2021-06-22
Al ministero si aggira il fantasma di Speranza
Delegittimato da Mario Draghi e pressato dai pm di Bergamo, il titolare della Salute non governa più il dicastero.La Speranza è l'ultima (politicamente parlando) a morire, ma prima o poi arriva anche la sua ora: in molti, all'interno del governo e della maggioranza che lo sostiene, sono convinti che entro poche settimane il ministro della Salute, Roberto Speranza, rassegnerà le dimissioni, spontaneamente o spintaneamente, dal suo incarico. Resiste, per adesso, Speranza, asserragliato nel suo bunker, ma la legnata subita in diretta televisiva venerdì scorso è stata devastante. Letteralmente infuriato per il caos comunicativo sul mix di vaccini, con le Regioni in rivolta contro il ministero della Salute, il premier Mario Draghi, per la prima volta da quando è al governo, ha convocato una conferenza stampa ad horas per commissariare di fatto Speranza, mentre milioni di italiani, allibiti, hanno assistito alla scena. «Nonostante la confusione, gli italiani hanno continuato a vaccinarsi. Lo ritengo un comportamento ammirevole, e per questo voglio ringraziare tutti i cittadini», ha detto Draghi, mantenendo la calma con sforzo sovrumano, mentre Speranza, alla sua destra, ha incassato il colpo. È stato il momento più grigio dell'esperienza di governo di questo grigio post comunista, leader di un partitino del 2%, che si è ritrovato in trincea nel momento più buio del Dopoguerra, a gestire una situazione talmente complessa che avrebbe richiesto pugno duro e fermezza, doti che non rientrano nel patrimonio di Speranza. Il quale, però, come raccontano alla Verità suoi colleghi di governo, ha creduto di essere Napoleone e si è montato la testa, anche per colpa di sondaggi e sondaggini che gli attribuivano una grande popolarità tra i cittadini. Popolarità che, purtroppo per Robertino Speranza, non era la sua ma quella della funzione che esercitava nel momento della disperazione: chiunque fosse stato al suo posto avrebbe raccolto i frutti di un ruolo, quello di ministro della Salute durante una pandemia, che di per sé comporta una visibilità senza precedenti. Eppure, quei sondaggi hanno finito per convincere Speranza di essere effettivamente popolare e apprezzato dagli italiani, e di poter così raggranellare qualche punto percentuale per il suo micropartito. Ancora in questi ultimi giorni, con l'Europa che riapre e lui che resta inchiodato su posizioni chiusuriste, La Verità ha ascoltato da membri dell'esecutivo la più paradossale delle spiegazioni del suo comportamento: «Speranza fa il rigido per non perdere il consenso che ancora raccoglie tra chi ha paura di tornare alla vita normale. Anziani in particolare». Isolato, accerchiato, assediato, Speranza non molla e diffonde spin al limite del ridicolo. Fa scrivere ai giornali amici che l'ira di Draghi non avrebbe come obiettivo lui, ma la struttura tecnica del ministero, la «vischiosità burocratica». Dobbiamo dare atto che a Speranza e ai retroscenisti che ne raccolgono le dritte non manca la creatività: Draghi, secondo loro, avrebbe convocato i giornalisti in fretta e (molta) furia per attaccare i dirigenti di un ministero, e non la guida politica del ministero stesso. Tra l'altro, se pure volessimo credere alle favolette, la situazione sarebbe ancora peggiore: vorrebbe dire infatti che Speranza non è in grado neanche di controllare quello che succede sotto i suoi occhi. Un ministro che deve subire la «vischiosità burocratica» del suo stesso ministero o è incapace di svolgere adeguatamente il ruolo che gli spetta oppure non ha la facoltà, il potere, di intervenire per eliminarla, questa famigerata vischiosità. Speranza ostaggio dei dirigenti del ministero della Salute? L'ipotesi è inquietante, tanto più che l'inchiesta della Procura di Bergamo sul Covid ha visto i dirigenti del ministero fare muro intorno a Speranza, escludendo ad esempio un suo intervento per far occultare il rapporto dell'Oms che segnalava le inefficienze del governo giallorosso, quello guidato da Giuseppe Conte, nella risposta alla pandemia. Perché il ministro della Salute fa circolare indiscrezioni che mettono in cattiva luce la struttura tecnica del ministero, se poi quella stessa struttura tecnica si dimostra compatta nel difenderlo? Un interrogativo destinato a restare senza risposta, come altri mille che si sono accumulati durante questo anno e mezzo di emergenza, anno e mezzo durante il quale è cambiato il premier, è cambiato il governo, è cambiata la maggioranza, è cambiato il commissario straordinario, ma Speranza è rimasto lì, inchiodato alla poltrona, contro tutto e contro tutti. Al momento della formazione dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, si disse e si scrisse che Speranza era rimasto al suo posto su precisa indicazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È ancora il Quirinale a garantire che il ministro resti lì, anche dopo essere stato pubblicamente sconfessato da Draghi? Non si sa. Quello che si sa è che il mistero del ministero della Salute, ancora nelle mani di un personaggio politico che non ne ha azzeccata una, resta irrisolto. Un giallo, un thriller, quasi un horror che potrebbe concludersi dopo l'estate, o durante il mese di agosto, in poche ore, come avviene spesso in Italia.