2023-12-24
Pd in piazza con l’islam allergico alle regole
A Monfalcone 8.000 musulmani, sostenuti dai dem, contro il sindaco leghista. «Colpevole» di far rispettare le norme di sicurezza, che non ledono la libertà di culto. Il primo cittadino: «La sinistra sta con il velo, con chi picchia le donne e con le nozze combinate». A Monfalcone una misura di sicurezza imposta dal sindaco diventa occasione per creare l’ennesimo scontro di civiltà. Erano più di 8.000 ieri a Monfalcone a manifestare in segno di protesta contro la chiusura di due luoghi di culto islamici. È bastato questo per suscitare l’indignazione di sinistra e immigrati, tanto che a due giorni dal Santo Natale si è deciso di organizzare una manifestazione in grande, portando manifestanti anche da fuori regione. Lo slogan era «siamo tutti monfalconesi» e secondo i promotori l’iniziativa era tesa a rivendicare il diritto di preghiera. Non solo immigrati, per la maggioranza bengalesi e senegalesi, ma anche partiti di opposizione, sindacati e l’immancabile associazione partigiana Anpi. Il provvedimento è stato disposto per motivi di sicurezza poco più di un mese fa dal sindaco leghista della cittadina del Friuli-Venezia Giulia, Anna Cisint, da lì in poi ripetutamente sotto attacco. Cisint è stata costretta a difendersi spiegando così i motivi della sua decisione: «In quei locali non si può pregare, non sono centri di culto, non sono moschee. Si tratta invece di finti centri culturali che in realtà sono moschee. Si predica, ma non sappiamo cosa perché la lingua utilizzata è l’arabo». Il corteo è stato aperto da un gruppo di donne con uno striscione: «Siamo tutti monfalconesi. No divisioni», e si è snodato lungo le vie del centro per poi tornare al punto di partenza. A sventolare bandiere europee. «Ci sentiamo musulmani e italiani», hanno ripetuto i manifestanti tra i quali si mischiavano anche esponenti del Partito democratico. «I nostri figli sono italiani, ma lo siamo anche noi. Dobbiamo lottare per i diritti di tutti», le parole dell’esponente dell’Ucoii (l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia). Nelle stesse ore il sindaco era in piazza per gli auguri di Natale con centinaia di cittadini, come da tradizione cattolica, e ha giudicato la manifestazione una provocazione. «In questa vigilia natalizia, Monfalcone ha avuto la più evidente dimostrazione della volontà di prevaricazione da parte della comunità musulmana per imporre il proprio modello islamico più integralista. Siamo contro le spose bambine, gli immigrati negli ultimi anni si stanno radicalizzando» ha aggiunto parlando dei diritti delle donne. Sui social è dura con le opposizioni: «La sinistra, Pd compreso, ritiene di stare dalla parte di chi picchia le donne, le vela completamente già in tenera età, le vuole spose con matrimoni combinati ancora minorenni e soprattutto sta dalla parte di coloro che non accettano di rispettare la legge italiana». Il sindaco Cisint chiede che vengano rispettate le regole. In un’intervista alla Verità pubblicata il 16 dicembre aveva spiegato che i dirigenti dell’ufficio urbanistico e la polizia locale hanno appurato che le moschee non sono a norma. «Quei locali erano destinati a commercio e attività direzionali. Non si può dire che non lo si sapeva. Poi, ultimamente, si sono aggiunti due fatti: la forte crescita dei musulmani a Monfalcone e l’invito online delle associazioni ad andare a pregare nelle moschee». La tensione era cresciuta dopo il 7 ottobre, quando alcuni ragazzi bengalesi si sono arrampicati sul campanile gridando «Allah akbar. A morte Israele». Il sindaco sottolinea di non aver mai vietato la preghiera alla comunità musulmana, che avrebbe rifiutato ogni tipo di dialogo«Prevalgono gli atteggiamenti di una sfida fondamentalista che assume tratti inaccettabili allorché si pone in contrasto con le leggi e le norme italiane che tutti i cittadini sono chiamati a rispettare», spiega. «L’unico soggetto che fino a oggi ha vietato di pregare è stato Konate (Bou Konate, presidente onorario dell’associazione Darus Salaam, ndr) rifiutando l’offerta di uso dell’area esterna dell’oratorio San Michele, fatta dal parroco della Chiesa». L’offerta serviva a mettere fine a questo scontro per mettere a disposizione dei fedeli islamici un luogo in cui poter pregare e professare la loro fede religiosa. Azione che smentisce ogni accusa di divieto di libertà di culto fatta dalle associazioni di immigrati e dalla sinistra. Il problema delle moschee abusive è un problema annoso che riguarda tutta Italia ed è fondamentale in un periodo storico come questo vigilare su queste realtà, proprio al fine di tutelare la libertà di culto della comunità islamica. Divisioni che non fanno bene a comunità che hanno bisogno di integrarsi e collaborare per la legalità. Il sindaco ha definito la manifestazione «un’indecorosa protesta basata su presupposti inquietanti, che preoccupano per il loro richiamo all’intolleranza verso l’accettazione dei nostri presupposti di convivenza sociale e legalità». Cisint, il giorno prima della manifestazione, ha ricevuto una videochiamata di sostegno e solidarietà sia dal leader della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, sia dal governatore del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga, e ha dichiarato che non si lascerà intimidire da «manifestazioni come quella di ieri».«Il Pd manifesta totale dissenso contro le politiche del sindaco Cisint. Noi siamo seriamente impegnati a difendere sicurezza e legalità, ma i cattivi maestri come la Cisint non possono dar lezioni», così Caterina Conti segretaria regionale del Pd.