2022-02-01
Il resto del mondo convive col virus. In Italia scattano le regole da matti
Da oggi, multe agli over 50 non vaccinati: dal 15 dovranno esibire il super pass sul lavoro. Quello «base» serve pure per comprare le sigarette e ritirare la pensione alle Poste. Ingresso libero solo in alimentari e farmacie.!function(e,i,n,s){var t="InfogramEmbeds",d=e.getElementsByTagName("script")[0];if(window[t]&&window[t].initialized)window[t].process&&window[t].process();else if(!e.getElementById(n)){var o=e.createElement("script");o.async=1,o.id=n,o.src="https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js",d.parentNode.insertBefore(o,d)}}(document,0,"infogram-async");Mentre nel mondo si supera l’emergenza, qui in Italia da oggi scatta una serie di misure destinate a rendere la vita impossibile alla popolazione. Green pass base (quello che si ottiene anche con il tampone) e super green pass (quello che viene rilasciato solo a guariti e vaccinati) saranno obbligatori per accedere a una lunga lista di servizi, talmente lunga che è bene chiarire immediatamente dove da oggi si potrà andare senza il certificato verde: in sostanza, l’accesso libero resta solo per solo farmacie, parafarmacie, negozi di ottica, distributori di carburante, supermercati e negozi di alimentari, ma i titolari dovranno controllare che nessuno consumi bevande sul posto. Da oggi, ricordiamolo, la validità del certificato verde sarà ridotta dagli attuali 9 a 6 mesi, in attesa delle decisioni del Consiglio dei ministri di domani. Da stamani scatta anche l’obbligo vaccinale per gli over 50, a eccezione di chi non può farsi inoculare la dose per motivi di salute, da dimostrare con certificazione medica. Gli over 50 che verranno pizzicati senza vaccino dovranno pagare una multa una tantum di 100 euro. I controlli per le sanzioni saranno fatti a campione e le multe saranno inviate dall’Agenzia delle entrate su segnalazione del ministero della Salute. Dal prossimo 15 febbraio, entrerà in vigore l’obbligo del super green pass per tutti i lavoratori over 50. Chi verrà sorpreso senza il certificato rischia una multa che varia dai 600 ai 1.500 euro. Chi, invece, non presenterà la documentazione sarà considerato assente ingiustificato con la sospensione dello stipendio, ma mantenendo comunque il posto di lavoro. L’obbligo del green pass base è già in vigore, dallo scorso 20 gennaio, per andare dal barbiere, dal parrucchiere e dall’estetista. Da oggi diventa necessario anche per entrare nei principali uffici e attività commerciali. Green pass base obbligatorio, da oggi, dunque, per accedere a uffici pubblici, uffici postali, banche, finanziarie, negozi, tabaccai, librerie, centri commerciali. I titolari o gestori degli esercizi non sono però obbligati a verificare il possesso del green pass, ma possono effettuare dei controlli a campione. Siamo, come è evidente, di fronte a una assurdità: immaginiamo il nostro edicolante che chiede a campione il green pass a qualcuno dei suoi clienti, scegliendolo a caso, magari in base al colore dei capelli o alla statura. Una vera e propria follia. Un altro provvedimento allucinante, che rischia di provocare pesantissimi disagi alla popolazione, è l’obbligo del green pass per accedere agli uffici postali. Vale la pena, per rendersi conto di quanto riesca a essere cervellotico il governo, di leggere il comunicato pubblicato ieri sul sito Internet di Poste italiane, relativo ai controlli sull’obbligo della certificazione verde: «Poste italiane», recita la nota, «ha attivato diverse modalità di controllo del green pass per consentire l’accesso alla rete dei 13.000 uffici postali in modo semplice e sicuro». Semplice e sicuro? «Negli uffici postali dotati di gestore delle attese», prosegue la nota, «i cittadini mostreranno all’ingresso il Qr code del green pass e, una volta riconosciutone il codice, il gestore attese consentirà di scegliere l’operazione e di prendere il ticket necessario per presentarsi allo sportello. Negli altri uffici postali», si legge ancora, «i cittadini dovranno mostrare il green pass direttamente allo sportello per la verifica dell’operatore attraverso il lettore scanner che ne confermerà la validità in tempo reale, prima di procedere con i servizi richiesti». Dunque, se un utente senza green pass si reca in un ufficio postale sprovvisto di gestore automatico delle attese, prima di vedersi negare la possibilità di effettuare l’operazione avrà fatto la fila, avrà trascorso magari un’ora all’interno dell’ufficio, e poi, arrivato il suo turno, sarà respinto dall’operatore allo sportello. Immaginiamo già le urla, le proteste, i parapiglia che da oggi si scateneranno begli uffici postali per colpa di questa normativa così assurda. In sostanza: la curva dei contagi sta calando, ma in nome di non si sa quale «urgenza» in Italia si va avanti sulla strada delle restrizioni mentre in altri Paesi si sta tornando alla normalità. In Gran Bretagna, ad esempio, dallo scorso 27 gennaio addio mascherine, green pass e smart working; da ieri, si discute addirittura di eliminare l’obbligo vaccinale per i sanitari; in Francia da domani niente più obbligo di indossare la mascherina all’aperto, addio ai limiti alle capienze nei vari locali pubblici, e l’obbligo di lavoro a distanza per almeno tre giorni a settimana; la Danimarca da oggi manda in soffitta tutte le restrizioni. Dunque, come è evidente, da oggi l’Italia fa una sorta di viaggio all’indietro nella macchina del tempo, come se la campagna di vaccinazione non fosse andata avanti di gran lena, come se la curva epidemica non fosse in continuo calo. Si continua a rendere impossibile la vita dei cittadini introducendo regole destinate, purtroppo, a non essere rispettate, non per indisciplina ma semplicemente per la assurdità delle stesse.
Thierry Sabine (primo da sinistra) e la Yamaha Ténéré alla Dakar 1985. La sua moto sarà tra quelle esposte a Eicma 2025 (Getty Images)
La Dakar sbarca a Milano. L’edizione numero 82 dell’esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra «Desert Queens», un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallystica.
La mostra «Desert Queens» sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche con memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di Eicma, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche esperienze interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.
«Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di Eicma – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di Eicma da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra. La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con Aso (Amaury Sport Organisation organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa, ndr.) la mostra «Desert Queens» assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica».
«Eicma - spiega David Castera, direttore della Dakar - non è solo una fiera ma anche un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un'avventura. Qui, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati di oggi. È una vetrina di passioni, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d'incontro dove è possibile dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto «Desert Queens» e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l'uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un'avventura umana alla scala del deserto».
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