2025-11-01
Nessuno si sta chiedendo perché il mondo è finito nel vortice del caos
Trump non è un incidente della Storia, così come non lo è la crisi della globalizzazione e del capitalismo I Paesi del Vecchio continente dovrebbero riscoprire il proprio passato per capire meglio il presente.Di ogni fenomeno, soprattutto se importante per il mondo, si dovrebbero cercare le cause prima di pensare di risolverlo negli effetti. Mai visto farlo negli ultimi decenni! Per questo ho scritto questo articolo. Certo, le cause difficilmente possono essere condivise (per ragioni ideologiche, per ignoranza, spesso per disonestà intellettuale…): persino nel cosiddetto «mondo cattolico» non c’è più consenso sulla Verità e sulla libertà personale. Il limite lo vediamo dalla prassi che ormai prescinde dalla dottrina, o forse persino ispira la dottrina. Ma per non annoiare il lettore vorrei limitarmi a questioni logiche in politica.Se oggi il mondo Usa ha il presidente Trump è perché i suoi predecessori hanno creato le condizioni per una soluzione «trumpiana». Fossimo nel 1969, avrei potuto dire: se oggi il mondo ha il presidente Nixon è perché prima ha avuto altri presidenti post bellici e ancora un po’ bellicosi, da Truman ad Eisenhower fino a Kennedy e Johnson. E Nixon ha dovuto fare la distensione con Urss e Cina e porre fine alla guerra in Vietnam. Gli Usa hanno determinato le sorti del mondo nell’ultimo secolo, ma in modo molto diverso.Da fine Ottocento-inizio Novecento si sono occupati solo di potenziare la propria economia, tramite isolazionismo, fino alla Prima guerra mondiale. Poi, per la paura presa grazie alla crescita dello strapotere in Europa del Reich del Kaiser Guglielmo II, gli Usa decidono con una scusa l’intervento bellico a fianco dell’Intesa. Finita la guerra, per l’eccessivo ottimismo economico finanziario creano la prima Crisi finanziaria del ‘29 , risolta keynesianamente da Roosevelt. Ma questa crisi impatta tutta l’Europa indebitata con gli Usa e concorre a far nascere il nazismo in Germania. Però, sorpresa!, anche a far nascere l’ambizione del Giappone di fare un suo Nuovo Ordine in Asia, tale da insidiare persino gli Usa dal Messico. Così gli Usa entrano ancora in guerra (il secondo conflitto mondiale). La vincono, ma subito dopo litigano con la Russia per la spartizione dell’Europa iniziando così ben 47 anni di Guerra fredda, piuttosto costosa… Quando la Russia comunista cede le armi al capitalismo americano, inizia la globalizzazione made in Usa, ispirata molto probabilmente da Kissinger, con un modello che fu chiamato Nuovo ordine mondiale, fatto di scelte strategiche e prospettive piuttosto discutibili, persino utopistiche se mi è concesso dirlo. L’unico successo avuto è stato il crollo della natalità in Occidente, origine di tutti i nostri mali… ovviamente disconosciuto e negato o confuso.Essendo utopistica, questa, globalizzazione non poteva altro che fallire… Ma nessuno volle riconoscerlo, così ostinatamente venne «resettata» infinite volte per altri dieci anni, generando una deregulation geopolitica e un potere economico e politico enorme in altri paesi e persino in altre religioni… certo una deregulation anche di valori morali. Ma invece di cercare le cause dei problemi e cercar di risolverle, che si fa? Si cambia nome al «problema». Prima si cambia nome al capitalismo, definendolo «sostenibile» e «inclusivo». Poi si cambia nome alle norme morali, trasformandole in inclusive e sostenibili anch’esse. Ecco, invece di rendere felici gli esclusi e chi non aveva capito l’espressione «sostenibile», in brevissimo tempo si scopre che ci sono più di due terzi del mondo (come popolazione e come potere economico) che se ne infischiano del cambio di definizioni e pretendono che le proprie aspettative siano soddisfatte. In pratica, la gestione del nuovo ordine mondiale deve fare patti ed alleanze con chi fino a ieri non era degnato di adeguata attenzione.Come in materia morale, se la dottrina è debole è la prassi a fare la dottrina. E anche in materia politico-economica si può dire che è il mercato (la competitività) che fa la dottrina economica… scoprendo che il mercato che funziona meglio è quando è più debole la democrazia. Forse oggi dovremmo riflettere bene sul perché gli stessi «deep-state» che lo avevano fatto cadere hanno rivoluto Trump al governo: forse oggi dovremmo riflettere meglio sul crollo delle leadership occidentali e sulle prospettive di attesa di una nuova forma di civiltà. I Paesi europei, poi, dovrebbero tornare a pensare concretamente alla propria specifica condizione, alla realtà di questa condizione e non alle utopie e ai condizionamenti. Forse i Paesi europei dovrebbero ristudiare e capire come, quando e da chi sia stato deciso di fare questa Europa (non l’Europa). Magari andando a ristudiarsi ragioni e conseguenze del Trattato di Nizza, che ha preteso Bruxelles come interlocutore forte, e che ora spera di riuscire a cancellare la unanimità e andare a maggioranza qualificata. Si vede che gli «dei» che decidono dall’Olimpo di Bruxelles come debbano essere i tappi delle bottiglie di plastica non sono mai andati personalmente alle riunioni condominiali.Io però sono più preoccupato delle cause che non degli effetti. Le cause inesplorate risiedono nei perché senza risposta: perché Trump? Perché Bruxelles (non parlo di Europa)? Perché una grande Autorità morale si dimette? Sono preoccupato perché ho visto, e vedo, cancellare e trasformare i valori che sono all’origine di ogni fenomeno, i valori (negati) che hanno fatto la civiltà: per intenderci, quelli che non dovrebbero essere negoziabili. Socrate non si limitò a dire «conosci te stesso», ma anche «una vita senza ricerca (delle cause) non è degna di essere vissuta». L’attuale nostra civiltà, che mi pare in stato avanzato di Alzheimer e con un senso morale in metastasi, continua a occuparsi di effetti ignorando le cause. Anzi, negandole. Fin quando non saprà domandarsi, dando una risposta, quali cause abbiano determinato questa misteriosa confusione di valori, questi comportamenti incomprensibili di chi ha potere, non risolverà mai nulla, temo.
Cristian Murianni-Davide Croatto-Andrea Carulli