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La voglia di libertà di Prada e l'eleganza rilassata di Armani

Lo stilista Giorgio Armani: «Non rinuncio alla giacca, che rimane una colonna portante della mia estetica, ma continuo il mio lavoro nella direzione dell'evoluzione». Miuccia Prada: «Il mondo è così complicato, troppo complicato, ed è facile perdere di vista l'essenza della vita umana».


Dopo l'emozionante e applauditissima sfilata, un ritorno alle origini nella antica sede di via Borgonuovo dove tutto è partito, Giorgio Armani ha spiegato di essere stato in ospedale, per due settimane, per una brutta frattura alla spalla e conseguente, delicata, operazione. «Circolano le voci che sono stato ricoverato in ospedale. Ebbene, sì è vero e per 15 giorni. Più quelli fatti a casa. Perché ho avuto un incidente e sono stato operato». Questo, un mese fa, circa.

«Quando hanno aperto i cinema, ho detto finalmente vado a vedere un film. Ma uscendo incontro sulla scala due buzzurri, uno voleva farsi notare e l'altro vendermi dei libri. Erano seduti, io sono passato non ho trovato il gradino e sono caduto di faccia. E ho ottenuto questo risultato». E ha continuato il racconto. «Mi sono rotto l'omero in più punti e me ne hanno dovuto dare diciassette per ricucire tutto. Però volevo esserci per questa sfilata e anche per quella prossima a Parigi. E quindi avete notato qualche piccola incertezza nel mio deambulare ecco spiegato il motivo. Era solo quello».

Un incidente che gli ha procurato una lunga cicatrice, dalla spalla sinistra fino all'avambraccio, ormai in fase di guarigione. E' uscito a salutare il suo pubblico con il suo storico assistente, da più di 45 anni, Leo dell'Orco. Ovvia la battuta sul suo aiuto, ma lo stilista è stato molto rispettoso: «Era giusto uscire con Leo che da cosi tanti anni mi aiuta sulle collezioni maschili, è il mio collaboratore ed è molto bravo così come mia nipote Silvana sulla donna. Ecco, sto preparando il mio futuro con le persone che ho in carico adesso».

Per quanto riguarda la collezione, ha rimesso la giacca al centro dell'universo maschile, nei completi più eleganti ma anche in quelli più sportivi e easy. «Non rinuncio alla giacca, che rimane una colonna portante della mia estetica, ma continuo il mio lavoro nella direzione dell'evoluzione. Oggi, dopo oltre un anno trascorso confinati nello spazio domestico, sono mutati abitudini e necessità. Nella mia moda prendo spesso ispirazione dal mondo dello sportswear, da cui prendo, trasformandolo, confort e rilassatezza, ma non rinuncio mai a eleganza e cura».

E conclude. «Sull'uomo bisogna inventare ma non divertirsi, mi vergogno di far parte di questo gregge che trovo supponente. Senza voler fare polemiche. Io non sono come gli altri, sono io».

La libertà ritrovata di Prada

Miuccia Prada e Raf Simons, in partnership stilistica dalla primavera 2020, hanno presentato la collezione per l'uomo della prossima primavera estate. «Un senso di utopia, di ideale, di speranza e positività. Immergersi nella natura, andare in spiaggia, è sinonimo di libertà. È utopico. È davvero un bisogno primario, ma anche un bisogno intellettuale» ha spiegato Miuccia Prada. «Il mondo è così complicato, troppo complicato, ed è facile perdere di vista l'essenza della vita umana. Da diverse stagioni quest'idea mi interessa e la stiamo esplorando in modi diversi. Veniamo da collezioni incentrate sulla tecnica e sulle macchine, che riflettevano la necessità della tecnologia. Anche la campagna Primavera/Estate 2021 partiva da questo principio, infatti è stata realizzata senza fotografo. Ora stiamo pensando al contrario: all'umano, al reale. Il nostro interesse per la tecnologia nasceva dal suo ruolo come strumento di comunicazione per l'umanità. Ma questa espressione è molto più diretta». E continua. «Ciò che questa collezione e questa sfilata vogliono catturare è la gioia del quotidiano, l'idea che vivere la propria vita può essere un'esperienza esaltante. Da una cosa semplice può scaturire una gioia immensa: quando i tempi si fanno complicati, cerchiamo piaceri essenziali e diretti: l'innocenza». Un'esperienza che per Prada e Simons parte da un tortuoso tunnel rosso e arriva sulla spiaggia dell Area Marina Protetta di 'Capo Carbonara' in Sardegna. I ragazzi del video, con i loro pantalocini arrotolati, le giacchette corte, sembrano innocenti bambini che finiscono in acqua perfino con le scarpe. Sdraiati sulla sabbia tra massi di granito o galleggianti sul mare limpido, oggetti rossi in legno apparentemente incagliati si godono il paesaggio incontaminato: un incontro surreale con la natura, un'inattesa infrastruttura balneare.

«La sfilata rappresenta una transizione, da un tunnel, uno spazio urbano, si arriva al mare» precisa Raf Simons. «Non volevamo fosse complicata: la storia è pura, diretta. Un passaggio dagli spazi interni a quelli esterni. Dopo la costrizione, la potenza di quel senso di infinito, di un orizzonte senza fine, ci restituisce la sensazione di libertà. È la natura umana. Quello che ci interessa è: come possono fondersi insieme questi due momenti e questi due ambienti? Un contrasto tra il sistema dell'industria della moda - la sfilata - e la natura. Nella precedente collezione Autunno/Inverno abbiamo iniziato a presentare atteggiamenti diversi del cast, e qui vediamo i modelli in un altro contesto, un altro ambiente e un'altra realtà. Li vediamo liberi, completamente, nella realtà. È naturale». E non finisce lì. «L'idea di semplicità e di umanità trasmessa dall'ambientazione in spiaggia, e da questa sfilata, non è un rifiuto di quello che c'è stato prima. Le ultime due collezioni erano incentrate sulla tattilità, sulle sensazioni. Le nostre collezioni Prada esplorano diverse espressioni di umanità, delle persone e delle emozioni. La collezione è molto semplice, pratica, ma sempre elegante. Molti i capi per il mare, ma anche capi sartoriali. Tutto molto puro, molto semplice. Non ci sono silhouette sovraccariche. Le stesse silhouette per entrambe le soluzioni, in città e in spiaggia, appropriate, ma in modi differenti. Il corpo è spesso in mostra: questa collezione celebra la bellezza del corpo umano e la sua libertà. Il sentimento primario è la gioia. È quasi come un ricordo d'infanzia, la gioia di un bambino che va al mare, il più semplice e puro dei piaceri. In tutta la sua semplicità, molto significativo e senza tempo».

Prada

L’aumento dei tassi reali giapponesi azzoppa il meccanismo del «carry trade», la divisa indiana non è più difesa dalla Banca centrale: ignorare l’effetto oscillazioni significa fare metà analisi del proprio portafoglio.


Il rischio di cambio resta il grande convitato di pietra per chi investe fuori dall’euro, mentre l’attenzione è spesso concentrata solo su azioni e bond. Gli ultimi scossoni su yen giapponese e rupia indiana ricordano che la valuta può amplificare o azzerare i rendimenti di fondi ed Etf in valuta estera, trasformando un portafoglio «conservativo» in qualcosa di molto più volatile di quanto l’investitore percepisca.

Per Ursula von der Leyen è «inaccettabile» che gli europei siano i soli a sborsare per il Paese invaso. Perciò rilancia la confisca degli asset russi. Belgio e Ungheria però si oppongono. Così la Commissione pensa al piano B: l’ennesimo prestito, nonostante lo scandalo mazzette.

Per un attimo, Ursula von der Leyen è sembrata illuminata dal buon senso: «È inaccettabile», ha tuonato ieri, di fronte alla plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo, pensare che «i contribuenti europei pagheranno da soli il conto» per il «fabbisogno finanziario dell’Ucraina», nel biennio 2026/2027. Ma è stato solo un attimo, appunto. La presidente della Commissione non aveva in mente i famigerati cessi d’oro dei corrotti ucraini, che si sono pappati gli aiuti occidentali. E nemmeno i funzionari lambiti dallo scandalo mazzette (Andrij Yermak), o addirittura coinvolti nell’inchiesta (Rustem Umerov), ai quali Volodymyr Zelensky ha rinnovato lo stesso la fiducia, tanto da mandarli a negoziare con gli americani a Ginevra. La tedesca non pretende che i nostri beneficati facciano pulizia. Piuttosto, vuole costringere Mosca a sborsare il necessario per Kiev. «Nell’ultimo Consiglio europeo», ha ricordato ai deputati riuniti, «abbiamo presentato un documento di opzioni» per sostenere il Paese sotto attacco. «Questo include un’opzione sui beni russi immobilizzati. Il passo successivo», ha dunque annunciato, sarà «un testo giuridico», che l’esecutivo è pronto a presentare.

Allarme Bce per i conti francesi e per «possibili incidenti» in Borsa
Luis de Guindos (Ansa)
Nel «Rapporto stabilità finanziaria» il vice di Christine Lagarde parla di «vulnerabilità» e «bruschi aggiustamenti». Debito in crescita, deficit fuori controllo e spese militari in aumento fanno di Parigi l’anello debole dell’Unione.

A Francoforte hanno imparato l’arte delle allusioni. Parlano di «vulnerabilità» di «bruschi aggiustamenti». Ad ascoltare con attenzione, tra le righe si sente un nome che risuona come un brontolio lontano. Non serve pronunciarlo: basta dire crisi di fiducia, conti pubblici esplosivi, spread che si stiracchia al mattino come un vecchio atleta arrugginito per capire che l’ombra ha sede in Francia. L’elefante nella cristalleria finanziaria europea.

Maggioranza Ursula abbattuta ancora. Ppe-destre cambiano la deforestazione
Manfred Weber (Ansa)
Manfred Weber rompe il compromesso con i socialisti e si allea con Ecr e Patrioti. Carlo Fidanza: «Ora lavoreremo sull’automotive».

La baronessa von Truppen continua a strillare «nulla senza l’Ucraina sull’Ucraina, nulla sull’Europa senza l’Europa» per dire a Donald Trump: non provare a fare il furbo con Volodymyr Zelensky perché è cosa nostra. Solo che Ursula von der Leyen come non ha un esercito europeo rischia di trovarsi senza neppure truppe politiche. Al posto della maggioranza Ursula ormai è sorta la «maggioranza Giorgia». Per la terza volta in un paio di settimane al Parlamento europeo è andato in frantumi il compromesso Ppe-Pse che sostiene la Commissione della baronessa per seppellire il Green deal che ha condannato l’industria - si veda l’auto - e l’economia europea alla marginalità economica.

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