2019-01-30
Miss Scelta civica scrive un libro. Denuncia solo il familismo degli altri
Irene Tinagli, economista ed ex parlamentare passata da Mario Monti a Matteo Renzi, attacca il governo gialloblù: «Mette il merito ai margini». Ma scorda che su «Repubblica» scriveva articoli per fare pubblicità al marito.Nell'epoca del sovranismo mancava solo il ritorno di Irene Tinagli, economista, accademica e politica, in questi giorni di nuovo nelle librerie con il suo ultimo libro. La grande ignoranza. Dall'uomo qualunque al ministro qualunque. L'ascesa dell'incompetenza e il declino dell'Italia (Rizzoli). Recensita da Repubblica, l'ultima fatica dell'ex deputata di Scelta civica e Pd pone domande decisive per gli italiani che hanno votato il governo gialloblu di Giuseppe Conte, tra cui: «Siamo davanti alla classe politica peggiore di sempre?». Oppure: «Il merito messo ai margini anziché premiato. Gli incarichi affidati per familismo o affiliazione, come se fosse normale. Come se in Italia, nel 2019, non ci fossero competenze, valori, professionalità da premiare». il rotto della cuffiaNon è chiaro se si tratti di una critica rivolta a sé stessa, perché se è vero che la «la politica non si improvvisa», come forse danno spesso l'impressione di fare i grillini, viene da domandarsi quali siano i grandi successi politici della dottoressa Tinagli. Lanciata tra il 2008 e il 2011 nei salotti di Ballarò da Giovanni Floris, insieme con Renata Polverini e Michela Vittoria Brambilla, è stata capolista alla Camera per Scelta civica di Mario Monti nel 2013. Entrò per il rotto della cuffia, con un misero 7,2 % di consensi in Emilia Romagna dove era candidata. E non appena Scelta civica si tramutò in «Sciolta civica» decise di fare il salto nel Pd di Matteo Renzi. Era il 2015, e il Rottamatore fiorentino veleggiava con il vento in poppa. Lei, un marito di fama accademica come Marco Tortoriello, bocconiano doc, ha sempre fatto parte di quella fetta di classe dirigente di centro, molto montezemoliana, molto calendiana, molto montiana e bocconiana, capace di spostarsi all'occorrenza per portare le proprie «competenze» di qui e di là. Il tutto ovviamente sempre «per il bene del Paese». Quali siano stati i benefici per il Paese stesso non è dato sapere. D'altra parte, proprio la Tinagli si era già distinta nel 2008 per aver deciso di non aderire al progetto del Pd di Walter Veltroni («Per quanto mi riguarda non voglio portare la responsabilità delle scelte che sta facendo questo partito che in larga parte non condivido e sulle quali non ho avuto e non ho possibilità di incidere in alcun modo»). Sette anni dopo, invece, le sarebbe andato bene accasarsi presso i renziani che stavano conquistando il mondo. Tra il 2015 e il 2018 qualcosa deve essere andato storto. Certo, Renzi ha perso il referendum nel 2016. Forse a contribuire sono stati i rapporti burrascosi tra Carlo Calenda e Renzi stesso; sta di fatto che la secchiona Tinagli non ha trovato posto nelle liste politiche del Pd. E ora è ritornata a scrivere libri e a raccogliere importanti recensioni su Repubblica. Sul quotidiano dei De Benedetti e degli Agnelli, l'ex consulente del dipartimento affari economici e sociali dell'Onu vanta una lunga collaborazione. Non senza polemiche. Nel 2006, stando a quanto riportato dal sito Lettera43, vergò un articolo che elogiava i lavori accademici del marito. Tortoriello, studi in Bocconi, vanta in effetti un Phd alla Carnegie Mellon di Pittsburgh, negli Usa. Lei lo seguì nel 2005, anche qui non senza che qualcuno le facesse le pulci. Il Portaborse, pseudonimo di un personaggio che si aggira per i corridoi di palazzo Chigi, le dedicò nel 2013 una velina al vetriolo: «Irene Tinagli ama raccontare di essere andata a studiare negli Usa perché non trovava sbocchi in Italia. A me risulta invece che la Tinagli è altresì andata negli Usa per seguire l'amore, nella persona del suo futuro marito Marco Tortoriello. Tortoriello, attualmente professore associato di management alla Iese business school dell'università di Navarra (feudo dell'Opus dei, tra parentesi), ha seguito il Phd alla Carnegie Mellon, dove ha studiato anche Irene, ma l'iniziativa fu del primo, e la seconda lo seguì. Quindi mi pare proprio che l'incontro avvenne prima di andare negli Usa, non dopo. Non c'è niente di male nel mettere insieme amore e conoscenza, ma nelle interviste Irene suonerebbe più sincera se raccontasse di entrambi i motivi. Anche il successivo spostamento in Spagna è dovuto alle scelte professionali di Tortoriello». Le frattocchieNell'ultimo libro la Tinagli rimpiange le Frattocchie del Partito comunista e «racconta con autoironia lo “spaesamento", nei tempi morti del Transatlantico, dei cooptati della società civile, sprovvisti delle furbizie e delle capacità dei politici di professione». Nei primi lavori parlamentari nel 2013 spiccava per le assenze. Alla fine vanterà un 74,34 % di presenze tra i banchi di Montecitorio, con una media del 65,89%, poco sopra la sufficienza. Se questo deve essere un esempio per la competenza da contrapporre all'ignoranza, meglio la seconda.
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