- Per celebrare Hasbro ha creato due versioni speciali: una deluxe e una dove finalmente sono i perdenti a vincere.
- La partita più lunga è durata ben 70 giorni. Oggi grazie a Monopoly Speed per divertirsi bastano 10 minuti.
- Con Miss Monopoly non si investe più sui terreni ma sui brevetti delle più grandi invenzioni. Dal wifi ai biscotti con le gocce di cioccolato.
Per celebrare Hasbro ha creato due versioni speciali: una deluxe e una dove finalmente sono i perdenti a vincere. La partita più lunga è durata ben 70 giorni. Oggi grazie a Monopoly Speed per divertirsi bastano 10 minuti. Con Miss Monopoly non si investe più sui terreni ma sui brevetti delle più grandi invenzioni. Dal wifi ai biscotti con le gocce di cioccolato. Lo speciale contiene tre articoli e gallery fotografiche. Amato da più di un miliardo di persone in 114 paesi nel mondo, Monopoly rappresenta il gioco in scatola per eccellenza. E quest’anno celebra i suoi primi 85 anni. Nonostante il protagonista di questo gioco sia un baffuto signore - Mr. Monopoly appunto - fu una donna a ideare la prima versione di Monopoly nel 1903. L’anti monopolista Lizzie Magie diede infatti vita a «The Landlord’s game» nel tentativo di spiegare gli aspetti negativi dei monopoli privati. Fu però Charles Darrow a scegliere il nome Monopoly nel 1932 e venderne i diritti ai Parker Brothers che nel novembre 1935 iniziano a pubblicizzare questo nuovo gioco che farà la storia. La prima versione ufficiale di Monopoly vede così i giocatori muoversi tra le strade di Atlantic City. Ma bastano pochi anni - e l’arrivo del gioco nel Regno Unito - perché nasca la prima versione originale dedicata sorprendentemente alla Seconda guerra mondiale. Questo Monopoly era in realtà uno stratagemma per aiutare i prigionieri di guerra a fuggire dai soldati nazisti. All’interno del gioco si potevano infatti trovare soldi, mappe, bussole e altri oggetti utili. Secondo un articolo della Cnn, al termine del conflitto mondiale si conta che 35.000 prigionieri siano riusciti a fuggire dai campi di prigionia tedeschi, e alcuni di essi devono ringraziare nient’altri che Mr. Monopoly. È però nel 1991, dopo l’acquisizione da parte di Hasbro che Monopoly inizia davvero a fare il giro del mondo. A oggi il gioco è stato tradotto 47 lingue e 500 versioni. Le scatole vendute sono più di 350 milioni e ogni anno vengono stampate più banconote del Monopoly rispetto a quelle reali. Per festeggiare l’85esimo anniversario Hasbro ha deciso di produrre due nuove edizioni. La prima è una versione lusso dove le pedine si colorano d’oro e rappresentano «la bella vita». Ci sono una macchina da corsa, un paio di occhiali da sole, uno yatch, una cravatta a farfalla, un jet, un elicottero, un orologio da polso e infine il classico cappello a cilindro. Insomma, una versione per veri Paperoni. La seconda invece è dedicata a tutti i «poveri tapini» che finiscono sempre per dichiarare bancarotta. Con Monopoly - La rivincita dei perdenti pagare l’affitto o andare in prigione fa guadagnare punti speciali ad assicurarsi la vittoria. Le storiche seccature si trasformano così in veri colpi di fortuna, a cominciare dagli Imprevisti. «Monopoly ha permesso a tante famiglie e amici di creare momenti unici e indimenticabili durante i suoi 85 anni di vita» ha commentato Casey Collins, general manager di Hasbro. Al contrario di molti altri giochi da tavolo, nonostante gli anni, il logo e l’immagine di Monopoly non è mai cambiata, rendendolo «un classico senza tempo». Proprio per questo motivo, oltre che celebrare con due nuovi versioni del gioco, i marchi di moda Kule, Stubbs e Toms creeranno delle capsule collection dedicate a Monopoly con magliette e calzature proprio in tempo per le feste.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.