi Manghi: «Si verifica solo se la morte è causata da reazione anafilattica. Così, l’assoluzione del vaccino è ovvia. Vanno fatti altri esami. Io ho trovato correlazione tra dipartita e iniezione in quattro casi».Sempre più persone rivelano di avere la salute compromessa, anche in modo grave, dopo la vaccinazione anti Covid. Oltre all’enorme problema della correlazione tra eventi avversi e siero, quasi mai riconosciuta, c’è il dramma dei decessi sospetti post inoculo, in preoccupante aumento. Ieri, La Verità riportava le dichiarazioni del vicepresidente del Bundestag, il parlamentare tedesco Wolfgang Kubicki, che ha chiesto di aumentare il numero di autopsie. «Ogni morte inspiegabile che si verifica entro 14 giorni da una vaccinazione deve essere automaticamente registrata come caso sospetto presso il Paul Ehrlich Institute», l’istituto federale tedesco per vaccini e biomedicine.In Italia, non c’è una procedura standardizzata di accertamento, per via giudiziale, di un decesso da vaccino anti Covid. Robbi Manghi, specialista in geriatria e gerontologia, tra i consulenti tecnici d’Ufficio (Ctu) del tribunale di Reggio Emilia, è spesso interpellato dagli avvocati dei familiari di persone morte in seguito al vaccino anti Covid, per ricercare un’eventuale correlazione da responsabilità professionale medica. Ha esaminato una dozzina di esami autoptici firmati da periti, che rivelano la superficialità delle procedure seguite nel ricercare una possibile correlazione con l’inoculo.Dottore, quante autopsie vengono eseguite, rispetto alle sospette morti per vaccinazione?«Nella mia esperienza su questa nuova condizione patologica emersa, meno dell’1%. I familiari sono i primi a far fatica ad accettare una possibile correlazione e, se non viene richiesta d’ufficio, è assai difficile che i pm dispongano un’indagine autoptica in tempi brevi».Quando, invece, un pubblico ministero vuole accertare le cause del decesso, al perito di parte che cosa chiede di indagare? «Il quesito del pm, che fino ad ora ho riscontrato documentalmente, è stato sempre e solo se la morte è avvenuta per reazione anafilattica/ allergica al vaccino, quindi abbiamo sempre una scontata “assoluzione”. Perché lo shock non è quasi mai la causa del decesso e se lo fosse, non occorre una perizia, risulta subito evidente dalla sola anamnesi accurata. Si manifesta entro 1-5 minuti, massimo 30 minuti. È una diagnosi clinica in urgenza, quindi tutte le constatazioni di decesso domiciliare che sono avvenute dopo molte ore, o il giorno seguente la vaccinazione, non possono essere per anafilassi. Sono “cronaca di assoluzione annunciata”».Che altro si dovrebbe indagare?«Eventuali reazioni avverse, di cui il vaccino può essere responsabile, o concausa in persona con patologie preesistenti. Come le scariche aritmiche ad alta o bassa frequenza, che provocano la morte cardiaca improvvisa. Il cuore, con un battito troppo rapido o troppo lento non riesce a completare la funzione di pompa efficace e in questi casi si parla di morte elettrica. Molti cardiologi mi dicono che soprattutto i vaccini a mRna scatenano eccessi di catecolamine circolanti».Che cosa provocano questi ormoni?«Un forte aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, quindi una crisi tachiaritmica, una crisi coronarica o una crisi ipertensiva. Il soggetto può morire. Ma il perito, quasi sempre si ferma all’esame macroscopico del tessuto, degli organi lesi e si limita ad affermare: “Arresto respiratorio” o “Arresto cardiocircolatorio”, guardando e descrivendo solo l’area alterata per necrosi, o per altro di patologico».Altri accertamenti che sarebbero importanti?«Premesso che questi casi da reazioni avverse sono nuovi per tutti, serve l’anatomopatologo che fa l’esame microscopico e può trovare cellule che intervengono in reazione a un virus o a un vaccino, similari nel Covid. A livello polmonare, soprattutto alveolare, accade lo stesso riguardo a liquidi e cellularità. Non ci si può limitare a dire arresto cardiocircolatorio senza indagare più a fondo. Deve essere fatta la ricerca di trombi/coaguli nei capillari estesi a tutto il corpo, entro un massimo di 12 ore. Senza contare che nessuno va a guardare, o di norma dà poca rilevanza - al massimo descrive, ma non studia a fondo, né inserisce nelle mortis causa- gli organi e i vasi dell’addome».Si spieghi meglio.«Fegato, milza, i vasi circolatori, arteriosi e venosi dall’ombelico in giù, sono ignorati. I periti descrivono “zone violacee”, di alterata consistenza e colore ma non approfondiscono. Invece, ci sono delle ischemie estese e gravissime con fenomeni trombotici occlusivi non indifferenti, che potrebbero essere all’origine di eventi embolici fatali in altre sedi. Infatti, una delle cause più frequenti degli effetti collaterali da vaccino anti Covid è la trombosi che può provocare anche un infarto intestinale. Il circolo mesenterico va studiato».I magistrati non seguono protocolli o indicazioni precise, nel richiedere questo genere di autopsie?«Se non hanno mai avuto una cultura medico legale, e se l’indirizzo è quello di fare meno indagini possibili, è evidente che chiedono l’unica condizione “possibile”: la reazione anafilattica allergica, che elimina al 99% la responsabilità del vaccino».Lei ha potuto correlare decessi con la vaccinazione?«Per mie deduzioni sì, in quattro casi. Dalle perizie e dalle schede Istat non emergeva nulla di così preciso e mirato».Quanto influisce l’intervallo di tempo prima dell’autorizzazione agli esami autoptici?«Prima si fanno, meglio è. Entro i due mesi dal decesso, anche se molte indagini dovrebbero essere compiute nell’arco di ore. Si avrebbe la fotografia esatta di cosa si è scatenato nel corpo del paziente».
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