2023-03-06
«Bisogna subito ripristinare i decreti sicurezza di Salvini»
Nicola Molteni (Imagoeconomica)
Il sottosegretario leghista agli Interni, Nicola Molteni: «Piantedosi non si tocca, contro di lui la sinistra strumentalizza perfino i morti. Le Ong non possono portare i migranti dove vogliono».«Giù le mani da Matteo Piantedosi e più rispetto per un ministro della Repubblica che da 40 anni serve con onestà, onore e straordinari risultati la Repubblica». Va bene che è un giovane avvocato, ma chi glielo fa fare di diventare, in giorni di caldissima polemica, il difensore d’ufficio del ministro dell’Interno? «La coerenza e l’impegno» risponde lui, fermissimo nonostante abbia una faccia sbarazzina: è un Salvini-boy. Nicola Molteni da Cantù, compie proprio oggi 6 marzo 47 anni (auguri!). Militanza ininterrotta nella Lega dove ha percorso tutto il cursus honorum. È l’uomo della continuità al Viminale. Ci è arrivato con Matteo Salvini ministro, confermato sottosegretario agli Interni sia con Draghi che in questo governo e con Piantedosi lavora da quattro anni. L’ex prefetto di Roma era capo di gabinetto al Viminale col segretario della Lega e con Luciana Lamorgese. Un argomento è d’obbligo.Qualcuno è arrivato a scrivere che i morti di Cutro sono colpa di Salvini e Piantedosi. Cosa risponde?«Gli unici responsabili sono gli scafisti. Sono questi criminali trafficanti di esseri umani che lucrano sulla pelle dei migranti. Li caricano su barche fatiscenti e pretendono per il loro ignobile lucro di fare la selezione di chi entra nel nostro Paese. In Italia si entra solo nel rispetto delle leggi. Sono inaccettabili le strumentalizzazioni della sinistra che per nascondere il vuoto di argomentazioni che ha chiede le dimissioni di Piantedosi e si scaglia contro Salvini. Ereditiamo 105.000 sbarchi nel 2022 e la risposta di questo governo è stata di massima responsabilità. Abbiamo fatto il decreto sulle Ong per bloccare i clandestini, se non contrastata l’immigrazione clandestina genera disordine e caos. Col decreto flussi che prevede 82.700 ingressi mettiamo ordine».Il ministro Francesco Lollobrigida ha parlato di 500.000 ingressi regolari…«Lollobrigida ha rettificato, ha corretto il tiro rispetto a quella cifra. Il decreto fissa a 82.700 le quote affermando un principio: prima di accedere all’immigrazione il datore di lavoro deve verificare con i centri per l’impiego che non ci sia un lavoratore italiano per coprire quel posto. Sono convinto che senza lo strumento assistenzialistico del reddito di cittadinanza il prossimo anno avremo molti cittadini italiani che accedono al mercato del lavoro. Su questo non prendiamo lezioni dalla sinistra, non si è mai visto un decreto flussi da 82.000 posti. Noi contrastiamo l’immigrazione clandestina che genera, sfruttamento, caporalato criminalità e valorizziamo l’immigrazione legale di persone utili, specializzate e di qualità».È il modello tedesco?«Nel 2015 la Germania ha accolto un milione di siriani scegliendoseli. Alla Merkel non ha portato benissimo. Quella fu la stagione in cui l’Europa dette 6 miliardi a Erdogan perché bloccasse la rotta balcanica. Perché ora l’Europa non mette altri 6 miliardi per fermare le partenze dalla Libia e dalla Tunisia?». La Tunisia è tornata ad essere un problema? «La Tunisia è al collasso. Quando ci dicono: con voi in tre mesi ci sono stati 14.000 sbarchi tacciono sul fatto che l’anno scorso dalla Tunisia arrivarono in mille e quest’anno sono già 9.000. E ce li ha sulla coscienza la sinistra».Che c’entra la sinistra?«Per anni ha illuso gli africani che qui c’era lavoro per tutti, che eravamo l’Eldorado. Corriamo invece il rischio d’importare manodopera a basso costo, di alimentare il dumping salariale senza minimamente preoccuparci di cosa accade veramente in Africa. Ha ragione da vendere Giorgia Meloni quando dice che serve un piano e un metodo Mattei. L’Africa avrà tre miliardi di abitanti e senza una reale cooperazione non si fermerà il flusso migratorio clandestino. Per questo da una parte vanno tenuti fermi i presupposti della legge Bossi-Fini – per arrivare devi avere un lavoro regolare, una casa, il permesso di soggiorno – e dall’altra bisogna prendere atto che nel mondo si muovono 100 milioni di persone e che l’immigrazione diventa strutturale. Ma lì c’è un ingombrante convitato di pietra: l’Europa».Già l’Europa. Ma voi non state con quelli di Visegrad?«In Francia – al netto dei respingimenti a Ventimiglia e delle tensioni con la Gran Bretagna – stanno discutendo una legge che sta spaccando il Paese; il 9 febbraio Olanda e Austria hanno chiesto che con i soldi comunitari si costruisse un muro tra Bulgaria e Turchia. Olanda e Austria mica saranno i cattivissimi di Visegrad? La Danimarca vuole esternalizzare in Ruanda le domande di asilo. In Spagna il governo socialista vuole rafforzare il contrasto all’immigrazione tra Ceuta e Melilla. O c’è una soluzione europea globale oppure ci sono le soluzioni nazionali tipo la Francia che sospende Schengen unilateralmente. Io tifo per la soluzione europea, ma deve essere rapida».E l’Italia che deve fare? «Bisogna riadottare subito i decreti sicurezza di Matteo Salvini che avevano abbattuto drasticamente gli sbarchi e i morti in mare. Però poi sentiamo la sinistra che fa il codice di condotta Minniti e lo rinnega, fa il memorandum con la Libia e lo rinnega, fa l’accordo con la Guardia costiera libica e dice che non è vero. È la sinistra che candida Aboubakar Soumahoro e si ritrova in casa Salvatore Buzzi. Dal 2012 al 2018 hanno fatto arrivare 800.000 clandestini, così non sì fa né buna accoglienza né buna integrazione. Si hanno risultati solo su piccoli numeri, per questo abbiamo il decreto flussi. Quanto all’Italia che non accoglie i profughi abbiamo i corridoi umanitari, abbiamo 170.000 ucraini per i quali abbiamo attivato l’accoglienza familiare. Abbiamo 106.000 persone in accoglienza, ma su 100 richieste di asilo 64 sono di migranti economici. Capisco la grande grande commozione al momento degli sbarchi, ma poi l’accoglienza va gestita e ricade sulle spalle dei sindaci di destra e di sinistra».La redistribuzione non può essere efficace?«A oggi la distribuzione comunitaria non funziona. Non funzionava quella di Malta del 2019 né funziona quella che hanno stretto lo scorso anno. Volete i numeri? A fronte di 8.000 che avremmo dovuto redistribuire oggi 5 sono accolti in Lussemburgo, 38 in Francia 344 in Germania. La soluzione è quella di stipulare accordi comunitari nei Paesi di partenza e di transito per fermare gli sbarchi e i morti. Un dato positivo però c’è: abbiamo aumentato i rimpatri del 40% e nelle nuove norme c’è l’efficientamento del sistema di espulsione». Da questo nasce il decreto Ong?«Serve a dare delle regole a soggetti privati stranieri finanziati da stranieri che hanno l’ardire di portare le persone salvate in Italia e dove dicono loro. Un governo non deve delegare i soccorsi e il contrasto all’immigrazione clandestina a soggetti privati stranieri. Va evidenziato che su 105.000 sbarchi il salvataggio della metà è fatto da Guardia costiera e Guardia di finanza. È certo però – come riferisce la relazione dei nostri servizi segreti – che la presenza delle navi Ong rappresenta un pull factor, sono un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali. L’anno scorso dalla Libia ci sono stati 52.000 sbarchi, di questi 32.000 dalla Tripolitania che è l’area dove operano le Ong, che ci hanno portato oltre 10.000 migranti, un terzo di quelli dalla Tripolitania».Sulla rotta balcanica da cui arrivavano i profughi naufragati a Cutro le Ong non c’erano?«Loro operano solo sulla rotta africana eppure su 105.000 sbarcati lo scorso anno dalla rotta di Smirne ne sono arrivati 18.000. Girano al largo dalla Grecia perché lì c’è un contrasto durissimo. Sovente hanno una nave madre e poi a qualche miglia dall’Italia trasbordano i clandestini sulle carrette. La Turchia è tornata a essere una rotta attiva: vanno bloccate le partenze».Da sinistra si muovono accuse anche alla Guardia costiera. Che ne pensa?«Trovo quelle accuse ignobili. Quei 10.500 uomini e donne sono un’eccellenza e un vanto per l’Italia, noi siamo gli unici che facciamo soccorso in Mediterraneo. Da ottobre a oggi hanno salvato 27.000 persone, sono il vero corridoio umanitario. Accusare la Guardia costiera significa delegittimare le istituzioni. Ma del resto è la stessa sinistra che sulla pelle dei migranti e sulle morti in mare fa propaganda, mostra le mani insanguinate tentando di scaricare le responsabilità che porta da anni e indebolendo il nostro Paese anche sui tavoli europei».Tavoli dove deve andare il ministro Piantedosi; la sinistra ne chiede le dimissioni, ma anche i meloniani sono parsi tiepidi. È così? «Il ministro Piantedosi è un grande servitore dello Stato; è determinato nel contrasto dell’immigrazione clandestina e della criminalità. Coniuga nella sua azione umanità e fermezza ed è ingiustamente criticato. È animato da un solido pragmatismo e abbiamo fatto ripartire con lui il controllo del territorio, la bonifica delle stazioni, la cessazione delle occupazioni abusive, il contrasto alla criminalità organizzata. In più stiamo cogliendo tutti gli obbiettivi che il Pnrr ci pone. Piantedosi sta riportando la legalità nel Paese; è un pilastro, non si tocca. Lo difende la Lega e tutto il governo che condivide le scelte del ministro. Questo è un governo che ha l’ambizione di governare per cinque anni e ha l’apprezzamento degli italiani».