2025-06-15
Choc a Minneapolis: uccisa deputata dem. Proteste anti Trump e decine di arrestati
Nel riquadro, Melissa Hortman e suo marito. Dietro, le proteste contro Donald Trump (Getty)
Il killer, ex dipendente del governo statale, ha freddato Melissa Hortman e il marito. Nella sua auto c’erano dei volantini contro Donald Trump.Choc a Minneapolis, nel Minnesota, dove ieri sono stati uccisi la deputata democratica Melissa Hortman, e suo marito Mark. A renderlo noto, il governatore dello Stato, Tim Walz. «La mia cara amica e collega speaker della Camera e suo marito sono stati assassinati questa mattina (ieri, ndr) in quello che sembra essere un omicidio a sfondo politico», ha riferito. Secondo le prime ricostruzioni dei fatti, i coniugi sono stati uccisi a colpi di pistola da un uomo che si era vestito da poliziotto e si era infiltrato nella loro abitazione a Nord di Minneapolis intorno alle 5.30 del mattino (ora locale). In un attacco separato ha sparato anche al senatore John Hoffman e alla moglie. Hoffman è ferito e ricoverato in ospedale, ma sia lui che la moglie sono fuori pericolo. Non appena informato dell’accaduto, il presidente Donald Trump ha condannato le «terribili sparatorie contro i due politici democratici del Minnesota».Ed è ancora caccia all’uomo per quello che la polizia afferma essere un sospetto «armato e pericoloso». Secondo il comunicato diramato dalle autorità, è un uomo bianco con i capelli castani che indossa un giubbotto antiproiettile nero sopra una camicia e pantaloni blu. Si tratta di Vance Luther Boelter, nominato nel 2019 dal governatore Walz per ricoprire un incarico di quattro anni nel board per lo sviluppo della forza lavoro. Lo hanno riferito fonti di polizia al New York Post. «Monitoriamo la situazione e condivideremo maggiori informazioni», ha detto Waltz. Intanto, la polizia ha trovato nell’auto del killer un manifesto in cui la deputata Hortman e il senatore Hoffman erano identificati come bersagli, insieme ad altri 70 nomi, tra i quali figurano operatori sanitari specializzati in aborti, sostenitori del diritto all’aborto e legislatori del Minnesota e di altri Stati, oltre a dei volantini del mobimento anti Trump «No Kings». Tutto questo è avvenuto in una giornata già difficile per l’America, in cui il 250° anniversario dell’esercito cadeva in concomitanza con il compleanno di Trump. In tutto il Paese, da New York a Huston, da Chicago a Nashville, sono state organizzate più di 2.000 manifestazioni per il «No kings day», ostili alle politiche del presidente. «In America, non ci piacciono i re», si legge su un sito Web Nokingsday.org dedicato agli eventi. «Hanno sfidato i nostri tribunali, deportato americani, fatto sparire persone dalle strade, attaccato i nostri diritti civili e ridotto i nostri servizi. La corruzione è arrivata fin troppo. Oltre. Niente troni. Niente corone. Niente re». «In un raro e controverso esercizio del potere presidenziale, Trump ha mobilitato la Guardia nazionale per sedare le proteste nell’area di Los Angeles, che erano state in gran parte pacifiche», affermano i promotori della mobilitazione. «No Kings Day è una giornata nazionale di sfida. Dagli isolati cittadini alle piccole città, dai tribunali ai parchi pubblici, stiamo agendo per rifiutare l’autoritarismo e mostrare al mondo cos’è veramente la democrazia».A Washington, la polizia ha arrestato una sessantina di persone dei gruppi di reduci Veterans against war e Veterans for peace (veterani contro la guerra e per la pace) che hanno manifestato al Campidoglio dopo aver fatto una conferenza stampa di fronte all’edificio della Corte Suprema. «Dovremmo avere un governo controllato dal sistema dei pesi e contrappesi e invece abbiamo un presidente che chiaramente agisce nel disprezzo dello stato di diritto e della Costituzione», ha dichiarato Brittany Ramos DeBarros, che guida una delle organizzazioni di reduci. La polizia capitolina ha segnalato che gli arresti sono scattati quando alcuni manifestanti hanno illegalmente superato una barriera per recarsi verso la scalinata del Campidoglio.Intanto, in una Los Angeles ancora piagata dai tumulti e dalle rivolte, i marines hanno effettuato il primo arresto di un cittadino. L’episodio si è verificato presso il Wilshire Federal Building, dove i fanti di marina hanno preso il comando della missione di protezione dell’edificio nella giornata di venerdì. È stato fermato Marcos Leao, veterano dell’esercito, subito rilasciato. Leao ha raccontato di essere stato trattato bene e ha difeso i marines. «Stavano solo facendo il loro dovere», ha detto. Sui disordini che hanno infiammato la California è tornato lo stesso Trump, che su Truth ha scritto: «Los Angeles è stata al sicuro nelle ultime due notti. La Guardia nazionale e i marines hanno messo la polizia di Los Angeles nella condizione di svolgere in modo efficace il proprio lavoro». Ha poi attaccato il governatore del Golden State, Gavin Newsom: «Ha totalmente perso il controllo. Dovrebbe ringraziare per avergli salvato il c**o, invece di cercare di giustificare i suoi errori e la sua incompetenza».
lUrsula von der Leyen (Ansa)